Il terzo gradino del podio se lo è guadagnato il trentino della Polisportiva Oltrefersina Norbert Corradi, giunto al traguardo con 2 minuti e mezzo di ritardo dai gemelli bellunesi, che si è imposto della categoria SM45, seguito a distanza ravvicinata da Filippo Giovannini delle Polisportiva Giudicarie Esteriori e Alessio Roner dell’Atletica Val di Cembra, primo nella categoria SM 50.
In campo femminile Loretta Bettin (Atletica Paratico), vincitrice de «La 30 Trentina» nel 2020, ha provato a tenere testa a Sara Mazzucco (Atletica Dolomiti Belluno), vice campionessa italiana nel trail corto nel 2022, ma la veneta del 2000 ha fatto valere i vent’anni in meno per condurre la gara dall’inizio alla fine e concluderla con il tempo di 39’55”, un minuto e mezzo in meno rispetto alla trentina, seconda classificata. Il podio rosa è stato completato da Claudia Andrighettoni (Quercia), staccata di quasi due minuti e mezzo dalla vincitrice. Medaglia di legno per Genny De Simoi (Atletica Feltre).
Passando alle categorie, detto della SM 45 e della SM50, nella SM35 ha vinto Luciano Trentini, nella SM40 Fabiano Roccabruna, nella SM55 Mohamed Hussien, nella SM60 Abramo Beretta, nella SM65 Antonio Guerra, nella SM 70 Arduino Leonardi, nella SM75 Dorino Paccagnella e nella SM80 Antonio Toldo. In campo femminile Anna Pattanaro ha vinto nella categoria SF35, Loretta Bettin nella SF40, Genny De Simoi nella SF45, Laura Sangalli nella SF50, Paola Doro nella SF55, Paola Gagliardi nella SF60, Maria Cristina Dal Santo nella SF65 e Annaliese Kofler nella SF70.
Hanno detto
«Mio fratello Italo è più veloce di me sul piano - racconta Roberto Cassol - e quindi dopo che mi ha raggiunto in fondo alla discesa abbiamo deciso di arrivare insieme sul traguardo, ma che avrebbe vinto lui. Un successo di cui ha bisogno, perché sta rientrando dopo un anno e mezzo tribolato sul piano fisico. Il percorso è molto più impegnativo di quanto mi aspettassi, anche perché bisogna fare attenzione alle radici e alle asperità, però mi è piaciuto e se il ginocchio mi darà un po’ di tregua non mi dispiacerebbe mettermi alla prova della 30 Trentina a settembre. Per ora non posso fare di più».
«Ho sempre tenuto il mio ritmo, - spiega Sara Mazzucco - cercando di aumentarlo nella seconda parte ed è andata bene. Durante la gara non sapevo quanto vantaggio avevo sulla seconda, per cui ho corso un po’ alla cieca. Anche per me era la prima volta qui a Levico, mi piacerebbe mettermi alla prova anche sui 30 chilometri, perché il percorso è abbastanza muscolare e divertente».