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Dana, i lavoratori chiedono garanzie occupazionali

Intervento di Fiom Cgil e Fim Cisl

Rovereto (Trento) - Le assemblee nei due stabilimenti di Arco e Rovereto, con la partecipazione dei coordinatori nazionali automotive di Fiom-Cgil e Fim-Cisl.
Ipotizzata una mobilitazione anche assieme ai lavoratori della filiera: “mandiamo un messaggio chiaro alla futura proprietà”.

“Dialogo e collaborazione se vi saranno investimenti, impegni chiari sui posti di lavoro e mantenimento dei siti italiani.
Subito garanzie precise sull’occupazione a Rovereto come negli altri stabilimenti, a fronte dell’annunciato spostamento di parte della produzione in Messico”, così si sono espressi Ciro D’Alessio e Stefano Boschini, coordinatori nazionali del settore automotive rispettivamente di Fiom-Cgil e Fim-Cisl, nelle assemblee convocate unitariamente ad Arco e Rovereto.

La vendita da parte di Dana dell’intera divisione off-highway, che coinvolge 11 dei 12 stabilimenti italiani del gruppo e circa 3.800 lavoratori tra Trentino, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Puglia – hanno detto i rappresentanti sindacali – avviene in un momento delicatissimo per l’intera industria europea ed italiana, sia a causa dei nuovi equilibri internazionali innescati dall’aggressiva politica industriale americana e dalla rapidissima avanzata della nuova potenza economica mondiale, la Cina, sia soprattutto a causa dei mancati interventi strutturali in materia di politica industriale in Italia ed in Europa, a fronte dei grandi cambiamenti che stanno investendo il settore. “Abbiamo dunque validi motivi per essere preoccupati: ecco perché abbiamo non solo il diritto, ma il dovere di vigilare su questa transizione”. E per farlo – hanno ribadito D’Alessio e Boschini – chiediamo il riconoscimento, da parte di Dana, di un coordinamento sindacale unico, che veda coinvolte tutte le realtà di Dana in Italia.

Riguardo la delocalizzazione in Messico, che la Direzione ha detto impatterà fino al 40% della produzione dello stabilimento di Rovereto e fino al 10% della produzione dello stabilimento di Arco, non bastano – hanno detto i rappresentanti sindacali – le dichiarazioni di impegno a trovare produzioni alternative. “Vogliamo sapere oggi, non domani, cosa verrà portato in Trentino per garantire i posti di lavoro”.

Nelle assemblee è stata ipotizzata una giornata di mobilitazione coinvolgendo anche filiera e indotto, per mandare un messaggio chiaro e forte alla futura proprietà: “si garantiscano investimenti e posti di lavoro, a cominciare da Rovereto e Arco, coinvolgendo in primis i rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori”. È un bene – è stato concluso – che la politica, a Trento come a Roma, sia oggi unita per difendere questa importante realtà industriale italiana.
Ultimo aggiornamento: 28/02/2025 16:39:40
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