“Dio è una virgola, non un punto. Ama fare e ricevere domande. Il terreno del morire, da sempre è fecondo di domande. Tra i destinatari, non raramente, c’è il volto di Dio.
Diverso, tuttavia, è il tenore delle domande, a seconda che a generarle sia una riflessione astratta attorno alla morte oppure l’esperienza del morire delle persone che ti hanno amato e che hai amato.
Nel primo caso, attivano l’ambito della razionalità. Nel secondo, sono cariche di angoscia, nostalgia, desiderio di tornare ad incontrarle. Qui la risposta razionale suscita non raramente fastidio e, pure, rabbia.
Gesù non ha formulato ragionamenti sulla morte. L’ha attraversata, l’ha abitata e nel suo morire interroga il Padre: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?”. Incredibilmente in quel suo chiedere di non essere abbandonato riconosciamo anche il nostro intenso desiderio, di fronte alla morte dei nostri cari, di trovare casa, porte accoglienti, il calore di un abbraccio.
In queste ore dove vediamo il sangue versato di tanti innocenti, la morte inferta con inaudita crudeltà, sorprende il testo dell’Apocalisse che parla di uomini le cui vesti sono rese candide dal sangue dell’Agnello. Nel testo biblico il vestito rappresenta, simbolicamente, la forza e la dignità di una persona. Come è possibile che il sangue renda bianche le vesti? La risposta possiamo cercarla nelle storie di tanti testimoni, dentro e fuori la Chiesa, il cui dono della vita – spesso tolta a loro con violenza – è diventato, paradossalmente, forza di cambiamento e di liberazione.