Trento - Sarà un restauro “in trasparenza” che tutti potranno vedere e apprezzare, quello di cui sarà oggetto il prezioso Ansaldo A.1 “Balilla”: un caccia biplano monoposto di proprietà del comune di Casale Monferrato, attualmente conservato negli spazi del Museo dell’aeronautica Caproni di Trento. “Quello di oggi è stato un incontro importante, nel corso del quale abbiamo potuto confrontarci sul prosieguo delle attività di restauro del velivolo. Con orgoglio posso dire che questo importante e innovativo progetto di restauro avverrà qui in Trentino. Tutta la comunità potrà assistere alle diverse fasi operative su questo eccezionale reperto che è stato inserito tra i "Grandi progetti beni culturali" del Ministero della Cultura. Ringrazio la Soprintendenza per il costante lavoro, il Ministero e l’Amministrazione comunale di Casale Monferrato per la fiducia”. Queste le parole della vicepresidente e assessore provinciale alla cultura Francesca Gerosa, in chiusura dell’incontro al quale hanno preso parte - tra gli altri - il sindaco del Comune di Casale Monferrato Emanuele Capra, il direttore delle Residenze reali sabaude Filippo Masino in rappresentanza del Ministero della Cultura, il dirigente generale della Soprintendenza per i Beni e le attività culturali Franco Marzatico e la referente del progetto Caproni, Neva Capra. “Per noi si tratta di una grande opportunità, nell’ambito di un accordo con i diversi attori: è bello restituire alla comunità il prezioso lavoro che sarà svolto in questo luogo. Al termine dei lavori, realizzati grazie ad uno stanziamento ministeriale di 800mila euro, questo incredibile pezzo di storia sarà trasferito negli spazi individuati dal Comune piemontese che ne è proprietario” ha spiegato la vicepresidente Gerosa. Il velivolo è appartenuto a Natale Palli ed è stato donato nel 1922 dalla famiglia di quest'ultimo al Comune di Casale Monferrato, a cui appartiene.
Ad inizio anni Settanta, l’importante velivolo storico è entrato a far parte dei pezzi esposti presso lo storico Museo Aeronautico Caproni di Taliedo (Milano) e da qui, ad inizio anni Ottanta, è arrivato a Trento dove, dal 2011, è esposto presso il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, gestito dalla Fondazione Museo Storico del Trentino, dove resterà fino alla fine dei lavori di restauro per poi fare ritorno in Piemonte.
Il biplano monoposto costruito nel 1918 è al centro di un progetto sinergico che vede coinvolti Provincia autonoma di Trento, Ministero della cultura e Comune di Casale Monferrato. L’iniziativa, di cui i dettagli sono in fase di definizione, guarda alla tutela e alla conservazione di questa eccezionale testimonianza dell’industria e dell’artigianato dell’inizio del secolo scorso. L’obiettivo è anche quello di raccogliere le testimonianze storiche dell’Ansaldo A.1 “Balilla”, oltre a quelle del processo di restauro made in Trentino e al legame con la comunità di riferimento, come ha spiegato Filippo Masino, direttore delle Residenze reali sabaude (Ministero della Cultura). Parole di soddisfazione sono state dunque espresse dal sindaco di Casale Monferrato, Emanuele Capra: “Per il nostro territorio questa è una giornata storica. Grazie alla collaborazione con la vicepresidente Gerosa e di tutti gli altri attori coinvolti, abbiamo posto le basi per il restauro del velivolo Balilla che potrà ritrovare collocazione nella sua città natale. L’auspicio è che i delicati lavori procedano celermente”.
Il dirigente generale Franco Marzatico ha evidenziato come la Soprintendenza trentina abbia sviluppato negli anni una competenza di rilievo nel campo della conservazione e del restauro di velivoli storici, oltre che nella ricerca aeronautica. Un elemento centrale di questo percorso è stato l’acquisizione del patrimonio documentale della Collezione Caproni, che costituisce una fonte imprescindibile per lo studio della storia dell'aviazione, dei suoi protagonisti, dell'ingegneria aeronautica sia civile che militare, dei progressi tecnologici e delle dinamiche economiche, sociali e politiche, con un focus che va oltre i confini nazionali. Il restauro dei velivoli, coordinato da Neva Capra, responsabile del progetto, si distingue per un approccio innovativo che adotta metodologie simili a quelle impiegate nel restauro di beni storico-artistici, come i dipinti. Oltre agli elementi metallici, il velivolo include materiali come legno, tessuti e pellicole pittoriche, che richiedono un intervento particolarmente attento, trattandosi di una straordinaria testimonianza storica dell’aeronautica.