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Mozione contro il riarmo del consigliere provinciale Degasperi

La proposta punta a investimenti in sanità, istruzione e lavoro

Trento - Proposta di mozione contro il riarmo e a favore di investimenti in sanità, istruzione e lavoro da parte del consigliere provinciale Filippo Degasperi (Onda).
L'oggetto della proposta di mozione 198: "Investiamo in sanità, istruzione e lavoro, non in armi".

PREMESSA - "Le conclusioni del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo 2025 - scrive il consigliere provinciale Filippo Degasperi - confermano la tanto pericolosa quanto concreta svolta militarista dell’Unione Europea, preannunciata nel Libro Bianco della Difesa europea, ribattezzando il Piano di riarmo europeo “Rearm Europe” in “ReArm Europe Plan/Readiness 2030”, intendendo sottolineare la capacità di prontezza e risposta militare, in totale contrasto con i principi e i valori comuni dell’Unione ossia libertà, democrazia, uguaglianza e Stato di diritto, promozione della pace e della stabilità. Una vera e propria chiamata alle armi. In particolare si chiede “un'accelerazione dei lavori su tutti i filoni per potenziare in modo decisivo la prontezza dell'Europa alla difesa nel corso dei prossimi cinque anni”, a tal fine invitando “il Consiglio e i co-legislatori a portare avanti rapidamente i lavori sulle recenti proposte della Commissione”. Al Consiglio europeo sono comunque emerse varie divergenze tra gli Stati membri in materia di debito comune e sul tema degli investimenti. Il debito comune dovrà essere necessariamente affrontato nel prossimo Consiglio di giugno, considerato che al summit Nato in programma all’Aja dal 24 al 26 giugno 2025 verrà indicato il nuovo target di spesa per i Paesi dell’Alleanza. Il 19 marzo 2025, la Commissione e l'Alta rappresentante hanno presentato il Libro bianco sulla difesa europea, contestualmente la Commissione ha presentato, nell'ambito del piano ReArm Europe/Readiness 2030, un pacchetto di difesa che fornisce leve finanziarie agli Stati membri dell'UE al fine di facilitare l’aumento degli investimenti nelle capacità di difes ReArm Europe Plan/Readiness 2030 ha ottenuto un primo via libera nel corso del Consiglio europeo straordinario dello scorso 6 marzo, tra cui il sostegno del Governo Meloni. Il Piano, declinato in 5 punti, vale 800 miliardi di euro e segna un deciso cambio di rotta dell’Unione a favore di una vera e propria militarizzazione, in cui le priorità politiche su temi centrali quali la sanità, l’istruzione, i trasporti cedono il passo al rafforzamento della capacità di produzione di armi e munizioni.
In particolare, il Piano Ue prevede un aumento esponenziale della spesa per la sicurezza e la difesa dell'Europa, declinata nel senso di un rafforzamento della capacità militare, attraverso l’istituzione di un nuovo strumento finanziario basato su prestiti agli Stati membri garantiti dal bilancio Ue, per l’acquisto, tra l’altro, di sistemi di difesa aerea e missilistica, artiglieria, missili e munizioni, droni e sistemi anti-drone, nonché investimenti in infrastrutture critiche e protezione dello spazio, mobilità militare, intelligenza artificiale e guerra elettronica; Gli Stati membri avrebbero inoltre la possibilità di innalzare la propria spesa militare a livello nazionale, tramite l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e Crescita (PSC), ipotesi che – consentendo lo scorporo degli investimenti per la difesa dal calcolo deficit/Pil – libererebbe, nelle intenzioni della Presidente della Commissione europea, complessivamente 650 miliardi di euro in un periodo di quattro anni, da aggiungersi ai 150 miliardi del nuovo strumento di prestiti per la difesa sostenuti dal bilancio dell'UE. Gli spazi di indebitamento a disposizione degli Stati membri verrebbero così occupati dalle spese per il riarmo, a svantaggio dello stato sociale e dei servizi alla persona. Si prospetta una mobilitazione senza precedenti di risorse finanziarie per l’aumento delle spese militari a livello nazionale dei singoli Stati membri, incidendo esclusivamente sul debito dei singoli Paesi. La svolta bellicista descritta sta minando le fondamenta dello spirito originale del grande progetto di pace, libertà e democrazia che sarebbe dovuta essere l’Unione europea e che auspichiamo si torni a perseguire. Considerato infine che nessun programma elettorale relativo alle Elezioni europee del 2024 paventava ipotesi di aumento delle spese militari e di investimenti a debito per il riarmo",

Tutto ciò premesso il Consiglio provinciale impegna la Giunta provinciale
"1) a rendere nota al Governo italiano, al Parlamento italiano e al Parlamento europeo la contrarietà del Consiglio provinciale al piano di riarmo ReArm Europe/Readiness 2030;
2) a contribuire con proposte alternative, condivise con il Consiglio provinciale, da sottoporre entro tre mesi all’attenzione del Governo italiano all’individuazione di destinazioni che prevengano l’impiego di risorse che dovessero rendersi disponibili in spese militari e si focalizzino invece sul sostegno alle filiere produttive, al lavoro e all’occupazione, alla sanità e all’istruzione", è la proposta di mozione del consigliere provinciale Filippo Degasperi (Onda).
Ultimo aggiornamento: 16/04/2025 00:30:21
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