Sondrio - Prendersi cura di sé stessi tornando alla natura: è il messaggio della seconda giornata di Sondrio Festival, la Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi, che ieri ha vissuto un'intensa giornata tra documentari, davvero splendidi, grandi ospiti, su tutti
Mike Maric, guru del respiro, e mostre. Ad accogliere il pubblico in piazza Garibaldi è l'esposizione
"Eleganza letale", dedicata ai felini, specie in pericolo che richiamano la nostra attenzione, in cima al gradimento di grandi e piccoli. «I visitatori sono moltissimi, oltre 1200 soltanto ieri, nella prima giornata di apertura - spiega il direttore di Sondrio Festival
Simona Nava (foto) -: si tratta di una mostra di alto livello dal punto di vista tecnico e dei contenuti, in quanto impressiona per gli esemplari a grandezza naturale e invita alla riflessione sui cambiamenti in atto che colpiscono ecosistemi così lontani da noi ma rappresentativi della fauna del pianeta. I visitatori hanno colto lo spirito di questa iniziativa, che si inserisce nell'offerta complessiva della manifestazione, e ne hanno compreso il messaggio. Sondrio Festival parla tanti linguaggi per arrivare a un pubblico vasto e far crescere la consapevolezza rispetto alle emergenze ambientali del nostro pianeta».
La serata al Teatro Sociale si è aperta con Mike Maric: verve e simpatia, indubbia capacità di ispirare, tra il serio e il faceto, con l'imitazione di Mike Bongiorno al quale lui, nato negli anni di Rischiatutto, deve il nome. Introdotto dalla presentatrice
Gigliola Amonini e sollecitato da
Andrea Piovan, voce di tanti documentari naturalistici, Maric è partito dalla gestazione, vissuta da tutti in apnea per nove mesi dentro il grembo materno, per parlare di cambiamento: lui, medico, campione mondiale di apnea, oggi coach di assi dello sport, l'ha fatto per superare la morte di un amico. Ha ripreso in mano la sua vita attraverso la natura e l'ha raccontato nel libro
"Se respiro posso". Con il respiro si possono gestire le emozioni, vivere e dormire meglio ma bisogna saperlo allenare e applicarsi con diligenza. «Ci sono tante ricette - ha detto -, ma nessuna formula magica: per prima cosa vi consiglio di crederci davvero, poi di dedicare tempo, quindi di provare ad addormentarvi cercando di cullarvi con l'onda del respiro, inspirando partendo dal basso e viceversa». Nel pomeriggio,
Pietro Guberti, aveva presentato il suo libro,
"Pian di Spagna: la meraviglia continua", evidenziando l'importanza dell'area tra le province di Sondrio, Lecco e Como nelle rotte migratorie degli uccelli e soffermandosi sulla fotografia etica quale mezzo di sensibilizzazione rispetto ai comportamenti da adottare quando si cammina all'interno di un'area protetta.
Ben quattro i documentari in concorso nella giornata di ieri, due nel programma pomeridiano e altrettanti nel serale, con i quali si sono raggiunti livelli altissimi per tecnica e coinvolgimento emotivo. Con
"Tra i boschi delle Serre Calabresi", il regista
Giampiero Capecchi ha accompagnato gli spettatori all'interno di un'area protetta dove la biodiversità è rimasta intatta da decenni. Sede del più importante polo siderurgico del Regno delle due Sicilie, del quale rimangono la ferriera e un museo, l'area si è trasformata in un'oasi ambientale. La produttrice
Ageliki Lefkaditou è tornata sul palco del Teatro Sociale, cinque anni dopo la prima volta, per presentare lo spettacolare
"Il richiamo della natura", diretto da
Asgeir Helgestad: un documentario che "viene dal cuore" che "racconta le nostre preoccupazioni per la Norvegia". Il regista narra in prima persona il dolore per l'Artide che continua a sciogliersi, per l'habitat distrutto dagli esseri umani, chiudendo il suo bellissimo e coinvolgente lavoro, che ha favorevolmente impressionato gli spettatori, con l'invito a ridurre i consumi e a rivedere le nostre priorità perché "non tutto è perduto, il pianeta si può ancora salvare".