Trento - Durante 2024, i tribunali di Trento e di Rovereto hanno registrato 41 aperture di liquidazioni giudiziali, dato in crescita rispetto a quello rilevato nel 2023, quando le procedure si erano fermate a 31 casi in totale.
Nonostante il lieve aumento, il valore complessivo rimane contenuto se confrontato con la serie storica degli ultimi anni. Va considerato tuttavia che i valori passati non sono perfettamente sovrapponibili a quelli dell’ultimo biennio. Nel 2022, infatti, la procedura di fallimento è stata sostituita dalla liquidazione giudiziale, che però nella sostanza conserva le caratteristiche essenziali della precedente.
Scendendo nel dettaglio dei principali settori di cui si compone l’economia trentina, l’edilizia, con 11 aperture di liquidazione giudiziale, si conferma essere il comparto più colpito, considerando anche che, oltre alle imprese di costruzione, al suo interno sono compresi impiantisti e società immobiliari. Seguono, per rilevanza numerica, il commercio all’ingrosso e al dettaglio con 8 procedure, il manifatturiero, il settore degli alberghi-ristoranti-bar e i servizi alle imprese con 5 procedure ciascuno. Risulta meno consistente il numero di liquidazioni giudiziali che hanno colpito il settore dei trasporti (3), l’estrattivo (1), la sanità (1), l’istruzione (1) e la silvicoltura (1).
Considerando le forme giuridiche delle imprese che nel corso del 2024 hanno aperto una procedura giudiziale, risulta che 28 erano società di capitale, nove erano società di persone e quattro imprese individuali.
Delle 41 imprese interessate dall’avvio di un iter di liquidazione giudiziale, oltre il 50% risulta concentrato nei comuni di Trento (17 procedure) e Rovereto (4 procedure), seguono Riva del Garda con tre procedure aperte, Ala con due e altri 15 comuni trentini con una ciascuno.
“In termini assoluti – ha commentato Andrea De Zordo, Presidente della Camera di Commercio di Trento (foto di Daniele Mosna) – stiamo parlando di dati di lieve entità rispetto al complesso del sistema imprenditoriale trentino e tutto sommato compatibili con le prospettive di crescita del Pil che i maggiori indicatori individuano su valori inferiori all’1%. Non va quindi abbassata la guardia, ma è necessario continuare a essere vigili e a dotarci di tutti gli strumenti necessari a rendere più solido e dinamico il nostro percorso verso lo sviluppo del territorio e della sua economia”. Da luglio 2022 la procedura di fallimento è stata sostituita dalla liquidazione giudiziale.