Lavarone - Montagne ancora incorniciate dalla neve, vallate colorate di un verde vivo e piene di nuovi profumi dove esplodono le fioriture, laghi che riflettono mari rovesciati di nuvole sospese e cieli azzurri. E naturalmente strade che si impennano tornante dopo tornante e muri di appassionati che si aprono all’ultimo, davanti ai protagonisti che si sfidano in un emozionante spettacolo sportivo e per il quale, anche nel 2022, si continua a spendere l’aggettivo “epico” raccontando queste loro imprese.
Ci sono tutti gli ingredienti per un grande finale di questo 105° Giro d’Italia e sarà ancora una volta il Trentino ad offrirlo alla platea internazionale degli appassionati della bicicletta. In 105 edizioni il Trentino ha ospitato il Giro d’Italia 161 volte: 75 partenze, 75 arrivi e 16 tappe con partenza e arrivo. Sono questi i numeri di un matrimonio duraturo e affascinante che il Trentino rinnoverà dal 25 al 28 maggio. E il nostro territorio, ancora una volta, giocherà il ruolo di arbitro della popolare gara rosa, ospitando decisive tappe finali. Nello specifico due frazioni, e un terzo lungo passaggio con salite impegnative che ridisegneranno la classifica e definiranno il vincitore.
Tappa n. 17: Ponte di Legno - Lavarone, km 168 - mercoledì 25 maggio
Dopo la partenza da Ponte di Legno, i corridori scaleranno subito il Passo del Tonale passando poi dalla val di Sole e val di Non, Piana Rotaliana, val di Cembra e Valsugana, fino al traguardo di Lavarone, non prima di aver affrontato le durissime salite del Passo del Vetriolo e di Monte Rovere, inerpicandosi sui tornanti della strada del Menador, la storica Kaiserjägestrasse.
Il Giro d’Italia fa ritorno in Valsugana dopo l’edizione del 2019, quando la corsa si immerse in un paesaggio alpino ancora profondamente ferito dalle conseguenze della Tempesta Vaia per scalare il Passo Manghen, Cima Coppi del 2019, e dove fu Fausto Masnada a transitare primo. Sempre la Panarotta era stata protagonista di un arrivo in salita nell’edizione del 2014, tappa vinta dal colombiano Juliàn David Arredondo Moreno.
Andando ancora più a ritroso si arriva al Giro del 1988 con la cronoscalata da Levico fino al Passo di Vetriolo. Quel 9 giugno, con il caldo estivo a rendere ulteriormente impegnativa la prova contro il tempo dei corridori, a vincere fu l'americano Andy Hampsten, davanti a Roberto Visentini e Flavio Giupponi. Hampsten, primo americano nella storia, avrebbe poi conquistato il successo finale in quel Giro.
La salita del Menador
La salita è lunga poco più di 8 km, con una pendenza media superiore al 9% ed alcuni tratti al 12-15%. Da quota 483 m. conduce a Monterovere (m. 1261), con un dislivello di quasi 800 m. Molto panoramica (bellissimi alcuni scorci sui laghi di Caldonazzo e Levico), la strada sale tortuosa con diversi tornanti. Si incontrano anche due gallerie, di circa 15 metri di lunghezza ciascuna. Una delle ultime curve accoglie un ampio belvedere da cui godere del panorama sulla valle, dal quale sembra di potersi tuffare direttamente nei laghi di Caldonazzo e Levico.
Il Menadòr è una delle 23 Grandi salite del Trentino, una serie di tracciati per bici da strada evocativi delle grandi imprese dei ciclisti sulle strade del territorio, in occasione del Giro d’Italia in particolare.
Indietro nella storia
La Kaiserjägerweg - la strada dei “Cacciatori imperiali“ - collegava Caldonazzo in Valsugana con Monterovere sull’Altopiano di Lavarone.