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La 30 Trentina, Kisorio e Lonedo vincono l'11a edizione: i risultati

Levico Terme - Non ha tradito le attese il keniano Hosea Kimeli Kisorio, che con il tempo di 1 ora 41 minuti e 27 secondi ha fatto propria l’undicesima edizione de «La 30 Trentina», tornata al proprio formato originale ed anche ai numeri di iscritti che mancavano dal 2019. L’atleta della Libertas Orvieto, classe 1990, ha trovato nello sloveno Rok Puhar un osso duro, ma è riuscito a tenerselo dietro per tutti i 30,2 chilometri del percorso allestito dall’asd Non Solo Running e a precederlo all’arrivo di appena 27 secondi. Foto di Raffaele Merler.


Una bella prova, così come quella offerta dal trentenne del Triglav Kranj, che nel finale ha preferito amministrare la piazza d’onore piuttosto che lanciarsi in un disperato attacco nei confronti dell’africano, anche se il suo vantaggio sul terzo classificato, il tarantino (padovano di adozione) Edgardo Confessa del Team Km Sport, era rassicurante, dato che quest'ultimo è arrivato al Parco Segantini con quasi sei minuti di distacco dal vincitore.


Si è conclusa così una gara che ha portato 1.200 concorrenti alla partenza in via Vittorio Emanuele, a Levico Terme, accompagnati dal saluto di Yeman Crippa e Stefano Baldini, ma anche da un cielo sereno e da una temperatura ottimale per correre. Il tracciato è da sempre di quelli che mettono a dura prova anche i migliori, soprattutto in virtù dei nervosi saliscendi che propone, inoltre in questa occasione è stato reso ancora più impegnativo da alcune modifiche apportate per evitare la zone dove sono stati allestiti i seggi elettorali.


Kisorio è partito davanti a tutti e lì è rimasto fino alla fine, diventando così il quarto keniano a finire nell’albo d’oro di questa gara, dopo Towet Vincent Kimutai (nel 2018), Rono Julius Kipnegetich (nel 2019) e Moses Lekuraa (nel 2021). Fino al 24° chilometro Puhar lo ha tallonato a meno di un minuto di distacco, poi nel finale, come accennato, ha allungato anche grazie alla scelta dello sloveno, che ha accusato dolori allo stomaco, di gestire le proprie forze. Importante ricordare, ai fini della classifica finale, che la sfida ha perso abbastanza in fretta uno dei possibili protagonisti, il gambiano Ousman Jaiteh, che all’ottavo chilometro si è ritirato a causa di un malessere.


Il primo atleta finito ai piedi del podio è quindi il trentino Davide Parisi del Lagarina Crus Team, che ha chiuso la gara con 8 minuti e 22 secondi di distacco dal primo, seguito da Marco Padovan del Vicenza Runners a 8 minuti e 54 secondi. Un altro trentino ha fatto propria la sesta piazza, Alex Rodigari del Carisolo, seguito da un’altra canotta tricolore del Vicenza Marathon, quella di Pietro Sartore. Top ten completata dal compagno di scuderia Nicola Mastrotto, dall’olandese Mast Maarten e dal pavese Emanuele Massoni (Gruppo Podisti Ciarlaschi), che ha chiuso la gara a 17 minuti dal vincitore.


La sfida femminile ha offerto un po' più di suspense, dato che la favorita Nancy Kerubo Kerage, dell’Atletica Sandro Calvesi, è partita con il piede pigiato sull’acceleratore, ma ha poi ha dovuto fare i conti con la durezza di un percorso che non aveva mai affrontato prima e in vista del Lago di Caldonazzo ha cominciato a pagare dazio. Ne ha approfittato Rebecca Lonedo, anche lei alla prima apparizione a «La 30 Trentina» e proprio per questo partita con un ritmo più prudente: la vicentina di Sovizzo, che difende i colori delle Fiamme Oro Padova, ha mantenuto un passo costante e al 9° chilometro si è portata al comando, senza lasciare più scampo alle avversarie. Al 15° chilometro vantava un margine di un minuto e mezzo, al 21° di oltre quattro minuti e sul traguardo è arrivata ottava assoluta con il tempo di 1 ora 52 minuti e 57 secondi, 5 minuti e mezzo in meno della keniana, che per poco alla fine non ha dovuto guardarsi dal ritorno della reggiana Barbara Bressi (Montanari Gruzza), arrivata al Parco Segantini appena 15 secondi dopo di lei.

Quarto posto per la roveretana (trasferitasi a Verona) Arianna Lutteri, che lo scorso anno salì sul secondo gradino del podio: la portacolori della Calcestruzzi Corradini ha impiegato otto minuti e mezzo in più della vincitrice per esaurire i 30 chilometri e 200 metri del percorso, seguita dall’altoatesina Julia Kessler (Sportclub Merano), dalla milanese Stefania Pulici (Brontolo Bike) e dalla trentina Claudia Andrighettoni (Quercia Trentingrana).


Per quanto concerne le categorie Master, Marco Padoan si è imposto nella SM35, Edgardo Confessa nella SM40, Corrado Taliano nella SM45, Fabio Ginestri nella SM50, Luca Gozzoli nella SM55, Rolando Beatrici nella SM60, Virgilio Monella nella SM 65, Gioachino Monni nella SM70 e Giorgio Marchesano nella SM75. In campo femminile successi di Serena Schievenin nella SF35, Stefania Pulici nella SF40, Elisa Almondo nella SF45, Paola Doro nella SF50, Marilena Marini nella SF55, Angelica Huber nella SF60 e Antonietta Decarli nella SF65.


Interessante anche la sfida riservata alle staffette, la «Duo Half», che ha visto imporsi la coppia composta da Loris Minella e Federico Polesana con il tempo di 1 ora 43 minuti e 52 secondi, davanti a Alessio Loner e Matteo Vecchietti, che hanno impiegato 5 minuti e mezzo in più. Per quanto concerne le squadre miste, vittoria per Alberta Miori e l'ex ciclista Mariano Piccoli, in quelle femminili vittoria per Monica Sartori e Lucia Pedranz. In quanto alla Camminata per la ricerca, iniziativa benefica per raccogliere fondi a favore della Fondazione trentina per la ricerca sui tumori, sono stati in 120 a prendervi parte.


«La 30 Trentina» si conferma una gara anomala per la distanza, ma strategica per quanti vogliono prepararsi al meglio in vista delle maratone autunnali. Ed è stato così anche quest’anno, come hanno evidenziato i protagonisti nelle interviste a fine gara. Ecco le loro dichiarazioni.


Hosea Kimeli Kisorio (primo classificato): «Sono felice per questa vittoria. È stata una gara impegnativa perché il percorso è nervoso. All’inizio ho duellato con Puhar, ma poi sono riuscito a staccarlo e a fare la mia gara, mantenendolo a distanza. Correre attorno ai laghi è proprio piacevole. Una bellissima competizione».


Rok Puhar (secondo classificato): «È la prima volta che partecipo a La 30 Trentina e devo dire che è il percorso è molto piacevole, così come l’atmosfera che si respira. Ho dato il tutto per tutto per cercare di riagganciare Kisorio dopo il suo allungo. Ci ero quasi riuscito nel tratto in discesa vicino al castello di Pergine, poi quando la strada è tornata a salire lui ha aumentato il ritmo e non c’è stato nulla da fare. E’ più forte di me».


Edgardo Confessa (terzo classificato): «Non mi aspettavo certo di salire sul podio con tutta la gente forte in gara. Sono entusiasta per il risultato. Per quanto riguarda la mia gara, i due davanti sono andati subito via ed ho pensato solo a tenere il mio ritmo, con l’obiettivo di mettere in cascina chilometri per i prossimi appuntamenti lunghi. Dopo metà gara mi sono accorto che dietro non arrivava nessuno e quindi ho mantenuto alte le cadenze. Così è giunto un inaspettato terzo posto».


Rebecca Lonedo (prima classificata): «Davvero piacevole questa gara, sia per la distanza anomala sia per il paesaggio. All’inizio Nancy è partita forte, ma grazie alle indicazioni del mio tecnico Baldini che mi seguiva ho cercato di non forzare troppo, mantenendo il mio ritmo gara. Scelta che alla fine ha pagato, visto che sono riuscita a raggiungerla e a superarla già al decimo chilometro. Per me è stato un ottimo test in vista dei campionati italiani di mezza maratona e per una maratona che voglio mettere in programma in autunno. Una gara muscolare e molto bella».


Massimo Pegoretti (presidente Comitato Organizzatore): «Siamo molto soddisfatti dell’esito dell’undicesima edizione, sia per il numero di partecipanti che ha toccato quota 1.200 iscritti, sia per l’aspetto agonistico, con una gara combattuta al maschile e di qualità al femminile. E pure il meteo ci ha graziato, regalandoci una finestra di sole per tutto lo svolgimento della gara. Ci voleva questo entusiasmo dopo i due difficili anni legati al Covid. Un successo che è doveroso condividere con tutti i volontari che hanno lavorato lungo il percorso e non solo. Lo stimolo per proseguire anche le prossime stagioni».

Ultimo aggiornamento: 25/09/2022 18:32:23
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