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Voglio vivere e lavorare in montagna, il messaggio di una studentessa di Unimont

"Come molti dei miei compagni di corso che provengono da tutta Italia, ho scelto di studiare in un piccolo comune di montagna, trasferendomi da una città di un’altra Regione, perché voglio vivere e lavorare in montagna, contribuendo con le conoscenze e la professionalità adeguate ad incrementare la competitività di queste terre, oggi fragili ma ancora ricche di risorse naturali e culturali da tutelare e valorizzare. Un patrimonio importante per un Paese come l’Italia - “abbracciata” dal mare e “sostenuta” dalla catena montuosa delle Alpi - di cui possiede l’intero versante meridionale - e dagli Appennini. Territori, quelli montani, che nell’epoca delle “transizioni” verso nuovi modelli di
sviluppo sostenibile, hanno una grande opportunità di riscatto dalla marginalità, se ci impegniamo a portare in queste zone l’innovazione che serve a creare valore attraverso prodotti unici e sostenibili e a garantire servizi adeguati, nonché a diffondere nella società la consapevolezza dell’importanza che hanno per tutti noi.
Uno dei punti di forza della mia esperienza universitaria “in montagna” è proprio il contatto diretto e quotidiano con la dimensione territoriale locale, utile per la didattica ma anche per l’acquisizione della consapevolezza delle peculiarità e dei bisogni prioritari dei contesti montani da valorizzare, che solo vivendoci si comprendono appieno. Da un punto di vista metodologico e operativo, invece, l’esperienza universitaria che sto affrontando è tutt’altro che “locale” perché io e i miei compagni siamo studenti di una delle più grandi università pubbliche italiane e, grazie al network di cui il polo di Edolo è parte e all’uso della tecnologia, possiamo interagire con i principali studiosi, esperti e attori dello sviluppo territoriale montano a livello regionale, nazionale e internazionale. Questo ci insegna
concretamente che oggi è possibile “collegare” efficacemente la dimensione locale con quella sovralocale, il piccolo comune con la grande città e con i centri di servizio e della conoscenza, in una rete che potenzialmente annulla le distanze e può davvero facilitare i processi di innovazione e formazione indispensabili a far emergere dalla marginalità le montagne. Dall’alleanza tra i territori montani, urbani e i centri del sapere e di servizio si può costruire un futuro diverso per le montagne.
Grazie alla mia specifica esperienza universitaria ho potuto partecipare e contribuire al programma “Youth4Mountains”, lanciato dal polo di Edolo della mia università, in collaborazione con la Mountain Partnership. Ho avuto l’opportunità di confrontarmi con più di cento ragazzi di 28 diversi Paesi del mondo (che come me amano la montagna) a riguardo di temi come il cambiamento climatico, la biodiversità, la mobilità, e la connettività, ma anche l’imprenditorialità e l’innovazione nei territori montani. Da questo confronto è nato il “Mountain Education and Innovation Manifesto – MEIM”, presentato in occasione della settimana dedicata a Clima e Biodiversità che si è tenuta all’inizio di ottobre a Dubai, all’Expo 2020.

Manifesto nel quale chiediamo attenzione per le specificità delle montagne, che nonostante rappresentino il 27% della superficie terrestre, forniscano fino all’80% delle risorse di acqua dolce del nostro pianeta e siano hotspot di biodiversità, nonché “casa” di 1,1 miliardi di persone nel mondo sono spesso caratterizzate dalla mancanza di infrastrutture e di servizi di base, scarse opportunità di lavoro e di impieghi qualificati, centralizzati nelle aree urbane. Il cambiamento climatico sta avendo impatti concreti sulle zone di montagna, con temperature medie che stanno aumentando più rapidamente nelle zone montane rispetto a quelle di pianura. Allo stesso tempo, l'aumento del ritmo di fusione dei ghiacci e della neve, così come l'accorciamento delle
stagioni fredde, sta influenzando la disponibilità di risorse idriche con conseguenti impatti negativi sulle pratiche agricole e su altre attività vitali situate nelle zone di montagna e nelle vicine pianure. Il rischio di pericoli naturali è in costante aumento e mette sotto pressione gli insediamenti umani. La redditività del turismo invernale sta diminuendo soprattutto a causa dell'aumento della temperatura che colpisce le economie locali.
In questo scenario, noi giovani chiediamo, attraverso il manifesto, di essere aiutati ad acquisire le conoscenze e a utilizzare strumenti e metodi appropriati e innovativi per affrontare, con successo nei territori montani le sfide locali e quelle globali, vecchie e nuove: dallo spopolamento alla perdita di servizi e competitività, dagli effetti del cambiamento climatico alla perdita di biodiversità fino ai processi di transizione - ecologica e digitale - verso nuovi modelli di sviluppo sostenibile. Ciò significa in primo luogo prevedere il potenziamento delle attività formative, di ricerca e disseminazione sulle tematiche montane, per sapere da un lato come ridurre il nostro impatto ambientale e mitigare i cambiamenti in atto in luoghi così sensibili e dall’altro come utilizzare le risorse in modo sostenibile per poter creare valore e servizi così da poterci vivere davvero in montagna. Chiediamo che venga garantita un’educazione di alta qualità anche nelle aree montane, oltre all’accesso alle tecnologie digitali e ai servizi essenziali, riducendo il divario oggi esistente tra aree urbane ed aree montane.
Noi giovani chiediamo che vengano create le condizioni affinché le idee innovative possano trasformarsi in imprese di successo anche in montagna, attraverso azioni, strumenti e provvedimenti adatti alle specificità territoriali e socio-economiche di questi territori.
Il Manifesto, presentato per la prima volta l’8 ottobre presso il padiglione Italia ad Expo 2020 Dubai, è stato ad oggi sottoscritto da oltre 150 enti di 32 Stati differenti. Sono Università, Associazioni, Centri di Ricerca, Scuole, Imprese che dalle catene montuose europee quali le Alpi, gli Appennini e i Pirenei, fino alle grandi catene extra-europee quali Hindu-Kush/Himalaya e la Cordigliera delle Ande ribadiscono il loro impegno per promuovere uno sviluppo sostenibile delle montagne. Un primo passo per costruire e rafforzare alleanze strategiche e per amplificare la nostra voce e condividere il nostro impegno per le montagne.
Stimato Presidente, a nome di tutti coloro che sono impegnati nella diffusione del Manifesto della Montagna, Le giunga il nostro grazie per l’invito qui a Roma, a questo incontro per la Giornata Internazionale della Montagna", Magda Ciullo, studentessa del corso di laurea in “Valorizzazione e Tutela dell’Ambiente e del Territorio Montano” dell’Università degli Studi di Milano che si svolge al polo “UNIMONT” di Edolo.

Ultimo aggiornamento: 21/12/2021 23:00:15
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