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Ognissanti: il vescovo di Trento denuncia il narcisismo di massa

Nella celebrazione al cimitero monsignor Tisi ha spiegato: "Al credo nella comunione dei santi abbiamo sostituito il credo alla scontro e competizione"

Trento - In occasione della festa di Ognissanti l'arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi ha celebrato la Santa Messa al cimitero di Trento e pronunciato parole forti: "Al credo nella comunione dei santi abbiamo sostituito il credo alla scontro e alla competizione. No al narcisismo di massa e alla presunzione di ‘misurare’ la santità. Santità è credere al fidarsi degli altri”.

Nel giorno del suo sessantaduesimo compleanno, monsignor Tisi rileva nell’imperativo “sii te stesso!” il grande “mantra che percorre le nostre relazioni”. “Operazione velleitaria – commenta – nel momento in cui ti sottrai al legame”, perché l’”io – motiva don Lauro – non può fare a meno degli altri: questo è umano”.

Dopo aver invitato a smarcare il concetto di santità da “un’impostazione moralistica dell’esperienza credente”, monsignor Tisi annota la crescita di un’”accezione laica della santità” dove “le Tavole del Decalogo sono state sostituite da un narcisismo di massa che si concretizza nel dogma della perfezione fisica e dell’eterna giovinezza”.
Premessa a una società che “mentre afferma l’assenza di ogni vincolo psicologico e morale, paradossalmente – secondo Tisi - è estremamente prescrittiva”.

Il volto dei nostri cari, capace di “far scendere lacrime dai nostri occhi spesso distratti e superficiali”, può aiutare, a detta del vescovo, a “prendere in mano la Parola di Dio” e in particolare i brani biblici risuonati della liturgia di Ognissanti, la pagina dell’Apocalisse e il Vangelo delle Beatitudini, “dove – sottolinea l’Arcivescovo – non c’è nessun comando ad essere santi”. “Viceversa – aggiunge –, ritroviamo la contemplazione del sogno di Dio di vedere l’umanità riconciliata nell’amore”.Solo Dio conosce le profondità del cuore umano. Quanto avremmo bisogno di liberarci dalla presunzione di “misurare” la santità!”. La santità, per il vescovo di Trento, è allora “in primis credere al fidarsi degli altri, alla comunione e all’incontro. Riconoscere che il valore vero non è la perfezione personale, ma il rischio dell’incontro e della comunione”.

Quanto alla prospettiva cristiana della Risurrezione, al centro della solennità odierna, essa per monsignor Tisi è “non è la rivincita dell’eroe divino che con i suoi superpoteri pregusta la vendetta. La morte e risurrezione di Gesù sono il momento della massima rivelazione di Dio, la dichiarazione che il dono di sé senza esitazione è la vera cosa giusta. La Risurrezione – conclude l’Arcivescovo di Trento – è entrare definitivamente nella Terra di Dio, diventare umani per sempre”.

Domani, sabato 2 novembre, commemorazione di tutti i defunti, monsignor Tisi presiederà alle ore 11 nel sacrario militare del cimitero cittadino la Santa Messa in memoria di tutti i caduti.

Nel fine settimana monsignor Tisi riprende gli appuntamenti della Visita pastorale: domenica 3 novembre al mattino e nel pomeriggio celebra la S. Messa nella Zona Pastorale di Mezzolombardo.
Ultimo aggiornamento: 01/11/2024 22:54:27
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