"Fu con il voto dell'Assemblea Costituente che la "causa montana" trovava posto all'articolo 44 della nostra Costituzione. A lungo, nella prima metà del 1900, la montagna era stata intesa come giacimento di risorse per le pianure e le città, con l'utilizzo delle fonti energetiche, delle disponibilità idriche per l'irrigazione e l'industria, mentre la questione delle "Terre Alte" veniva ridotta a questione di gestione del patrimonio agro-silvo-pastorale. Una visione davvero riduttiva. Impulso che si riaffaccia periodicamente, insieme, oggi, alla tentazione di considerare la montagna un immenso parco giochi a consumo dei flussi turistici.
Ma la regione di montagna è fatta di persone.
Con la Repubblica, all'assemblea Costituente la parola veniva restituita alle popolazioni alpine e delle nostre altre montagne. A 75 anni da quella decisione, a 70 anni dall'istituzione della vostra preziosa Unione, è giusto riflettere sui passi compiuti e su quelli da compiere, per ribadire, come lei ha detto, poc'anzi, Presidente, "nuova fedeltà alla Carta" e ai suoi principi.
La montagna non è solo l'evidente spazio di raccolta di beni del Paese, ma, con i suoi 3.850 Comuni, rappresenta un decisivo patrimonio di vita civica.
Tra pochi giorni - il 19 dicembre, appunto - ricorreranno ottant'anni dalla Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine - la Carta di Chivasso - che riunì, in quella cittadina piemontese, in quel 1943, esponenti della Resistenza che, in maniera lungimirante, optarono, anzitempo, per la scelta repubblicana.
Lasciamo, per un attimo, la parola a quel documento che, nel pieno della lotta per l'indipendenza della Patria e la libertà dal nazifascismo, chiedeva l'autonomia per le vallate alpine affinché potessero costituirsi in Comunità politico-amministrative; affermava il diritto di usare la lingua locale accanto a quella italiana; sollecitava un'organizzazione tributaria in grado di favorire lo sviluppo dell'economia montana e combattere, così, lo spopolamento.
Ed è a questo patrimonio di valori che occorre guardare, ai suoi abitanti che, in questi 77 anni di vita democratica, si sono battuti per affermare gli elementari principi costituzionali di eguaglianza fra i cittadini, alimentandola con l'esperienza dei Consigli di Valle, espressione dell'identità dei territori, della solidarietà tra i Comuni.
Come è naturale, nuove sfide si aggiungono, imposte, oggi, dai mutamenti climatici, dalla struttura demografica del Paese; sfide che rilanciano la questione della tutela ambientale come centrale per la sopravvivenza e il progresso di tante parti d'Italia e dell'intero Paese.