Trento - Crescono anche in
Trentino i
poveri, i numero del
rapporto della
rete Caritas. Il
vescovo di Trento, monsignor
Lauro Tisi: “La povertà più grande? La mancanza di sussulto e compassione. I giovani fuori dall’agenda politica. Mi fa male sentire come parliamo dei migranti. Nelle valli c’è un dramma abitativo perché pensiamo solo al turismo”.
Nel corso dell’anno 2023 sono state
2.500 le situazioni personali o familiari di bisogno incontrate dalla Chiesa di Trento, attraverso i Centri di ascolto Caritas sul territorio e l’attività di
Fondazione Caritas Diocesana (FCD). Poco meno di
800 i volontari coinvolti, accanto a
70 operatori professionisti di FCD.
Sono solo alcuni dei dati contenuti nel Rapporto annuale sulle povertà dal titolo “
Mani unite”, presentato questa mattina in conferenza stampa al Vigilianum di Trento, all’indomani della diffusione del Rapporto di Caritas nazionale e alla vigilia dell’VIII
Giornata Mondiale dei Poveri, in calendario
domenica 17 novembre.
I numeri sono in linea con il precedente Rapporto, quando i casi segnalati furono poco più di tremila, riferiti però a
28 Centri di Ascolto (sui 38 complessivi), tre in più rispetto a quest’anno. Non tutti i Centri zonali e i Punti di ascolto parrocchiali riescono a fornire un report puntuale della loro attività durante la raccolta dati, pur garantendo un servizio stabile sul territorio.

Alla presentazione sono intervenuti l’arcivescovo di Trento
Lauro Tisi, il delegato dell’Area Testimonianza e Impegno Sociale
don Mauro Leonardelli, il Referente Caritas
Fabio Chiari e il curatore del Rapporto
Giulio Bertoluzza.
I dati dell’attività Caritas – è stato ribadito in conferenza stampa alla luce del
Rapporto – raccontano solo uno spaccato dell’universo della povertà in Trentino dove le statistiche attestano, su una popolazione di
545mila abitanti, la presenza di quasi
58 mila persone a
rischio di
povertà o esclusione sociale e oltre
17 mila alle prese con una deprivazione materiale e sociale grave.
“Ciò che più preoccupa – ha esordito l’
arcivescovo Lauro –
è che i dati vengono registrati ma non creano sussulto. Fa paura una società, ma anche un mondo ecclesiale sonnolento, che non s’accorge e non vuol vedere. Questa è la povertà più grande: un mondo che non ha più compassione, intesa non come pietismo ma come capacità di farsi carico e di assumersi le storie affaticate. C’è una deflagrazione del tessuto sociale, un venir meno dei fattori comunitari. Genera povertà il procedere senza gli altri, la dinamica dell’uomo dalla zampata vincente, anche sul piano politico, con partiti identificati in una persona”.
Tisi sottolinea inoltre come “
la povertà colpisca soprattutto il mondo giovanile e i dati ci dicono quanto i giovani non siano nell’agenda politica e talvolta anche ecclesiale”. “Vi sono poi – aggiunge l’
arcivescovo –
molti anziani che hanno rinunciato a curarsi e alla prevenzione sanitaria. Vi sono fenomeni di disagio importante sul versante relazionale e della fatica psichica. Dovremmo parlare – rimarca
Tisi - di poveri più che di povertà per associarla ai volti, alle storie. E i volti dei poveri sono scrigno di umanità e di bellezza a cui non è concesso di manifestarsi, come riscontro anche nella Visita pastorale. Mi fa male vedere come parliamo dei migranti che potrebbero ‘decollare’ e noi invece tarpiamo loro le loro ali, salvo poi utilizzarli per mantenere i nostri servizi. Sentire parlare di deportazione di migranti e non indignarsi è davvero grave”.
Da parte dell’arcivescovo
Lauro il
“grazie” ai tanti
volontari Caritas ma anche l’auspicio di una comunità che non
“delega a qualche ente ma si prende cura delle proprie fragilità”. Infine, una sottolineatura sul “
dramma abitativo del nostro Trentino: in alcune valli vi è l’impossibilità di avere un appartamento per persone impegnate nei servizi, perché tutto va nella direzione del massimo reddito per il turismo.