Ora - Di certo in 21 anni de “La Vecia Ferovia dela Val de Fiemme” i paragoni tra i ciclisti e i treni che un tempo passavano tra questi boschi si sono sprecati, ma non possiamo certo esimerci davanti alla superba prova dell'altoatesino Fabian Rabensteiner, vero e proprio Freccia Rossa che questa mattina si è portato a casa il primo posto della gara per 'ruote grasse' firmata dalla Polisportiva Molina di Fiemme.
La competizione, ultima tappa del circuito Trentino MTB presented by Rotalnord, è partita stamattina alle 9 e mezza da Ora, in provincia di Bolzano, e si è conclusa 40 chilometri e 1056 metri di dislivello dopo, in località Piazzol, fresco lariceto sopra l'abitato di Molina di Fiemme, in provincia di Trento. Uno scoppiettante inizio in territorio bolzanino ed un arrivo tutto trentino, dunque, per una gara che anche quest'anno ha fatto il pieno di iscritti (oltre mille), a partire dagli appassionati di cross country per arrivare agli assi delle granfondo.
Da brividi il parterre, con una folta schiera di big volti a conquistare il podio, chi per la gloria, chi per guadagnare posizioni nella classifica generale del circuito Trentino MTB. E se alla partenza il gruppone si è mostrato compatto nell'uscire dall'abitato di Ora, già alla fine della prima salita dopo il biotopo di Castelfeder si è iniziato a capire che l'alta velocità può correre anche su una ferrovia abbandonata degli anni Sessanta: al primo traguardo volante di Pinzano, a dodici chilometri dal via, un terzetto composto dal cremonese Vittorio Oliva, dall'altoatesino Diego Cargnelutti e dal veneto Sebastiano Frassetto provava già a creare il vuoto, senza però riuscirci. A breve distanza seguiva infatti un trenino guidato da due vecchie – si fa per dire – glorie della Vecia Ferovia, ovvero Mattia Longa e Fabian Rabensteiner. I due del resto non sono stati a guardare, anzi.
Già a Masi di Doladizza, al diciassettesimo chilometro, Rabensteiner e Longa erano passati al comando, andando a dettare il ritmo per i chilometri a venire di un nutrito gruppetto composto, oltre ai già nominati, anche da Domenico Valerio, Efrem Bonelli, Martino Fruet e da un Elia Favilli in grande spolvero. Il gruppo di testa non ha certo perso tempo a rimirare il panorama e, infilate una dopo l'altra tutte e cinque le gallerie che caratterizzano il percorso – l'ultima delle quali offre un tuffo acustico nella storia, riportando alle orecchie dei bikers il caratteristico fischio delle vecchie locomotive – si è ritrovato ai piedi della salita che porta al punto più alto della competizione, ovvero Passo S.Lugano e i suoi 1099 metri sul livello del mare.
Mancava dunque poco all'ora della verità, e i big non hanno esitato un momento a tuffarsi a tutta birra sull'erta. Di prepotenza Rabensteiner è riuscito a mantenere le sue ruote davanti a quelle del vercellese Valerio e dello stoico livignasco Longa, tampinato a sua volta dal valsuganotto Martino Fruet che proprio nella seconda metà della gara ha dato il meglio di sé.
Dopo aver conquistato il Gran Premio della Montagna, però, Rabensteiner ha pensato bene di non mollare più la prima posizione così da poter festeggiare nel migliore dei modi il suo ventisettesimo compleanno che, guarda caso, cade proprio oggi.