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Canottieri Gavirate pigliatutto gli Agonali del Remo di Salò

Sul òago di Garda il circolo di Varese vince sia in campo maschile che femminile

Salò (Brescia) - È un vero trionfo quello ottenuto oggi dalla Canottieri Gavirate agli Agonali del Remo di Salò, una delle più antiche manifestazioni del canottaggio italiano con barche 8+. Il circolo di Varese, infatti, non solo ha bissato la vittoria dello scorso anno, ma ha conquistato anche l’inedita Coppa delle Rose, messa in palio per la prima volta per gli equipaggi femminili.
Sul secondo gradino del podio sono saliti i padroni di casa della Canottieri Garda, che in finale hanno lottato fino all’ultimo dando parecchio filo da torcere ai vincitori. Terzo l'equipaggio del Cus Pavia.

Dopo aver celebrato lo scorso anno l’edizione del centenario, l’evento patrocinato per la prima volta nel 1923 da Gabriele d’Annunzio, ha portato sul Benaco una settantina di atleti appartenenti a 7 società remiere di tutta Italia (foto credit Canottieri Garda). A metà tra manifestazione sportiva e rievocazione storica, l’appuntamento organizzato dalla Canottieri Garda ha visto scendere in acqua 2 atleti olimpici, 7 campioni mondiali, 18 atleti medagliati in competizioni internazionali.
Tra gli uomini hanno partecipato: Canottieri Lario, Canottieri Mincio di Mantova, Cus Pavia, Canottieri Savoia di Napoli, Canottieri Gavirate, Canottieri Garda Salò.
Tra le donne: Cus Pavia, Canottieri Flora Cremona, Canottieri Lario e Canottieri Garda Salò.

In campo maschile i vincitori hanno alzato al cielo una copia della prestigiosa Coppa del Liutaio, realizzata nel 1924 da Renato Brozzi e considerata all’epoca uno dei trofei sportivi più belli mai creati. La coppa ha atteso i vincitori all’arrivo, davanti al Bar Italia, dove era posizionata anche una riproduzione della poltrona in velluto rosso preparata nel 1923 per il vate, che la rifiutò sprezzante gettandola nel lago.

La novità dell’edizione 2024 era la presenza, per la prima volta, di equipaggi femminili, che hanno gareggiato a bordo dei velocissimi 4 di coppia. Nella agguerrita finale a 3 vinta dal Gavirate, la Canottieri Lario si è piazzata seconda, mentre la Garda Salò è arrivata terza.
Una nota: l’equipaggio di casa era composto dalle tre atlete del Garda bresciano più medagliate della storia del Canottaggio italiano: Valentina Iseppi (Canottieri Aniene) 4a alle Olimpiadi di Tokio nel 2021, Laura Meriano (con doppio tesseramento Canottieri Garda e Arma dei Carabinieri), Campionessa del Mondo Under 23 nel 2019, Vittoria Tonoli (SCGS), argento e bronzo mondiale giovanile, accompagnate dalla giovane Carlotta Leali.

“A dispetto della pioggia abbiamo vissuto una bellissima giornata di sport” sottolinea Marco Maroni, presidente della Canottieri Garda. “Dopo l’edizione del centenario era importante dare continuità a una gara che, anche in virtù della sua particolarissima formula, è destinata a diventare una delle più importanti d’Italia”.

Nonostante la pioggia iniziale infatti, la manifestazione è proseguita con condizioni meteorologiche in netto miglioramento e con uno specchio d’acqua ideale per lo svolgersi delle gare di questa disciplina.

Alle premiazioni sono intervenuti Floriano Massardi, Presidente della commissione Agricoltura e membro della commissione Sport di Regione Lombardia; il Sindaco del Comune di Salò Francesco Cagnini e Andrea Maggioni, titolare del Bar Italia, Presidente di Salò Promotion, vicepresidente Visit Brescia e coordinatore di Confesercenti della Lombardia Orientale per il Lago di Garda.
L’evento è stato presieduto dai giudici della Federazione Italiana Canottaggio Paolo Benetti e Giorgio Superti.

La barca
Le imponenti barche dell’8+ sono le regine del canottaggio. 17 metri di lunghezza e uno scafo in carbonio e kevlar governato da un equipaggio composto da 8 vogatori e un timoniere. Richiedono sincronismo e coordinazione perfette. Sono le dirette eredi delle jole in legno utilizzate per gli Agonali nei primi del Novecento, ma hanno subito un’evoluzione tecnologica che ne ha migliorato la velocità.

La gara
La formula dell’evento prevedeva una fase eliminatoria con 5 batterie per comporre il tabellone dei quarti di finale e sfide a match race che vedevano contrapporsi due barche per volta fino alle semifinali e finali. Un format coinvolgente anche per un pubblico non esperto, con prove brevi e avvincenti su un percorso di 400 metri.

Campo di gara, il tratto di lago che va dal Duomo al Bar Italia.
La poltrona di Gabriele D’Annunzio
Sportivi e appassionati che hanno affollato il lungolago di Salò hanno trovato ad accoglierli anche un’elegante poltrona. Con la seduta in morbido velluto rosso e l’intelaiatura finemente dorata, è la riproduzione di quella preparata per Gabriele D’Annunzio nel 1923, in occasione della prima edizione degli Agonali del Remo. Giunto alla tribuna d’onore, davanti al Bar Italia, il Vate si accorse però che solo per lui era stata preparata una comoda seduta, mentre al resto del pubblico sarebbe toccato restare in piedi. Fu allora che con un gesto plateale prese la poltrona e la scagliò nel lago, dichiarandosi ben saldo sulle gambe e suscitando così l’entusiasmo degli altri spettatori. L’episodio è uno degli aneddoti più curiosi nella lunga storia degli Agonali e conferma il fortissimo attaccamento del poeta all’evento di cui fu ideatore e patrono.

La Coppa del Liutaio
Appassionatosi alle regate di canottaggio che la Canottieri Garda organizzava nel Golfo di Salò, Gabriele D’Annunzio, sollecitato anche dal suo medico curante, il dottor Antonio Duse, e dall’allora presidente della società cavalier Antonio Filippini, decise di assumerne il patrocinio.
Dal 1923 le regate presero così il nome da lui coniato di “Agonali del Remo” e la manifestazione venne dotata di una preziosa coppa in argento massiccio, destinata a outriggers a 8 vogatori e timoniere seniores, da disputarsi ogni anno nel Golfo di Salò, su di un percorso di m. 2000 e da assegnarsi definitivamente alla società che l’avesse vinta per tre anni anche non consecutivi.
L’esecuzione della coppa venne assegnata da D’Annunzio al suo argentiere di fiducia Renato Brozzi di Traversetolo che nel maggio del 1924 riuscì a consegnare l’opera compiuta.

Fu lo stesso D’Annunzio a illustrare il significato spirituale del trofeo con queste parole: “…questa Coppa è tra le più nobili opere di Renato Brozzi e tra le più significative. Gli arditi simboli sembrano porre le vostre prove sotto l’auspicio dell’insigne liutaio che, per diritto di gloria dà il suo nome a Salò. Essa non è rostrata come le antiche corone dei vincitori navali; ma, a guisa di rostro, reca a poppa e a prua del palischermo d’argento il manico del violino col suo bel riccio. E i remi si tramutano in ali, quasi annunciando il prodigio del vostro ardore. Dei remi facemmo ali al folle volo. Così questa coppa vi insegna e vi incita ad accordare il vostro remeggio secondo il più costante e il più severo dei ritmi. Essa vi rammenta, in ritmo, che voi siete per volare nelle acque di Gasparo da Salò. Il perfetto palischermo da corsa, il canotto sottile, nella sua leggerezza ed esattezza richiede al costruttore qualcosa dell’arte di un grande liutaio, qualcosa dell’arte di Gasparo”.

Dopo 28 edizioni degli “Agonali del Remo”, in cui nessuna società seppe aggiudicarsi questo ambito trofeo, la Coppa del Liutaio venne definitivamente assegnata alla Società Canottieri Garda di Salò e oggi fa parte del suo stato patrimoniale. È custodita oggi al Mu.Sa di Salò, inserito nel percorso di visita del museo.
Ultimo aggiornamento: 26/10/2024 22:50:54
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