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Manovra finanziaria della Provincia di Trento: le priorità

L'assessore provinciale Achille Spinelli in Prima commissione

Trento - L'assessore provinciale Achille Spinelli in Prima commissione: le priorità della manovra.

La Prima commissione permanente, presieduta da Carlo Daldoss (FdI), si sta dedicando agli incontri con gli assessori sulla manovra finanziaria per il bilancio di previsione 2025 e relativa al triennio 2025-2027 della Provincia (ddl 45-collegata, 46-stabilità e 47-bilancio di previsione). Nella prima parte del pomeriggio ha preso la parola l’assessore Achille Spinelli. Seguirà una nota relativa agli altri incontri della giornata.

Spinelli: aziende più produttive, ricchezza a lavoratori, consumi, più forza lavoro
L’assessore allo Sviluppo economico, Lavoro, Università e ricerca si è focalizzato sui temi legati al suo assessorato dopo la presentazione di venerdì. Parlando del 2025 ha ricordato che l’anno si apre con molteplici incertezze sugli scenari geopolitici, sulle scelte di politica economica dei grandi player come Cina e Stati Uniti, con la perdurante crisi del mondo tedesco che si sta ripercuotendo sul manifatturiero e, in particolare, sull’automotive. L’inflazione più contenuta non è ancora tradotta in una sufficiente riduzione dei tassi di interesse, ha aggiunto. Si esce da anni buoni (dal 2018 il Pil del Trentino ha visto una crescita migliore del Nordest, dell’Italia e anche dell’Alto Adige, in controtendenza al decennio 2008-2018, un +6% netto nonostante due anni pesanti dovuti al Covid), ha raccontato l’assessore. Un settore che ha pagato il conto, ha detto, è quello del commercio, il più colpito soprattutto per l’abitudine all’acquisto online legata alla pandemia. L’economia è stata spinta dagli investimenti privati, ha rilevato, sostenuti dagli incentivi e dagli investimenti pubblici. Il 2024, ha riferito poi, sta mostrando un tasso di crescita reale dello 0,8%, i dati delle prenotazioni invernali fanno ben sperare, più critica è la situazione del manifatturiero: sono le dinamiche sui mercati internazionali che stanno colpendo, in modo diversificato, il settore. Le misure previste dalla manovra economica locale e nazionale, ha proseguito Spinelli, puntano al sostegno della domanda interna e a dare un contributo alla crescita dei redditi medio-bassi. A livello locale ha sottolineato gli sforzi per l’aumento stipendi della pa che dovrebbe contribuire all’espansione.
Tre le priorità principali identificate da Spinelli: le aziende devono aumentare la produttività (va affrontato il tema in modo più risoluto rispetto al passato), la ricchezza prodotta deve essere trasferita anche ai lavoratori che con i loro consumi producano un effetto positivo sull’indotto, si deve puntare all’accrescimento della forza lavoro anche in maniera prospettica (agendo su natalità e attrattività, le due leve della crescita). Bisogna puntare sul privato sostenendo nell’attesa le famiglie, ha aggiunto l’assessore, aiutare le imprese ad affrontare la crisi e a convertire le produzioni andando su mercati più proficui; si stanno sviluppando e sostenendo il bonus alle aggregazioni aziendali e l’innovazione intesa anche come ricerca e sviluppo. In questo senso l’orientamento che ha sottolineato è quello di portare il manifatturiero e l’industria a una crescita maggiore. Spinelli ha quindi portato alcuni esempi della direzione intrapresa, tra i quali ha citato la banda ultralarga che grazie ai fondi Pnrr avrà un ulteriore affinamento; sempre con i fondi Pnrr si è costruito il primo green data center; si ha un’università forte e internazionale e i centri di ricerca sono un’eccellenza in tutti i settori di frontiera. L’assessore ha parlato delle imprese nei termini di un patto con il territorio, di una grande alleanza per la crescita.
Sulla manovra in particolare ha ricordato gli investimenti su Apiae, nuovi stanziamenti dal 2025 per 70 milioni di euro che si aggiungono alle concessioni che saranno effettuate fino a fine anno. Ha parlato quindi dell’attivazione di un nuovo percorso verso un nuovo fondo strategico trentino: la prima versione si chiuderà nel 2026, un fondo rotativo che sta rientrando e che ha dato risultati importanti soprattutto per il settore manifatturiero, che ha creato occupazione e fatto crescere i mercati di riferimento. Ancora, ha spiegato, Trentino Sviluppo sarà impegnata grazie a uno stanziamento pari a 85 milioni di euro a ulteriori attività (dotazione che si aggiunge alla disponibilità esistente di 380 milioni): tra queste ha collocate la bonifica area ex Alumetal, l’avvio del polo idrogeno, il sostegno alle startup e all’avvio di nuove imprese, l’accompagnamento alle espansioni aziendali. Il Polo Manifatturiera avrà una caratterizzazione maggiore con l’Università che rappresenterà un soggetto più importante.
Sui servizi Spinelli ha detto che ci si dedicherà alla certificazione Esg, lavorando sul marchio Trentino che dovrà avere una copertura a ombrello su tutti i settori economici per promuovere in modo integrato l’immagine e la sostanza trentina. Ha parlato del patto per la crescita dei salari: è evidente che l’intesa sottoscritta di recente è un tassello del percorso, come lo è il rinnovo dei contratti pubblici.
Ricerca, Spinelli ha citato gli investimenti sul triennio: 130,2 milioni per Fbk, 166,9 per Fem, 7 per Hit sul triennio.
Verrà siglato, ha aggiunto, un nuovo accordo di programma con Euricse e nel 2025 sarà portato a terra il bando Fesr sulla ricerca biomedicale con un finanziamento pari a 9 milioni. Tutti devono collaborare al sistema per la ricerca, ha aggiunto, ricordando che per ora si ritiene che l’investimento privato non sia adeguato al momento storico che deve essere più attento alle dinamiche dell’innovazione.
A gennaio 2025 verrà avviata la nuova edizione del Forum della ricerca, ha continuato l’assessore. Università e facoltà di Medicina: l’investimento sull’Università vede continuità sui finanziamenti, ha precisato Spinelli: la delega riesce a fare la differenza rispetto al livello nazionale, ha affermato. Gli stanziamenti per l’Università sono pari a circa 417 milioni di euro nel triennio, mentre l’intervento statale ammonta a 60 milioni per anno (per 3). Nei 417 milioni sono ricompresi 6 milioni di edilizia universitaria, ha precisato, è chiaro che su questo conta l’Università e anche la Provincia: la disponibilità c’è e vanno fatti partire i progetti in corso. Spinelli ha precisato che per l’avvio della Scuola di medicina, in vista della trasformazione trasformazione dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari in Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino, si passerà per la costruzione del nuovo ospedale e dell’edificio formativo ed è previsto il rafforzamento del corpo accademico trentino con 60 nuove posizioni accademiche con una spesa complessiva di 27,6 milioni nel triennio 2025-2027, risorse stanziate a bilancio che si sommano alle risorse già citate. Si metteranno con ciò a regime le prime 12 specializzazioni mediche.
Disoccupazione al 3,2%: il 2025 sarà un anno da monitorare, per Spinelli è necessario attivare tutti gli strumenti emergenziali previsti. Sicurezza sui luoghi di lavoro, avanti con la pianificazione della riattivazione dell’Osservatorio provinciale sugli infortuni sul lavoro. Infine ha parlato dell’assegno unico Icef: è il prossimo obiettivo di riforma per rendere più semplice la vita a chi richiede il sostegno). Per Spinelli la riforma Aop sarà importante; si lavora anche per i pensionati (si vuole intervenire su chi ha una pensione minima con un potenziamento dell’assegno a partire da metà 2025 con la riforma della quota A con attenzione primaria a chi deve sostenere un affitto).

Le domande
Vanessa Masè (La Civica) ha chiesto informazioni circa le notizie lette sulla stampa sull’ammontare dei risparmi sui conti correnti dei trentini citando la cifra di “41.000 euro a famiglia”: a Spinelli ha chiesto una riflessione su ciò in relazione all’analisi del panorama proposta. Paolo Zanella (Pd) sullo stesso tema ha detto che stupisce che si facciano tante analisi sul Pil e nulla si dica sulla distribuzione dei redditi, sulla povertà evidenziata dai dati Caritas, sull’andamento dell’inflazione e del potere di spesa della popolazione rispetto a 5 anni fa. Si è detto che si farà una riforma dell’Icef, ma la questione è di equità, non di semplificazione. Sul tema della forza lavoro: la natalità è una leva, ma i lavoratori mancano oggi, non tra 25-30 anni. Qual è il disegno della Provincia? ha chiesto. Michela Calzà (Pd) ha chiesto un’informazione sul marchio Esg: in che termini può essere considerato ombrello, come le aziende potranno aderire ottenendo il vantaggio in termini di riconoscibilità e come potrà non costituire un ulteriore aggravio.
Spinelli ha risposto che sui risparmi dei trentini la media dei 41.000 euro rispetto ai 45.000 euro di Bolzano non è così mortificante, poteva essere peggio perché le differenze esistono. Un dato è il fatto che i trentini non sono più i grandi risparmiatori di un tempo. Uno dei vantaggi è la dotazione patrimoniale oltre ai risparmi che pesa in termini del costo dell’abitare, acquistare e allocare, un effetto del sistema sviluppato e ricco. Non sono state eseguite analisi su ciò, né ci sono dati a disposizione, nemmeno sulla distribuzione territoriale, ha dichiarato. L’inflazione, ha proseguito, non si è inserita perché è una stima e ci si basa su quelle più realistiche e credibili: si punta a migliorare rispetto al livello nazionale, sui redditi non ci sono elementi. Sull’Icef: l’articolo 53 della Costituzione è continuamente disatteso, sembra assurdo che i livelli territoriali debbano trovare ulteriori strumenti per calcolare la capacità contributiva del soggetto. Si è sviluppato uno strumento che desse peso alla componente patrimoniale, che ha perso peso negli anni, ha spiegato, al giorno d’oggi è uno strumento con una necessità di revisione. Spinelli ha quindi ricordato che con l’assegno unico si erogano 90 milioni a 54.000 soggetti: 12.198 euro mediamente per ogni soggetto, mille euro al mese in media. Sulla natalità ha parlato di una leva lenta in prospettiva, l’attrazione di lavoro è uno dei temi su cui si cerca di mettere a fattor comune le componenti di cui il sistema è dotato in termini di attrattività. Sulle Esg ha risposto indicando il marchio come un ombrello che vuole essere simbolo del territorio e dei valori: non una cosa semplice, c’è dietro un percorso di adesione a una carta di valori molto seria e formata, avendo presente che le imprese dovranno andare verso un percorso di certificazione, volenti o nolenti, per restare su un certo tipo di mercato. Si anticipano i tempi rispetto a un percorso obbligato. Un plauso in questo senso è stato espresso da Daldoss che ha parlato del marchio come un valore per il brand Trentino.
Ultimo aggiornamento: 20/11/2024 00:50:07
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