Riteniamo per questo - continua Barbaglia - che tutte le istituzioni e le organizzazioni debbano impegnarsi nel promuovere lo Sport come maestro di salute ed esercizio di benessere, che sappiano stimolare e rinforzare anche i valori morali e sociali come il senso di responsabilità nei confronti della salute individuale e collettiva”.
ATTIVITA’ FISICA E MALATTIE RESPIRATORIE, SOPRATTUTTO IN ALTA QUOTA
L’attività fisica regolare è ormai riconosciuta come strumento di prevenzione per numerose malattie, favorendo il mantenimento del benessere psico-fisico. Un buon funzionamento dei polmoni è alla base di una buona qualità della vita e dipende dalla integrità delle strutture che compongono l’apparato respiratorio.
“Nei soggetti con malattie respiratorie croniche, è stato dimostrato che la regolare pratica dello sport migliora i sintomi, la funzione polmonare. Inoltre, è in grado di modulare il sistema immunitario e avere un ruolo protettivo contro sovrappeso e obesità, promuovendo dunque una riduzione dell’infiammazione sistemica. Pertanto - interviene Mario Malerba, professore di Malattie dell’Apparato Respiratorio della Scuola di Medicina dell’UPO e Direttore SCDU di Pneumologia - Ospedale S. Andrea, ASL di Vercelli - praticare una regolare attività fisica migliora la qualità della vita sia di chi è sano che di chi è affetto da una patologia polmonare. Quando i polmoni sono sani, si dispone di un’ampia riserva respiratoria, ma anche chi è affetto da una patologia polmonare cronica può contribuire a migliorare i propri sintomi svolgendo regolare attività fisica. In particolare, l’attività sportiva ad alta quota in montagna produce un miglioramento della sintomatologia respiratoria di alcune patologie come l’asma, sia in inverno che in estate, ad esempio per una ridotta esposizione ai pollutanti atmosferici e ad alcuni allergeni inalatori".
I NUMERI DELL’ASMA TRA I GIOVANI
Nel mondo più di 300 milioni di persone soffrono di asma, diagnosticata in oltre il 10% della popolazione pediatrica dei Paesi industrializzati, con una stima di aumento a 400 milioni nel 2025.
In Italia si stima una prevalenza di asma del 9% in bambini di 6-7 anni e del 10% in ragazzi di 13-14 anni, equivalente a una media di 2-3 alunni che soffrono di questa patologia presenti in una classe.
Globalmente si stima che la mortalità per asma sia di 1 caso su 250 morti. Fortunatamente, in Italia, la mortalità per asma sta diminuendo ma ancora sono molti i giovani che perdono la vita a causa di questa patologia troppo spesso sottovalutata. Moltissimi adolescenti presentano i sintomi respiratori tipici dell’asma, ma a questo campanello d’allarme non sempre seguono adeguate azioni per giungere a definire una corretta diagnosi, una presa in carico specialistica e una terapia adeguata che salvaguardi la salute dei ragazzi.
“Un ragazzo asmatico in età di obbligo scolastico trascorre buona parte del suo tempo a scuola, specialmente in primavera, quando è maggiore il rischio di crisi acuta e potenzialmente letale d'asma. Il pericolo principale - conclude Barbaglia - è la crisi asmatica grave, con necessità di accesso in pronto soccorso, spesso in situazioni in cui gli ospedali sono lontani dai plessi scolastici. In questi casi è importante l’intervento immediato del personale scolastico che, se adeguatamente preparato, può risolvere facilmente la crisi o attenuarla, in attesa dell’arrivo dei mezzi di soccorso.”