"Ritengo doveroso come ex presidente onorario del Patt (Patt vecchio), con una lunga storia autonomista alle spalle, esprimere rispettosamente un commento su quanto accaduto in merito alla crisi che sta attraversando il Patt ed alla sua evoluzione fino all’ultima scelta di allearsi a destra con la Lega e forze politiche collegate.
Brevemente alcuni cenni storici. Il Patt, dopo tanti anni all’opposizione, è andato al Governo con Andreotti nel 1993. Ha terminato nel 2018 una positiva esperienza governativa nel centro sinistra con Rossi del PATT presidente. Solo la richiesta, per un avvicendamento alla presidenza, ha fatto saltare la continuità con Rossi e questo errore ha regalato alla destra il Governo Provinciale. Non erano in discussione né la bontà e la capacità di Rossi, né la positività della coalizione.
Ora, visto, come la destra, con in testa la Lega, ha governato la Provincia, in questi cinque anni, e come hanno fatto opposizione le minoranze, compreso il Patt, si pensava che fosse logica la riedizione del centro sinistra per tentare di riprendere il governo provinciale perso nel 2018. In questa direzione, anche se non formalmente, si era espresso il Congresso dell’aprile 2022. Basta andare a leggere (le parole volano, ma gli scritti rimangono) quanto aveva dichiarato il sottoscritto e gli applausi di consenso ottenuti dai congressisti. Avevo detto chiaramente che bisognava preparare un’alternativa politica all’attuale maggioranza. I contenuti del mio intervento inoltre erano già noti al Partito perché inviati precedentemente per iscritto.
Oltre a quanto ha detto il sottoscritto altri hanno espresso un chiaro dissenso alla politica di questa maggioranza. Si pensava pertanto naturale l’immediato approccio con le forze politiche del centro sinistra. Perché si è voluto subito mescolare le incompatibilità invitando rappresentanti dell’attuale maggioranza con forze di opposizione come Campobase? All’errore fatto dal Patt era evidente il rifiuto di Campobase di sedersi al tavolo con forze politiche della Maggioranza. Non era questa l’alternativa da costruire.
Il Patt non interruppe il suo percorso verso destra, ma continuò imperterrito. Inutile si rivelò anche il mio accorato appello in Consiglio Provinciale di cambiare rotta in ossequio allo statuto ed a quanto era emerso nel Congresso. Neppure la mia dichiarazione di uscita dal Partito e restituzione della Presidenza onoraria, se non si fosse cambiato rotta, fece cambiare idea alla direzione. A me non rimase che prendere atto della situazione e trarne le logiche conseguenze. È vero che un presidente onorario deve essere l’ultimo a lasciare il partito al quale appartiene, ma per quello che ho fatto e detto coerenza vuole che sia doverosamente fra i primi.
Lascio la forma, ma conservo la sostanza. Il corpo vale più del vestito. Così, assieme a tanti altri sono sceso dalla corriera che aveva invertito la rotta e sono salito sul mezzo nuovo che avrebbe continuato la corsa nella giusta direzione.