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L'Agenda delle Valli

XIII edizione delle Giornate FAI d'autunno

12/10/2024 09:00 - 12/10/2024 14:00
 XIII edizione delle GIORNATE FAI D’AUTUNNO
sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024
Visite a contributo libero in 700 luoghi inaccessibili o poco valorizzati in 360 città d’Italia e in 123 beni e 49 comuni in Lombardia

Elenco completo dei luoghi aperti e modalità di partecipazione 
su www.giornatefai.it 

Sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024 tornano per la tredicesima edizione le Giornate FAI d’Autunno, uno dei più importanti e amati eventi di piazza dedicati al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS. Da Nord a Sud della Penisola 700 luoghi d’arte, storia e natura, insoliti e curiosi, poco conosciuti e valorizzati, alcuni dei quali solitamente inaccessibili, apriranno al pubblico in 360 città. In Lombardia verranno aperti 123 beni in 49 comuni della Regione  (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it), grazie all’impegno, alla creatività e alla passione di migliaia di volontari del FAI attivi in Italia e nella Regione. Partecipare alle Giornate FAI non è solo un’occasione per scoprire e per godersi il patrimonio che ci circonda, ma anche un modo concreto per contribuire alla sua cura e alla sua valorizzazione attraverso la missione del FAI; ad ogni visita si potrà sostenere la missione del FAI con una donazione.

Il programma lombardo dell’edizione 2024, una vastissima, variegata e curiosa mappa che illustra e racconta la regione, è stato presentato questa mattina nel salone Umberto I di Palazzo Cusani a Milano, sede del Comando Militare Esercito Lombardia, preziosa occasione anche per presentare i luoghi di particolare valenza storico artistica che sarà possibile visitare grazie a questa importante sinergia con la Forza Armata, che il FAI ringrazia per la disponibilità e la collaborazione: oltre a Palazzo Cusani, anche la Caserma Goito, Sede del Centro Documentale di Brescia.

Le Giornate FAI d’Autunno vedono una speciale partecipazione dei  volontari del FAI, organizzati nelle Delegazioni, nei Gruppi e nei Gruppi FAI Giovani che, assieme a tutti i volontari della Rete Territoriale della Fondazione e della Lombardia e agli “Apprendisti Ciceroni”, con fantasia ed entusiasmo racconteranno l’Italia e la Regione in due giorni di festa intitolata alla conoscenza del patrimonio di storia, arte e natura che è in ogni angolo del nostro Paese. Un patrimonio che non consiste solo nei grandi monumenti, ma anche in edifici e paesaggi sconosciuti, luoghi che custodiscono culture e tradizioni e che tutti siamo chiamati a curare e a proteggere per sempre e per tutti, come è nella missione del FAI, cominciando innanzitutto a conoscerli, per scoprirne il valore.

“Il bello, la forza, l’originalità delle Giornate FAI d’Autunno consiste proprio nella straordinaria e inaspettata varietà delle scelte, nella sorpresa che sempre si rinnova di ciò che la nostra Rete Territoriale identifica per le aperture; e ancora e soprattutto questo “bello” sta nella fantasia di una schiera di italiani civili ed energici che si mettono al servizio del Patrimonio comune attraverso il FAI. Questo è il senso più profondo della tredicesima edizione delle Giornate FAI; un grande segnale di ottimismo, di vigore, di fratellanza civile di tanti cittadini – delegati, volontari e “Apprendisti Ciceroni” – per i loro concittadini” ha dichiarato il Presidente del FAI Marco Magnifico. 

Le Giornate FAI d’Autunno sono quindi, con le loro 700 aperture di luoghi solitamente inaccessibili o poco valorizzati in 360 città in Italia  e i 123 beni e 49 comuni della Lombardia, un’occasione unica per conoscere le tante sfaccettature del nostro patrimonio culturale e artistico:  un viaggio che porterà a conoscere palazzi storici, ville, chiese  e collezioni d’arte, ma anche laboratori artigiani, esempi di archeologia industriale e siti produttivi con un programma di itinerari nei borghi e percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici, e speciali aperture dedicate alla sostenibilità e alla conoscenza della natura e del paesaggio. Tutto questo è il patrimonio culturale dell’Italia, il “nostro patrimonio”, che il FAI svela al pubblico in due giorni di festa, di divertimento, ma anche di apprendimento. A chi desideri partecipare verrà suggerito un contributo libero, che andrà a sostegno della missione e dell’attività della Fondazione. Le Giornate FAI d’Autunno sono organizzate nell’ambito della campagna di raccolta fondi della Fondazione “Ottobre del FAI”, attiva per tutto il mese.

Le Giornate FAI d’Autunno si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). Partecipare alla visita con una donazione significa sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Ogni Iscritto al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potrà beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture dedicate. Sottoscrivere la tessera FAI significa diventare parte di un grande progetto e rappresenta un atto d’amore per l’Italia.

Elenco completo dei luoghi aperti a Milano e in Lombardia e modalità di partecipazione all’evento su
https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/i-luoghi-aperti/?regione=LOMBARDIA

Le Giornate FAI d’Autunno 2024 si svolgono in collaborazione con la Commissione eurpea, da alcuni anni partner delle Giornate FAI attraverso l’Ufficio di Rappresentanza a Milano, con la quale verrà proposto un itinerario a tema europeo. L’evento si avvale del Patrocinio del Ministero della cultura, del Ministero per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, di Regione Lombardia, di tutte le Regioni e le Provincie Autonome italiane. 

Si ringraziano la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze armate che hanno concesso l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo. Si ringrazia il Fondo Edifici di Culto per averci concesso l’apertura di alcune chiese di sua proprietà nell’ambito dell’accordo di collaborazione siglato con il Ministero dell’Interno. Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri e alla Croce Rossa Italiana. 

Le Giornate FAI d’Autunno 2024 sono rese possibili grazie al fondamentale sostegno di importanti aziende illuminate:
Dolce&Gabbana, la casa di moda che fin dalla sua fondazione riconosce e promuove le eccellenze artigiane italiane e le bellezze artistiche e architettoniche del territorio, di nuovo vicina al FAI in qualità di Partner. Una speciale collaborazione basata sui valori comuni di italianità, cultura, tradizione, educazione e bellezza.
ITA Airways, Main Sponsor per il secondo anno consecutivo, ha scelto di affiancare il FAI per contribuire alla tutela del patrimonio italiano di arte e natura. La sostenibilità, in termini sociali, ambientali e culturali, è parte integrante della strategia della Compagnia aerea nazionale di riferimento.   
Groupama Assicurazioni, tra i principali player del settore assicurativo in Italia, da sempre impegnata nella salvaguardia del nostro patrimonio e già Corporate Golden Donor del FAI, rinnova il suo sostegno all’evento in qualità di Sponsor per il secondo anno.  
Despar, presente in 17 regioni Italiane da oltre sessant’anni con 1424 punti vendita a insegna Despar, Eurospar e Interspar e attenta alle esigenze dei territori in cui è presente, dal 2022 è vicina al FAI e per il secondo anno Sponsor dell’evento.
Si ringrazia Ferrero, storica amica del FAI, che per l’occasione aprirà le porte dello stabilimento produttivo di Alba, solitamente inaccessibile al pubblico, in anteprima per gli iscritti e offrirà le specialità Ferrero Rocher, fresche di produzione, in una selezione di Beni.
Grazie inoltre a Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, che ha donato il proprio prodotto per l’iniziativa e presente tra i luoghi visitabili con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE), patrocinato FAI ed esempio virtuoso di gestione responsabile delle risorse qui custodite e di valorizzazione del patrimonio agricolo-paesaggistico.

Le Giornate FAI d’Autunno chiudono la Settimana di sensibilizzazione Rai dedicata ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dal 7 al 13 ottobre, come ormai da oltre 10 anni, Rai conferma l’impegno del Servizio Pubblico multimediale alla promozione, cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano. Rai sarà infatti in prima linea al fianco del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay e RaiPlay Sound per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio. Rai è Main Media Partner del FAI e supporta in particolare le Giornate FAI d’Autunno 2024 anche attraverso la collaborazione di Rai per la Sostenibilità ESG.

Grazie di cuore a tutti i volontari e ai Delegati della Rete territoriale del FAI della Lombardia - 18 Delegazioni, 8 Gruppi FAI, 15 Gruppi FAI Giovani e 1 Gruppi FAI Ponte tra culture - e a tutti i volontari attivi nella Regione. Un ringraziamento anche ai più di 400 Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti dal FAI nel loro territorio, sentendosi direttamente coinvolti nella vita sociale e culturale della loro comunità.

Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.

Ecco i luoghi più interessanti che si potranno visitare durante le Giornate FAI d’Autunno 2024 a Milano:
MILANO
Palazzo Melzi d’Eril, sede di Fondazione Cariplo    
Attuale sede della Fondazione Cariplo, il palazzo di origine settecentesca, già di proprietà della famiglia Del Carretto, fu acquistato nel 1805 da Francesco Melzi d'Eril, illuminato esponente dell'aristocrazia milanese chiamato da Napoleone a ricoprire la carica di vicepresidente della Repubblica Italiana. Il Melzi fece operare un primo rifacimento in forme neoclassiche, proseguito poi nel 1841 su impulso del pronipote Lodovico a opera dell'allora celebre architetto Giacomo Moraglia, che lo aggiornò al nuovo gusto eclettico, con richiami agli stili dei secoli passati. Il palazzo subì gravi danni nel corso dei bombardamenti aerei del 1943 e fu in parte ricostruito. Sottoposto nel 2018 a un ingente restauro che ha interessato il cortile d'onore, lo scalone monumentale e le sale decorate del piano nobile - tra le quali la cosiddetta saletta pompeiana, un’anticamera con soffitto affrescato a grottesche e porte dipinte - il palazzo ospita una parte dell'imponente raccolta d'arte della Fondazione, da Tiepolo ai dipinti dell'Ottocento e del primo Novecento. Totalmente inedita la visita alla “Sala Funi”, con esposti i cartoni preparatori realizzati da Achille Funi – tra i principali pittori del Novecento - per il mosaico del soffitto della sala riunioni della Ca' de Sass, storica sede della Cariplo. Oltre agli ambienti storici sopra citati, saranno visitabili anche la sala riunioni del CdA, la cosiddetta Sala Gialla (riservata alle riunioni del direttore e normalmente non visitabile) e la Sala conferenze della Commissione Centrale di Beneficenza, nella quale spiccano le grandi tele di Tiepolo e un prezioso lampadario di Murano.
Palazzo Lombardia 
Apertura solo sabato 12 ottobre
Sede istituzionale della Giunta Regionale, inaugurato nel 2011, il progetto di Palazzo Lombardia reca la firma di un'associazione temporanea di imprese capeggiata dallo studio newyorchese Pei Cobb Freed & partners architects insieme a Caputo Partnership e Sistema Duemila. Oltre a raggruppare gli uffici regionali centrali, è un polo istituzionale collocato in una piazza civica moderna - denominata "Piazza Città di Lombardia" - nonché la piazza coperta più grande d'Europa. La costruzione è caratterizzata da una torre di 161 metri in calcestruzzo armato, acciaio e vetro, che dialoga simbolicamente con il grattacielo Pirelli, storica sede della Regione. Il complesso è composto di fabbricati idealmente a guisa di monti e piazze in luogo di valli: è circondata da un sistema articolato di edifici ad andamento sinusoidale, che fanno riferimento alla morfologia montana a nord della regione, alti dai sette agli otto piani, in cui ai rispettivi piani terra sono concentrate le funzioni culturali, di intrattenimento e servizio, collegati da una piazza di forma ovale con una copertura trasparente. Al 39° piano della torre si trova il Belvedere da cui sarà possibile godere di una vista mozzafiato a 360 gradi sulla città. Il complesso urbanistico, adiacente al grande parco “Biblioteca degli Alberi” e alla città della moda, è stato parte del piano integrato di intervento per la riqualificazione dell'area Garibaldi-Repubblica-Varesine.
Palazzo Cusani    
Sede di rappresentanza del Comando NATO con sede operativa a Busto Arsizio (VA) e del Comando Militare Esercito Lombardia, Palazzo Cusani apre eccezionalmente le sue porte in via Brera in occasione delle Giornate FAI. Acquisita agli inizi del Seicento da una delle più importanti casate del patriziato milanese, fu trasformata in una fastosa residenza nobiliare alla fine dello stesso secolo per volere di Gerolamo Cusani, che commissionò a Giovanni Ruggeri, esponente dell’architettura barocca, la nuova facciata esterna; un secondo rimaneggiamento venne successivamente affidato al Piermarini nel Settecento e interessò la facciata interna, che venne realizzata in forme neoclassiche. Venduto nel 1808 al demanio del Regno d'Italia, vi si insediò quindi il Ministero della Guerra. Oltre alla fastosa facciata neobarocca, sfoggia al suo interno un cortile e uno scalone di stile richiniano, insieme a pregevoli decorazioni settecentesche ancora integre al piano nobile. Il palazzo conserva un'interessante quadreria ottocentesca, un grandioso salone delle Feste ornato da un affresco attribuito a Giovanni Angelo Borroni, collaboratore di Tiepolo a Milano, le sale del Caffè, degli Intarsi, delle Allegorie, delle Divinità, dell’Ingegno, tutte adornate con volte affrescate, stucchi dorati, specchiere e mobili di pregio. Peculiarità del luogo: le tre palle di cannone incastonate nella facciata posteriore, scagliate dalle artiglierie di Radetzky durante le Cinque giornate di Milano.
Campus La Masa - Bovisa del Politecnico di Milano     
A Milano aprirà anche il Campus Bovisa del Politecnico in via La Masa, nell’area degli ex-gasometri del quartiere, dove a partire dagli anni Duemila sono stati realizzati importanti interventi di riqualificazione e riuso, con un forte impegno verso la sostenibilità ambientale. Qui si incontra la Scuola di Ingegneria industriale e dell’informazione, dotata di un nuovo edificio-laboratorio, l’EN:lab, dedicato alle attività del Dipartimento di Energia e progettato con soluzioni innovative per una gestione energetica efficiente e integrata. Il percorso nella sua eccezionalità prevede il passaggio tra gli ultimi edifici realizzati e in corso di realizzazione con uno sguardo all’area dei gasometri che verrà completamente riqualificata nei prossimi anni dando un nuovo brano di città alla collettività. Si visiteranno le raccolte di Made in Polimi che racconta la storia della Bovisa e dei campus del Politecnico, alcuni dipartimenti che contengono sculture di Arnaldo Pomodoro donate dalla fondazione a suo nome. Inoltre, verrà introdotto l’ultimo avveniristico laboratorio EN-LAB inaugurato a giugno 2024 che grazie ai 300 moduli fotovoltaici, le 2 pompe di calore ad alte prestazioni e i 70 kit di sensori che raccolgono e elaborano i dati ambientali e climatici, consentendo di ottimizzare in tempo reale le performance dell’involucro e degli impianti, rendono l’edificio a Zero emissioni dirette.    
Chiostro Cappuccio     
Ingresso riservato agli iscritti FAI        
Incastonato nel distretto delle 5 Vie, in un intricato reticolo di strade e vicoli noto per l’eterogeneità degli edifici di diverse epoche, il bramantesco Chiostro Cappuccio rappresenta un angolo di tranquillità e contemplazione in un'area altrimenti vivace e dinamica. Noto anche come chiostro “delle Umiliate”, nasce sulle rovine del circo romano e fu realizzato verso la fine del 1400; oggi è l'ultima testimonianza rimasta dell'ex monastero di Santa Maria Maddalena al Cerchio, dove dai primi anni del 1000 e sino al 1810 visse un'aggregazione di laiche devote, l’ordine delle Umiliate, dedite alla vita apostolica. Nonostante i rifacimenti ottocenteschi, il Chiostro resta un esempio di stile rinascimentale, a pianta quadrata, composto da un loggiato coperto con volte a crociera e muretti in cotto che corrono lungo i quattro lati, e da un’area verde centrale coronata dal pozzo originale. Tra i cimeli che decorano il loggiato, spiccano una marmorea testa solare d’origine romana, una grande ancora e il cippo di un timone, copie degli originali appartenenti alle navi romane rinvenute nel 1930 nel lago di Nemi, vicino Roma. Acquistato nel 1914 dall’industriale Guido Ucelli, lungimirante fondatore del Museo della Scienza e della Tecnica, insieme alla moglie Carla Tosi, dal 1923 è stato dichiarato monumento nazionale.
Palazzo del Capitano di Giustizia    
Situato al Verziere, l’area tra Piazza Beccaria e piazza Fontana dove storicamente si teneva il mercato ortofrutticolo cittadino, è oggi sede del Comando e della Operativa della Polizia Locale di Milano, e deve il suo nome alla funzione di Palazzo di Giustizia svolta per oltre tre secoli, dal 1605 al 1940. È un edificio della seconda metà del Cinquecento, realizzato su progetto dell'architetto Piero Antonio Barca, che concluse i lavori nel 1605. Il disegno originario prevedeva un corpo centrale con un grande cortile porticato e due corpi laterali delimitati da un muro di cinta, usato come camminamento della ronda carceraria. Qui sorgeva anche la casa del boia e stazionava il “carro della berlina” sul quale i malfattori venivano esposti al pubblico ludibrio. Alessandro Manzoni cita il Palazzo nei “Promessi Sposi”, ricordando la sommossa del pane. Seriamente danneggiato durante i bombardamenti del 1943, nel 1960 Piero Portaluppi venne incaricato dell'intervento per la sua ricostruzione. Durante le Giornate d’Autunno, gli iscritti FAI avranno la possibilità di accedere alla Centrale operativa accompagnati dai Vigili urbani: un'occasione esclusiva per scoprire da vicino quello che la Polizia Locale di Milano fa per la città. Nel corso del fine settimana saranno presenti inoltre i reparti specialistici, Cinofili, Sommozzatori, Nucleo Radiomobile e Motociclisti e la Banda Musicale della Polizia Locale.
Sede e studi Rai di Corso Sempione    
In Corso Sempione, una delle vie di comunicazione più grandi e trafficate della città, sorgono gli studi RAI di Milano. Nel 1939 – anno in cui Gio Ponti realizzò diversi palazzi milanesi (in particolare in piazza San Babila e in corso Matteotti) - questo edificio, nato come nuova sede della EIAR (poi RAI) è il risultato di un concorso vinto dallo Studio Ponti Fornaroli Soncini, in collaborazione con l’ingegnere Nino Bertolaia. La facciata razionalista si ispira alle idee del gruppo di architetti del Politecnico di Milano che formarono nel 1930 il MIAR, Movimento Italiano per l'Architettura Razionale. L'idea pontiana era che i tre corpi di cui l'edificio si compone (destinati a uffici, trasmissioni, teatro) fossero separati e riconoscibili. Fra uffici e trasmissioni è inserito per esempio un intervallo luminoso, il corpo trasparente delle comunicazioni verticali. Nel tempo, l'edificio è stato molto modificato, ma alcune parti risalenti al progetto originale (il portico, i portali su strada) restituiscono l’idea della cura architettonica della realizzazione di Gio Ponti. Oggi il complesso conta 5 studi televisivi e 5 radiofonici, sede di svariati programmi, ma rappresenta anche una memoria storica, conservando gli abiti di scena indossati da molti protagonisti di 60 anni di tv, in una sorta di galleria del costume italiano. La storica sede RAI di Corso Sempione torna ad accogliere i visitatori durante le GFA con un percorso dedicato al centenario della radio e in ricordo di Mike Bongiorno.
Palazzo Isimbardi 
Apertura solo domenica 13 ottobre 
Sede dal 1935 della Provincia di Milano, Palazzo Isimbardi in corso Monforte ospita dal 2015 la Città Metropolitana di Milano. Racchiude al suo interno affreschi, sale riccamente decorate, un giardino e collezioni d’arte, che raccontano i rimaneggiamenti avvenuti nei secoli a seconda dei gusti e la volontà dei proprietari che lo abitarono. La prima testimonianza risale ai Conti Taverna, che nel XVI secolo scelsero il palazzo come villa di campagna: la dimora era situata fuori dalle mura, sulla strada per Borgo Monforte, considerata il Giardino di Milano, il Viridarium. Nel Settecento si ebbe il passaggio di proprietà alla nobile famiglia Isimbardi, che fece realizzare all’interno delle sale i cicli pittorici con le gesta dei propri antenati più illustri; ancora nel 1918 l’edificio fu acquistato dal ricco industriale italiano Franco Tosi. Ampliato in seguito nel 1940 su progetto di Giovanni Muzio con un nuovo corpo di fabbrica coerente con lo stile funzionalista, durante la Seconda Guerra mondiale i bombardamenti ne danneggiarono gravemente l’architettura. Durante la visita si potranno ammirare la Sala degli Affreschi, con opere del Morazzone, e la Sala Giunta con il grande telero L'apoteosi di Angelo della Vecchia di Giambattista Tiepolo, oltre che, il cortile d'onore, il sontuoso scalone e il ricco giardino - costruito “all’italiana” con i conti Taverna e parzialmente trasformato dai marchesi Isimbardi “all’inglese” - dal quale è possibile scorgere dall’esterno la Torre delle Sirene e il bunker costruito nel 1943 come rifugio per il personale della Provincia. 
Dolce&Gabbana Beauty (via Kramer) 
Ingresso riservato agli iscritti FAI    
Nel quadrante est di Milano, subito fuori dalle mura spagnole, vide la luce alla fine del XIX secolo il monastero benedettino del Santissimo Sacramento, successivamente danneggiato durante i bombardamenti su Milano nel corso della Seconda Guerra Mondiale e ricostruito nel 1953. A un secolo dagli eventi bellici, in un’ala dello storico edificio ottocentesco di via Kramer – nell’altra ancora oggi dimorano le monache di clausura - nasce nel 2023 la sede della neocostituita Dolce&Gabbana Beauty. Gli spazi che si ammirano oggi sono frutto di un importante intervento di recupero e di riqualificazione architettonica e l’armonica commistione di antico e moderno si apprezza negli uffici e nelle aree di rappresentanza. Qui, rivestimenti in quarzite nera e marmo di Candoglia fanno da tappeto alla lunga galleria culminante in una cappella in cui è presente la statua di Sant’Ignazio Martire (opera di Pietro Ferroni datata 1811-12), in prestito dal Duomo di Milano nell’ambito dell’iniziativa di mecenatismo “Adotta una Statua” promossa dalla Veneranda Fabbrica del Duomo in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano. Un’opportunità per valorizzare statue non più in opera sul Monumento rendendole nuovamente fruibili, con lo scopo di avvicinare cittadinanza e mecenati ai bisogni della Cattedrale. Sulla “navata” a piano terra si affacciano quattro sale identiche con ancora evidenti le persistenze strutturali delle originali pareti in mattoni e soffitti alti sei metri. Sul fianco destro dell’imponente corridoio, a chiusura dell'antico chiostro, sono installati dei serramenti fissi con vetro cannettato, chiusi da cancelli decorativi in ferro, che riprendono un disegno di Carlo Scarpa. L'eccezionalità dell'apertura consiste nella scoperta di una realtà imprenditoriale globale, ma con radici meneghine, che muove i suoi primi passi all'interno di un bene storico. Un interessante esempio di rivalutazione del tessuto urbano milanese attento al suo passato ma con una visione internazionale e rivolta al futuro.
Casa Verdi 
Apertura solo sabato 12 ottobre
Nel 1889 Giuseppe Verdi acquistò una grande area in una zona allora semiperiferica di Milano, vicina al Parco Sempione in via di realizzazione. Qui, da una “archistar” dell'epoca, Camillo Boito, fece costruire una grande casa di riposo per i musicisti “meno fortunati” di lui, riuscito esempio di architettura nazionale in cui si fondono filoni espressivi diversi. Si presenta come un grande palazzo in stile eclettico, con al suo interno la monumentale cripta che accoglie le spoglie di Verdi e della moglie. L’apertura al pubblico nella sola Giornata di sabato permetterà di visitare ambienti preziosi, rimasti intatti come li volle Verdi, e di scoprire, a poco più di un mese dall'apertura, il nuovo spazio espositivo con decine di vecchi grammofoni d'epoca, preziosi quadri e statue realizzati da artisti del calibro di Boldini e Gemito, oltre a cimeli che illustrano la vita e le opere del Maestro, oltre ad alcuni curiosi manoscritti. Trattandosi di una struttura protetta, che mantiene la destinazione d’uso originaria, la casa è normalmente chiusa al pubblico e si potrà visitare in esclusiva per le Giornate FAI. 
Piscina Cozzi
L'impianto, intitolato alla memoria del militare italiano Roberto Cozzi, venne inaugurato il 21 aprile del 1934 e approntato per le gare dei Littoriali del 2 maggio. Ma la vera conclusione dell'opera risale all'ottobre del 1934, terminate alcune opere di finitura. Il progetto della piscina venne affidato al capo dell'Ufficio tecnico del Comune di Milano, l'Ingegnere Luigi Lorenzo Secchi. Le strutture dell'epoca che ispirarono l'opera di Secchi furono la piscina S. Margherita di Budapest, la Hallenshwimmbad di Berlino-Mitte e, per il tono monumentale, alle architetture di Marcello Piacentini. All'interno del salone principale sono presenti due vasche e di pregio sono le loro finiture: le piastrelle, di terraglia forte Richard Ginori, di smalto opaco color verde glauco. La visita partirà dai “sotterranei” della Piscina Cozzi, spazi solitamente non aperti al pubblico, dove i visitatori potranno ammirare sia il mosaico a firma degli autori: “Bellini e Figli”, ancora in perfette condizioni nonostante il passare degli anni, sia i bagni pubblici e dei lavatoi, parte di una fitta rete di bagni che si diffuse in città tra fine ‘800 e inizio ‘900. I visitatori verranno accompagnati nelle spazi della Piscina Cozzi che accolgono la mostra “Cinquant'anni di tempo libero a Milano. 1930 - 1980”. Il primo spazio è l'attuale sala d'attesa, in passato destinata a ospitare il bar-ristorante, dal quale si può ammirare, attraverso due imponenti affacci vetrati, per l'occasione rivestiti da vetrofanie, l'intera prospettiva interna della piscina. Il secondo spazio si trova nei sotterranei e il terzo e ultimo spazio è collocato lungo la navata sud-est al di sopra delle tribune, punto di vista privilegiato per ammirare l'interno dell'edificio e l'installazione di Maurizio Cattelan e Toiletpaper “Be water”.
Caselli Daziari di Porta Nuova 
I Caselli di Porta Nuova segnano l'ingresso al quartiere omonimo, interessato da anni da un vasto progetto di rigenerazione urbana che tenta di ricucire la zona del centro direzionale di Milano con i contigui quartieri di Isola e Garibaldi. Sopravvissuti al passare del tempo, sono testimoni della città che cresce. Circondati dai palazzi ottocenteschi da un lato e il futuristico skyline dei grattacieli dall'altro rimangono una delle poche testimonianze storiche della città. L'attuale porta sorge sulla precedente porta spagnola che segnava il varco negli antichi bastioni difensivi della città. In epoca napoleonica furono riconvertite a una funzione daziaria e di rappresentanza, poiché la funzione militare era già superata da anni. L'arco trionfale coi due caselli venne costruito tra il 1810 e il 1813, su progetto dell'architetto Giuseppe Zanoia, incaricato da Napoleone, e si apriva verso il canale della Martesana e la strada che collegava la città con la Brianza. Abbandonati dal 2003, i Caselli di Porta Nuova sono tornati in vita grazie a Oltrefrontiera Progetti. I Caselli sono stati restaurati seguendo i principi della cultura del restauro conservativo: compatibilità, reversibilità, riconoscibilità e intervento. Il progetto è stato pensato per conservare, limitare il degrado e trasmettere nel tempo i caselli daziari come beni architettonici. La visita permetterà di visitare gli interni del casello12. All'interno una mostra permetterà al visitatore di conoscere le fasi storiche del bene e del contesto, insieme a un video realizzato dal Politecnico di Milano.
Rifugio Antiareo – Piazza Grandi
Con la visita del rifugio antiaereo di Piazza Grandi, si ha l'opportunità di scoprire un pezzo nascosto della storia di Milano. Realizzato nel 1936 sotto la fontana monumentale, questo rifugio sotterraneo offre un'esperienza unica che riporta il visitatore indietro nel tempo, catapultandolo nei difficili anni della Seconda Guerra Mondiale. Scendendo per una scala ancora accessibile, ci si ritrova in un labirinto di 24 stanze, dove le segnaletiche originali e le scritte sui muri raccontano la quotidianità di chi trovava rifugio in quei momenti drammatici. Grazie a un accurato restauro, il bunker è stato riportato al suo stato originale, preservando i segni del passato: dalle regole di convivenza alle indicazioni per le uscite di emergenza. L'illuminazione discreta e le numerose testimonianze conservate garantiscono al visitatore un'esperienza immersiva, facendolo riflettere sulla resilienza e sulla vita sotterranea durante i bombardamenti. Un luogo di memoria che merita di essere scoperto, per apprezzare un passato lontano, ma carico di emozioni e storie umane.

Si segnalano altre aperture in provincia di Milano:
CINISELLO BALSAMO (MI)    
Villa Ghirlanda Silva    
Una delle dimore meglio conservate nell'area nord milanese, inglobata nel contesto urbano realizzato nel Novecento con l'unione dei due Comuni di Cinisello e di Balsamo, Villa Ghirlanda Silva fu progettata intorno al 1660 da Gian Domenico Richini, con una planimetria a U costituita dal corpo centrale a due piani e da due ali ribassate con funzioni di servizio. È di Ercole Silva la decorazione neoclassica che alla fine del Settecento ne trasformò ne trasformò il giardino formale “all'italiana” in parco romantico “all'inglese”, mentre la facciata rivolta verso il giardino fu rifatta a metà Ottocento in stile eclettico, con decorazioni in cotto, per volontà di Carlo Ghirlanda. In occasione delle Giornate FAI si visiteranno le sale al piano terra, tra cui la Sala degli Specchi, decorata dai maggiori esponenti dello stile neoclassico, il Salottino delle Belle, ornato con 26 ritratti di dame e 174 piastrelle di ceramica olandese, e la Sala del Lampadario, impreziosita da un lampadario settecentesco in ferro battuto e vetri fantasiosi; si procederà lungo il seicentesco Scalone d'onore per visitare il piano nobile, con la Quadreria, costituita da quattro ambienti seicenteschi affrescati con motivi sia paesaggistici che celebrativi delle conquiste della Corona spagnola, e ancora la Sala Grande, decorata da dipinti trompe l'oeil narranti le vittorie di Scipione l'Africano e con due grandi tele di gusto romantico.
BINASCO (MI)
Mumac
MUMAC si contraddistingue per essere un museo che va oltre il museo d'impresa corporate, esponendo non solo i prodotti dei brand dell'azienda (La Cimbali e Faema in primis), ma anche tutti quei marchi che hanno costituito le pietre miliari di questo comparto produttivo. MUMAC è dotato di altri 250 pezzi a disposizione per rotazioni all'interno del museo e prestiti worldwide, di una Biblioteca storica del caffè (riconosciuta in SBN-Polo Lombardo) e di un archivio con decine di migliaia di documenti. MUMAC, con la direzione di Barbara Foglia, collabora con musei, università e altri enti per progetti di interesse trasversale, ottenendo numerosi riconoscimenti anche grazie alla produzione di contenuti culturali originali quali mostre temporanee, tavole rotonde e volumi divulgativi, tra cui il libro “SENSO ESPRESSO. Coffee. Style. Emotions.” che incarna perfettamente l'Italian way of life, inserito nel 2022 nell'Index ADI. Nel 2022, per celebrare il Decennale del museo, l'esposizione è stata rinnovata con un restyling che, ispirato al concetto di design for all, ha ulteriormente rafforzato l'accoglienza e la fruibilità dei suoi contenuti per tutti i visitatori.

I Beni FAI aperti in Lombardia:  
VILLA E COLLEZIONE PANZA, VILLA DELLA PORTA BOZZOLO, VILLA FOGAZZARO ROI, VILLA NECCHI CAMPIGLIO, PALAZZINA APPIANI, PALAZZO E GIARDINI MORONI, CASTEL GRUMELLO, CASA ED EMPORIO MACCHI, TORRE DI VELATE, MULINO “MAURIZIO GERVASONI, ALPE PEDRORIA e ALPE MADRERA, ANTICA EDICOLA DEI GIORNALI e LA VELCARCA. Inoltre, VILLA DEL BALBIANELLO, sito che fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI di Primavera, avendo beneficiato di un contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per interventi di valorizzazione delle superfici boscate del Dosso di Lavedo e per la riqualificazione della strada di accesso, MONASTERO DI TORBA sito che fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI di Primavera, avendo beneficiato di un contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale volto all’arricchimento dell’esperienza culturale e alla promozione integrata dell’area di Castelseprio-Torba.
Per informazioni sugli orari: www.giornatefai.it

Altre aperture interessanti in Lombardia:  

VERDERIO (LC)
L’Aia di Verderio
L'Aia, fu inaugurata nel 1857 grazie alla volontà del conte Luigi Confalonieri Strattmann, nobile e illustre proprietario terriero, discendente dalla potente e antica famiglia milanese che per due secoli influenzò le vicende di Verderio. L'Aia, insieme alle nuove costruzioni rurali, nacque con lo scopo di modernizzare la produzione agricola, accelerando i tempi di esecuzione, migliorando la qualità del prodotto, ottimizzando i processi amministrativi e commerciali. Autore del progetto di costruzione fu l'architetto Gaetano Besia (1791-1871), assistente dell'architetto neoclassico Giuseppe Zanoja, allievo di Carlo Amati e Giuseppe Levati. Durante le Giornate FAI sarà possibile visitare gli spazi del complesso architettonico di Corverd, normalmente non accessibile al pubblico. Analizzeremo la struttura dell'Aia, percorreremo gli spazi ipogei e osserveremo l'edificio storico eclettico policromo, caratterizzato da particolari originali in stile arabeggiante che catturano l'attenzione e stimolano la curiosità. Parleremo di alcune fasi dei lavori di restauro conservativo eseguiti sulle opere architettoniche. Sono previste due visite guidate con i proprietari, che si estenderanno all'interno degli uffici storici. Inoltre, per l'occasione, sarà allestita, nel cortile d'ingresso, una mostra pittorica in occasione del quarantesimo anniversario dell'azienda.
BERGAMO
Castello di Valverde
Affacciato sulla Città Alta, avvolto in una fitta e variegata vegetazione, sorge il Castello di Valverde. Le prime tracce di questo luogo si hanno già intorno al X secolo, ma è nel 1585 che la dimora assume un ruolo centrale nella vita bergamasca, quando venne scelto per l'ottima posizione dal capitano della Serenissima Paolo Loredan, che sovrintendeva alla costruzione dell'ultimo tratto di Mura veneziane – patrimonio dell’Umanità dal 2017 - delle quali si godeva di una perfetta visuale proprio dal Castello. L'attuale edificio conserva l'impianto quadrangolare cinquecentesco, ottenuto adattando le strutture precedenti: intorno a un elegante cortile, sotto i cui porticati restaurati tra il 1926 e il 1930 troviamo affreschi che coprono l'arco temporale di quattro secoli, sorgono sale e saloni, intime e accoglienti. Tra questi spicca il Salone d'Achille, con la sua volta a stucchi, il camino e le vivaci pitture dedicate all’eroe mitologico, eseguite dall’artista bergamasco Angelo Crespi nel primo Novecento. Il complesso è custodito da un parco naturale di circa 35.000 metri quadri quadri, ricco di essenze vegetali. In occasione delle Giornate d’Autunno si potranno ammirare due rarità che trovano casa in questo parco: la Foresteria progettata dall’architetto Giacomo Quarenghi e la fitta macchia di canne di bambù. Si accederà quindi alle sale private al primo piano del castello, in cui la proprietaria racconterà al pubblico la storia della bisnonna Lydia Gelmi Cattaneo, figura originale e anticonformista, riconosciuta come “giusta tra le nazioni”: si distinse infatti per aver aiutato numerosi ebrei a salvarsi dalle persecuzioni razziali durante la Seconda Guerra Mondiale.
COVO (BG)
Cascina Cavallina
La cascina fu costruita verso la fine del XVIII secolo, come riportato nelle memorie storiche del comune, e nel corso dei secoli è stata abitata da diverse generazioni della famiglia Marinoni, una nobile famiglia locale che ha giocato un ruolo significativo nella storia della proprietà. Sebbene la struttura originale della cascina sia stata preservata, l'utilizzo degli spazi si è evoluto nel tempo. All'interno del complesso è presente anche l'Oratorio di Santa Margherita, costruito probabilmente alla fine del XVIII secolo, destinato all'uso dei residenti. Durante le Giornate FAI, la Cascina Cavallina di Sopra aprirà le sue porte al pubblico, offrendo un'opportunità unica di esplorare un autentico esempio di cascina lombarda seicentesca. Il percorso di visita includerà la corte interna, alcuni spazi agricoli e residenziali, oltre all'Oratorio di Santa Margherita. I visitatori potranno scoprire la storia della cascina e della famiglia Marinoni, che ne ha influenzato lo sviluppo. Questa visita rappresenta un'occasione per comprendere meglio la vita rurale del passato e l'importanza culturale e storica di queste strutture nel contesto locale. La cascina, solitamente chiusa al pubblico, si presenterà nella sua autenticità, conservando l'atmosfera storica e il legame con il paesaggio agricolo circostante.
BRESCIA
Spazio C.A.R.M.E.    
C.A.R.M.E. è un progetto che ha preso vita nel 2017 con l’intento di connettere le realtà bresciane che si occupano di arte e trova sede nell'ex chiesa dei Santi Filippo e Giacomo. Il contesto urbano in cui si è sviluppato è quello del Carmine, ricco di fascino sia per la storia che permea le strade e gli edifici, sia per la forza creativa sprigionata da molte realtà che hanno scelto quest'area del centro urbano come loro sede. Nel 2017, in concomitanza con la nascita del progetto C.AR.M.E. e con la partecipazione di cittadini e professionisti, la chiesa è stata dotata di una pavimentazione lignea realizzata dall'architetto Gabriele Falconi con materiali di recupero: un contrasto tra antico e contemporaneo che contribuisce a rendere lo spazio adatto a manifestazioni di arti visive e performative, nonché eventi di varia natura. Il progetto si colloca nel più ampio percorso di apertura al contemporaneo che nell'ultimo quindicennio sta coinvolgendo la città di Brescia, attirando turismo culturale e interessando il sistema dell'arte e dell'imprenditoria. L'ex chiesa dei Santi Filippo e Giacomo nei secoli ha subito numerose trasformazioni. Nata come sede degli Umiliati, resta traccia della sua origine romanica nella piccola abside ancora visibile accanto alla facciata neogotica. Quest'ultima è frutto di un completo ribaltamento della pianta (1887) con il troncamento dell'abside per ampliare la strada che tuttora corre a ridosso della chiesa: durante questi lavori vennero riutilizzate alcune pietre dell'antico edificio che ancora oggi si possono individuare sulla parete. Durante le Giornate nello spazio sarà allestita la mostra “Il caso o la necessità?”, che celebra gli ottant'anni del celebre gallerista Massimo Minini attraverso un tuffo nel Contemporaneo.
Caserma Goito
Per la sua complicata genesi il complesso della caserma Goito presenta strutture particolarmente eterogenee, caratterizzate da una stratificazione di stili che vanno dall'inizio del XIV secolo sino al Novecento. Ciò che si conserva dell'originaria casa degli Umiliati sono le strutture trecentesche del chiostro adiacente la chiesa odierna. Si tratta di uno spazio elegante con un anello porticato al piano terreno (oggi quasi completamente murato) caratterizzato da arcate in cotto a sesto acuto poggianti su colonne in pietra di Botticino con capitelli a foglie grasse. Il lato settentrionale del chiostro, al secondo piano, conserva la bella loggetta disegnata da una teoria di archi trilobati con sezione centrale a schiena d'asino. Diverso il gusto del chiostro della cisterna, edificato nella seconda metà del XV secolo, ove le snelle colonne in Pietra di Mazzano sono coronate da capitelli a campana con volute e bassorilievi di armi. Fiore all'occhiello del complesso la sala Capitolare impreziosita da affreschi del Gambara, immagine sbiadita della ricchezza del monastero dopo la ricostruzione. Chiude il complesso la cinquecentesca fabbrica dei Santi Pietro e Marcellino che conserva sulle volte lacerti della prospettica decorazione ad affresco di epoca barocca. Il percorso immaginato per l'apertura durante le Giornate FAI attraversa per intero l'estensione dell'antico monastero benedettino. Dall'ingresso presso il chiostro della cisterna si potranno ammirare le strutture cinquecentesche e salire in ciò che rimane dell'appartamento dell'abate ove soggiornò Napoleone. Il percorso condurrà quindi alla visione del chiostro con i resti delle strutture degli Umiliati e, attraverso il terzo chiostro condurrà nella sala Capitolare ove si ammireranno gli affreschi del XVI secolo. In questo spazio sarà possibile ammirare anche alcune uniformi storiche e cimeli militari della caserma, oggi centro documentale. La visita terminerà poi nella ex chiesa dei Santi Pietro e Marcellino ove, grazie ad un soppalco novecentesco, si potranno ammirare da vicino i resti delle decorazioni barocche del tempio.
PISOGNE (BS)    
Chiesa di Santa Maria della Neve
Conosciuta come “la Sistina dei poveri”, la Chiesa (oggi sconsacrata) di Santa Maria della Neve a Pisogne, sul Lago d’Iseo, è un gioiello del tardo Quattrocento. Nota anche come la “Chiesa del Romanino”, per la presenza di un prezioso ciclo pittorico del bresciano Gerolamo Romanino del 1532-1534, fu edificata nel tardo Quattrocento lungo un’importante via di transito, la strada “Valleriana”. Nei primi anni Trenta del ‘500 venne restaurata, con l’annessione al corpo centrale di due portici per i pellegrini e al portico sud una cappella terminale. Nel 1580 divenne chiesa del convento degli Agostiniani che nel 1770 lasciarono Pisogne. Da allora cambiò molte volte destinazione d’uso, trasformata dapprima in magazzino, poi in caserma, quindi in una scuola. Intorno al 1930 fu avviato il restauro che avrebbe riportato alla luce un ciclo di affreschi di imponente teatralità, sul tema della Passione. L'interno, a cui si accede da un portale in pietra simona, è scandito da tre campate interamente coperte dagli affreschi, che disegnano un complesso itinerario dedicato alla meditazione e alla preghiera sull'incarnazione e la passione di Cristo. Durante le Giornate FAI si avrà la possibilità di visitare il chiostro del convento agostiniano, ora sede della RSA di Pisogne (Fondazione Santa Maria della Neve), da cui si accede alla cappella di S. Nicola da Tolentino, nella quale i restauri del 2018 hanno portato alla luce i resti di un'Annunciazione attribuita al Romanino, dietro il ricco apparato dell'altare maggiore.
CERVENO (BS)    
Santuario della Via Crucis    
Situato sulla parte alta di Cerveno, in una valle ricca di arte rupestre e storia, il Santuario della Via Crucis si inserisce nella tradizione lombardo-piemontese dei Sacri Monti. Si tratta di un percorso devozionale che si snoda ai piedi del Monte Concarena, in un contesto naturale di grande bellezza tra boschi, pascoli e rocce. Il lungo scalone monumentale consta di 13 stazioni, in nicchie laterali, con 198 statue a grandezza naturale in legno, scolpite a tutto tondo e dipinte, o in stucco a mezzo-rilievo, realizzate principalmente dal camuno Beniamino Simoni tra il 1752 e il 1759 e dalla celebre bottega dei Fantoni di Rovetta. Le statue riproducono personaggi evangelici e comparse e costituiscono una sorta di "catalogo di fisionomie", i cui modelli risulta fossero proprio gli abitanti di Cerveno. La devozione dei discendenti di quegli stessi abitanti si riverbera ogni 10 anni nella sacra rappresentazione nota come “Santa Crus”, cui partecipano circa 140 figuranti. Il Santuario è stato riaperto al pubblico dopo un importante intervento di restauro – concluso a febbraio 2024 – che ha riportato le statue e gli affreschi all’aspetto originario. La visita delle Giornate FAI seguirà il percorso delle diverse stazioni della Via Crucis, e metterà in evidenza la vicenda storica del bene e gli aspetti artistici più significativi di questo monumento unico, paragonabile a una grande rappresentazione teatrale. 
MASALIANICO (CO)
Vitivinicola Cernobbio
Apertura solo domenica 13
Gigi & Cristina Winery Vitivinicola Cernobbio si trova a Maslianico in via Ronco, in un contesto rurale. Si tratta, infatti, di un vigneto che può essere definito "eroico" considerata la forte pendenza del territorio in cui si colloca e la sua particolare conformazione a balze a circa 400 m di altitudine. Il vigneto, abbandonato da oltre cent'anni, era già presente nei secoli scorsi ed è stato riportato alla luce nel 2018 con nuovi vitigni resistenti a bacca rossa. La produzione del vino vuole essere più naturale possibile: viticoltura svolta esclusivamente a mano, senza additivi chimici, possibilmente senza lieviti selezionati in cantina e con l'aggiunta di solfiti il più possibile contenuta. Si stanno, infatti, diffondendo, sempre di più, il consumo e la richiesta di vino naturale. L'apertura di Gigi & Cristina Winery Vitivinicola Cernobbio durante le Giornate FAI di Autunno offre un'ottima opportunità per conoscere il territorio vinicolo con le sue pratiche e vivere un'esperienza insolita con una piacevole vista sulla valle e su un angolo del lago di Como. I partecipanti saranno accompagnati nei vigneti e nella cantina. 
CREMA
Basilica Santa Maria della Croce
Il Santuario progettato da Giovanni Battaglio è uno scrigno di bellezza rinascimentale lombarda che compenetra riflessioni bramantesche, esuberante decorazione barocca e naturalismo pittorico, costruito per la venerazione mariana in seguito all'apparizione della Madonna il 3 aprile 1490 a Caterina degli Uberti.
La chiesa è un articolato e innovativo organismo a pianta centrale ideata ispirandosi ai canoni dell'architettura lombarda rinascimentale interamente realizzato in cotto il cui colore caldo domina affiancato al verde delle cupole in rame (materiale aggiunto in epoca novecentesca) e al bianco dell'intonaco. L'esterno è compartito in quattro zone sovrapposte, con tre ordini di gallerie percorribili. Il primo ordine di gallerie è composto da aperture monofore, il secondo livello appare più elaborato con una serie di bifore sotto cui corre una decorazione con piccoli rosoni in cotto con i motivi del sole fiammeggiante, della ruota e una figura geometrica complessa. L'ultimo livello è opera del capomastro Antonio Montanari che concluse la costruzione con una galleria di gusto tardo-gotico decorata con rosoncini sovrastata da una serie di monofore trilobate. Il Santuario di Santa Maria della Croce quale luogo di culto è normalmente visitabile, ma la visita curata dagli Apprendisti Ciceroni permetterà ai visitatori di ampliare le conoscenze architettoniche e artistiche del manufatto e del contesto realizzativo.
CREMONA
Palazzo Vescovile    
Il Palazzo Vescovile in piazza S. Antonio Maria Zaccaria è ancora oggi la sede episcopale ed è parte di un complesso di edifici e musei che fanno capo alla Cattedrale cittadina. L’edificio ha origini antichissime, risalenti al primo medioevo e le sue prime strutture vennero edificate contestualmente alla costruzione della Cattedrale: una lapide all'ingresso datava l'edificazione del primo palazzo tra il 1140 e il 1256. Tuttavia, l'attuale assetto è frutto della completa trasformazione delle strutture preesistenti commissionata dal vescovo Omobono Offredi Ambrosini, a partire dal 1791, e progettata dall'architetto Faustino Rodi. Le parti che invece si affacciano verso la Cattedrale sono l'esito di estese demolizioni attuate nei primi anni del Novecento, per isolare il palazzo dalle absidi e dal transetto del Duomo. Il palazzo riprende per alcuni versi i modelli residenziali della casa da nobile dell'aristocrazia cremonese, cui si aggiungono spazi di alta rappresentanza e ambienti per ospitare gli uffici curiali; la riforma tardo settecentesca ricompose quindi le antiche strutture secondo modelli residenziali e canoni distributivi moderni, impreziositi da decorazioni classicheggianti. A questa base classica si aggiunge una ricca stratificazione di elementi decorativi che arrivano fino ai giorni nostri. Durante le Giornate d’Autunno sarà possibile visitare ambienti fino a oggi chiusi al pubblico e solo recentemente restaurati, ovvero gli ambienti di alta rappresentanza e gli appartamenti dell'amministrazione curiale. Qui si potranno ammirare spazi e opere d'arte uniche, tra cui la Galleria dei Vescovi, con i ritratti di tutti i vescovi cremonesi.
OLIVETO LARIO (LC)
Villa Adele 
Villa Adele si trova nella frazione di Limonta, in uno stupefacente luogo in riva al lago. L'edificio è in stile eclettico neogotico ed è proprietà privata. La villa è dotata di un meraviglioso parco che si trova in prossimità del molo e dell'imbarcadero di Limonta. Durante le Giornate FAI, avrete la possibilità di scoprire il giardino della villa solitamente chiuso al pubblico.
LODI
Chiesa di Santa Maria Maddalena
Il primo nucleo del complesso della Maddalena risale ad epoca precedente al XII secolo: nel 1162 si hanno già notizie in questa zona di una chiesa. Sono ancora visibili oggi i resti di questa ricostruzione "romanica", che verrà ulteriormente modificata tra la fine del 500 e l'inizio del 600. Le decorazioni interne sono state eseguite nel corso del XVII secolo: di particolare rilievo è la cupola del Crocifisso, realizzata tra il 1684 e il 1686.Risale al 1719 l'inizio della costruzione di un nuovo e più grande edificio, posto in un'area attigua alla chiesa antica. Il progetto si deve all'architetto lodigiano T. Bovio. I lavori vennero ultimati nel 1748. La consacrazione dell'edificio avvenne il 21 aprile 1743, mentre il primo di maggio si celebrò la solenne traslazione del sacro Crocifisso. In Giornate FAI si scopriranno gli altari in marmi policromi, con ricchi fastigi, eleganti balaustre e cancelletti in ferro battuto, opera di marmorini e battiferro locali tra il 1752 e '57. La sacrestia a doppio ottagono, su disegno autografo del Veneroni, presenta armadiature lignee coeve. Il campanile a quattro ordini, di forme più classiche, venne eretto tra il 1751 e '52 dai fratelli Sartorio. La facciata ad andamento curvilineo è un rifacimento di gusto eclettico del 1888. Degni di nota anche gli stucchi della chiesa primitiva, del 1643, e la statua in legno policromo della “Maddalena penitente” e il Crocefisso miracoloso del XIV - XV secolo.
DOSOLO (MN)    
Teatro Sociale di Villastrada    
Al civico 8 di via XX settembre, il Teatro Sociale di Vallastrada a Dosolo si integra perfettamente nel contesto storico e architettonico del quartiere di sapore liberty in cui è collocato. Edificato nell'anno 1910 su iniziativa di 30 soci, mantenne la sua funzione di teatro fino al 1950, quando fu adibito a cinema. Successivamente attraversò un progressivo e graduale declino fino al completo abbandono nel 1963. Nel 1995 si costituì l'Associazione del Teatro di Villastrada, che tra il 2009 e il 2011 ne curò il restauro. Oggi è un grazioso edificio dall’elegante prospetto: sei colonne con capitelli in stile composito sostengono una trabeazione che esibisce in bassorilievo maschere e fregi ornamentali; al culmine del frontone, in posizione centrale, si innalza la statua di Tersicore; ai lati strumenti musicali e quattro fiaccole simboleggianti le Arti. All’interno sono visibili la platea, 32 palchi e un loggione. I visitatori durante le Giornate d’Autunno saranno accompagnarti lungo un percorso circolare composto da varie tappe, dal foyer al palco centrale, fino ai camerini e alle sale di servizio.
CASTIGLIONE DELLE STIVIERE (MN)
Istituto Lazzarini
Palazzo Lazzarini si trova nel centro storico di Castiglione delle Stiviere ed è sede dell'Istituto "Lazzarini Ing. Giovanni e Sorella Paolina fu Francesco". L'istituto ebbe origine dal testamento di Paolina Lazzarini del 1898 per accogliere gratuitamente le fanciulle povere di Castiglione "che non abbiano parenti tenuti a provvedere alla loro sorte e in grado di farlo". Il palazzo, di fine '700, presenta al proprio interno un cortile con una maestosa scalinata a tenaglia di tardo '800 e un vasto giardino che permette di godere di una vista panoramica dei palazzi del centro storico. Durante le Giornate FAI avremo la possibilità di visitare questo bene solitamente chiuso, e scoprire l'importante funzione sociale che questo istituto di accoglienza e formazione ha svolto e svolge - evolvendosi secondo le necessità - da più di cento anni. Un'occasione anche per conoscere l'operosa rete di enti di assistenza presenti sul territorio nei secoli scorsi.
MONZA
Palazzo Comunale    
In occasione delle Giornate FAI apre per la prima volta in assoluto il Palazzo Comunale di Monza. La costruzione dell’edificio ebbe inizio nel 1926, in seguito alla redazione del "Piano particolareggiato per la sistemazione del Centro della Città" dell’anno precedente. Il progetto del nuovo palazzo del comune venne affidato all'architetto Augusto Brusconi, professore di architettura presso il Politecnico di Milano e soprintendente ai monumenti per le province lombarde; dopo un’interruzione dal 1929, i lavori ripresero nel 1935 e, alla morte di Brusconi, la seconda fase della costruzione fu affidata a un suo collaboratore, l'ingegnere Giovanni Sacchi, che aggiunse un porticato alla facciata nord. Le caratteristiche forme eclettiche, che richiamano la tipologia dei palazzi tardo-rinascimentali e la vasta mole dell’edificio, insieme alla presenza di elementi decorativi di ordine gigante sulle quattro facciate, esercitano un forte impatto sull'ambiente circostante. Attraverso una scala in granito si accede al primo piano; una volta superato il portone i visitatori si imbatteranno in uno scalone monumentale in marmo con forma a tenaglia che collega secondo e terzo livello dell’abitato, creando uno spazio scenografico. 
MAGENTA (MI)
Villaggio Operaio ex Saffa
La S.A.F.F.A. è nata nel 1932 dalla fusione delle fabbriche italiane dell'industria fiammiferaia, con a capo la più grande, la De Medici di Magenta. Come il più famoso Villaggio Crespi anche il villaggio Saffa ospitò i lavoratori. Fu costruito dal nulla per i dipendenti e le loro famiglie. Si tratta di un complesso di edifici distinti, appartenenti a differenti periodi (dagli inizi del '900 al 1962) e destinati ad accogliere le famiglie dei lavoratori dello stabilimento di Ponte Nuovo e ad ospitare funzioni sociali ed educative a servizio della comunità (scuole, chiesa, cinemateatro, mensa). Durante le Giornate FAI si andrà alla scoperta di quello che fu il villaggio S.A.F.F.A., un complesso produttivo dalla seconda metà dell'Ottocento agli anni Duemila e un esempio di conduzione aziendale sensibile all'urbanistica sociale, perché attenta all'uomo ed alla famiglia. Il percorso inizia dalla sorprendente Chiesa di San Giuseppe Lavoratore a pianta pentagonale irregolare, progettata dall'Arch. Giovanni Muzio e consacrata il 1° maggio 1963 dall'allora Card. Giovanni Battista Montini futuro Papa Paolo VI. Durante la passeggiata a ritroso negli anni '50-60' si potrà vedere la scuola primaria Gianna Molla Beretta, edificata sempre su progetto di Giovanni Muzio, un'abitazione originale del villaggio ed il cinemateatro sempre di Muzio, ora in disuso, in mattoni pieni rivestiti da piccole piastrelle di cotto. Si arriverà al Santuario della Madonna del Buon Consiglio, primo luogo di culto del villaggio, dove Santa Gianna Beretta Molla che abitava in questa frazione si recava in preghiera tutte le mattine.
CERVESINA (PV)
Circuito Tazio Nuvolari
Il Circuito Tazio Nuvolari si trova in Oltrepò, nelle campagne di Cervesina, nella pianura tra il fiume e le colline. Ha un'estensione di più di 60 ettari, ma è armonicamente inserito nel paesaggio rurale, che ha come grande dominatore il nostro Po. Il tracciato è stato inaugurato dieci anni fa; è nato per volontà dell'imprenditore Giorgio Traversa, che, riqualificando il sito di una cava di ghiaia, ha realizzato uno dei circuiti automobilistici più moderni, funzionali e tecnici d'Italia. La pista principale misura complessivamente 5.260 metri ed è il secondo circuito per lunghezza in Italia, appena dopo Monza. Nel rettilineo di 720 metri si possono raggiugere velocità anche di quasi 300 km/h. Oltre a questo, sono presenti vari Paddock, un'area off road destinata alle attività fuori strada, ed una pista dedicata a ricerca e sviluppo in cui vengono testate le vetture in diverse situazioni di guida. Ci sono ad esempio diversi 'fondi stradali' che possono essere bagnati a richiesta per simulare la guida sul bagnato, o su terreni accidentati. Accolti dai nostri volontari, scopriremo la storia del circuito, le sue caratteristiche e il suo legame con il paesaggio oltrepadano; ci soffermeremo sulla ricerca scientifica e tecnologica che viene portata avanti in collaborazione con grandi marchi internazionali; anche prestigiose università qui trovano qui le condizioni migliori per testare i prototipi in diverse situazioni di guida ricreate artificialmente per testare il comportamento di auto e moto di fronte a condizioni diverse.
PAVIA
Cripta Romanica di Santa Maria dal Popolo
La cripta romanica di Santa Maria del Popolo si trova nel cuore della città di Pavia e appartiene a una delle due antiche cattedrali romaniche distrutte a fine del Quattrocento per far posto all'attuale Duomo. Il Duomo sorge infatti sul sito delle due preesistenti antiche cattedrali "gemelle" romaniche, unite e comunicanti, di Santo Stefano (estiva) e di Santa Maria del Popolo (invernale), che furono progressivamente demolite per far posto alla nuova cattedrale. Le due chiese vennero progressivamente sconsacrate e demolite con l'avanzare del cantiere rinascimentale del Duomo. Un sapiente restauro ha riportato alla luce un ambiente di grande suggestione, con nicchie quattrocentesche, capitelli e colonne romaniche, ambienti raffinati e suggestivi, i reperti di mosaici pavimentali. Visitare la cripta di Santa Maria del Popolo significa compiere un cammino di grande valore simbolico, che si rivolge da un lato ai fedeli e dall'altro ai visitatori interessati agli elementi storico-artistici e architettonici. Dall'antico sarcofago collocato all'esterno si prosegue nella penombra degli ambienti ipogei per tornare alla luce attraverso due aperture nella pavimentazione della Cattedrale, che consentono di contemplare la luminosità della grande cupola rinascimentale. Preziosi sono gli oggetti esposti nel suggestivo percorso: tra essi un riccio pastorale della fine del secolo XII in avorio intagliato che raffigura la spira dell'antico serpente sconfitto dall'Agnello, Cristo, per mezzo della Croce. Vedremo un corale miniato del XV secolo appartenente all'Archivio Diocesano e una lunetta lignea (secoli XV - XVI) rappresentante la Madonna della Misericordia, recentemente restaurata. Il percorso è arricchito da supporti audiovisi.
ALBIZZATE (VA)    
Oratorio Visconteo di San Giovanni Battista e San Ludovico da Tolosa    
L’Oratorio dedicato ai Santi Giovanni Battista e Ludovico di Tolosa – raro esempio iconografico nella pittura lombarda dedicato a quest’ultimo santo –, si trova in posizione nascosta nel nucleo storico di Albizzate. Costruito nella seconda metà del XIV secolo per volontà di un ramo secondario della famiglia Visconti, l'edificio si inserisce in una tipologia di cappelle gentilizie che ebbe una discreta fortuna in Lombardia, caratterizzate da una sostanziale sobrietà e semplicità dell'ornato esterno e della struttura architettonica, contrapposta a una ricchissima decorazione interna impreziosita da cicli pittorici. L'oratorio si configura infatti come una chiesetta ad aula unica con abside circolare e una semplicissima facciata con profilo a capanna. All’interno la ricca decorazione a fresco accoglie il visitatore in una dimensione di eleganze gotiche e di raffinatezze cromatiche. Il catino absidale è occupato dalle figure di 12 Santi e, al di sopra di questi, spicca un grande Cristo benedicente attorniato dai simboli del quattro Evangelisti. Sulle pareti si dispiegano, disposti su due registri, a sinistra i riquadri con le Storie di San Giovanni Battista e a destra di San Ludovico di Tolosa, un esempio straordinario del gusto narrativo del tardo Trecento. Il ramo della famiglia Visconti di Albizzate si è estinto nel 1633 e da allora l'edificio ha subito tutta una serie di vicissitudini fino all'ultimo restauro del 1998-1999, in occasione del quale gli affreschi sono stati staccati e riposizionati su un supporto di legno e d'alluminio, in modo da assicurarne la conservazione nel tempo. L’Oratorio, solitamente chiuso, aprirà eccezionalmente in occasione delle Giornate FAI. 
BIANZONE (SO)
Santuario di Madonna del Piano
Ricco di storia, il santuario della Madonna del Piano è uno splendido tempio di antichissima fondazione che include in sé epoche e stili distinti che si sovrappongono e si completano. Un manoscritto, ritrovato nel 1911 in Bianzone dal sacerdote F. Cattaneo racconta la storia dell'Apparizione nel luogo dove poi è sorta la chiesa. La parte più antica del santuario è identificabile con il campanile romanico e una parte di muratura a fianco del campanile, all'interno di quella che oggi viene chiamata "la vecchia sagrestia". Il 22 settembre 1985 la chiesa, rimasta a lungo chiusa, ha riaperto i battenti completamente liberata dalla morsa della Statale (spostata più a sud) e rinnovata sia esternamente che internamente dopo gli importanti restauri, grazie alla tenacia e all'impegno di don Zubiani. All'interno, la chiesa ha una navata unica, ampia e luminosa, con le sei cappelle ai lati, ricavate nello spessore dei muri e fra loro comunicanti attraverso piccole aperture. Sopra l'altare maggiore si possono ammirare gli affreschi della cupola che mostrano L'Assunzione della Vergine seguita dagli occhi sbalorditi degli Apostoli.
VARESE
Santuario di Santa Maria della Gioia    
In località Montello a Varese, immerso nel verde collinare, sorge il Santuario di Santa Maria della Gioia, edificato nel 1977 su progetto del frate francescano e architetto Costantino Ruggeri, in collaborazione con l'architetto Luigi Leoni, per volere della Congregazione dei Frati Minori. Padre Ruggeri, che nel corso della sua esperienza professionale ebbe modo di confrontarsi con i principali progettisti dell'epoca, da Gio Ponti a Le Corbusier, è stato una figura centrale nel rinnovamento dell’architettura sacra. Il Santuario si presenta completamente bianco, grazie all’utilizzo di materiali come la pietra a spacco e il calcare, e caratterizzato da una pianta insolita, in parte rettangolare e in parte semicurva. Gli interni sono sobri e quasi minimalisti, in contrasto con le coloratissime vetrate che riempiono di luce l’aula, trasportando l’osservatore in una dimensione mistica. I visitatori avranno l’opportunità di percorrere, in ultimo, le parti esterne del complesso, immerso in un'area verde ricca di flora autoctona.
Commando Provinciale dei Vigili del Fuoco
Dal giorno della sua realizzazione il Comando di Varese presidia e il territorio di competenza ed interviene in caso di incendi e altre calamità, come incidenti lacustri, alluvioni e dissesto idrogeologico. Nel Comando di Varese e nei suoi diversi distaccamenti si coordinano e si preparano mezzi e uomini sempre pronti ad intervenire in caso di emergenza. Ma non solo: il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco svolge tutto l'anno attività di presidio, di sensibilizzazione e di istruzione per scongiurare che le emergenze si verifichino. Durante le Giornate FAI di Autunno si entrerà nel Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese, dove in compagnia dei Volontari del Corpo, nonché dagli stessi Vigili del Fuoco, si avrà modo di vedere da vicino i mezzi di soccorso, pronti a partire in caso di emergenza tutti i giorni a tutte le ore. Chi da bambino non ha mai sognato di diventare pompiere? Sarà l'occasione per grandi e piccini di vivere questo sogno. 
CASTELVECCANA (VA)
Chiesa di San Genesio
La prima notizia della cappella dedicata a S. Genesio, a valle del borgo di Sarigo, risale all'elenco noto come Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, compilato alla fine del XIII secolo. Sono evidenti, a chi contempli la fiancata a valle della chiesetta, le diverse fasi di ampliamento a cui fu sottoposto il nucleo originario dell'edificio, progressivamente allungato verso ovest, di campata in campata, durante momenti anche cronologicamente molto distanti tra loro. La mancanza di documentazione edita non permette, sinora, di stabilire un arco temporale attendibile per i lavori. Il restauro dell'abside, originariamente a forma semicircolare, fu completato entro la seconda metà del XVI secolo. Entro il XVII secolo, invece, furono terminati i lavori della facciata attuale, impreziosita con un rustico portichetto. Gli affreschi, datati 1511, sono opera di Guglielmo da Montegrino, pittore lombardo, e illustrano un'Ultima Cena, S. Martino che dona il mantello al povero, i santi Rocco e Sebastiano e un Cristo nella mandorla mistica fra gli angeli. E infine i vizi e le virtù. Il restauro dell'altare maggiore è frutto del lavoro di ebanisteria della metà del XVII secolo. L'altare si compone di un dipinto ligneo circondato da lesene scolpite e con un'elaborata cornice con motivi vegetali e angeli dorati. L'area presbiteriale è delimitata dalla balaustra settecentesca in marmi policromi. Il pavimento dell'aula fedeli è in mattonelle di graniglia. Più antico, invece, il bel pavimento di beole sotto il pronao, con lastre irregolari posate in forma di grande cerchio per riprendere il cartiglio della volta soprastante. L'apertura della chiesa di San Genesio durante le Giornate FAI d'autunno prevede la visita all'esterno e all'interno della chiesa, normalmente non fruibile. Sarà questa un'assoluta novità per la gente del territorio che non ha mai potuto visitare questo piccolo gioiello medioevale i cui ultimi restauri degli affreschi sono stati completati nel 2024.
Questo sito fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI d’Autunno, beneficiando di fondi europei PNRR - programma tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale.
VIMERCATESE (MB)
Giardini di Villa Paveri Fontana (S. Maria Molgora)
Apertura solo sabato 12
Villa Paveri Fontana, con le sue nobili forme neoclassiche, occhieggia dall'elegante cancellata che chiude il maestoso viale d'accesso, protetta sugli altri lati dalle fronde degli alberi del folto parco all'inglese. Trattandosi di un'abitazione privata, solitamente non è accessibile al pubblico: per cortesia dei proprietari, la visita rivela aspetti inediti e affascinanti sia dal punto di vista storico che architettonico, ma soprattutto dal punto di vista naturalistico. Dopo un'introduzione che verterà sulle vicende dell'ospedale di Santa Maria Molgora che nel Medioevo e nel Rinascimento sorgeva sul sito, incontreremo le famiglie, di antica nobiltà, che si sono avvicendate nella guida della villa e dei suoi possedimenti. Seguirà la descrizione dell'edificio principale e delle sue pertinenze; verrà quindi illustrata l'evoluzione dei giardini, cuore della visita, dall'elegante giardino all'italiana fino al romantico giardino all'inglese. Gli spazi aperti accoglieranno i visitatori nel verde, facendo da sfondo alla narrazione delle interessanti vicende di questo luogo, che esiste dal Medioevo e vive ancora ai giorni nostri. 
Per informazioni sugli orari: www.giornatefai.it 

Modalità di visita delle Giornate FAI: per accedere alle visite è sufficiente presentarsi in loco durante gli orari di apertura indicati nella scheda descrittiva di ciascun luogo. Sul posto, i volontari FAI forniranno tutte le informazioni necessarie per la visita e le indicazioni sui tempi di attesa. Nelle aperture di Milano (ad esclusione di Villa Necchi e Palazzina Appiani), alcuni posti sono prenotabili dai soli Iscritti FAI. I posti rimanenti sono accessibili a tutti senza prenotazione fino al raggiungimento della capienza massima.

 
Ultimo aggiornamento: 09/10/2024 12:02:38