Trento - Respinto con voto segreto il d
dl Cia sull’introduzione del
Consigliere delegato. Il
ddl ha mosso un dibattito parallelo sulla
riforma elettorale. La seduta del
Consiglio Provinciale del pomeriggio ha visto la discussione dei
due disegni di legge proposti dai consiglieri
Claudio Cia (Gruppo Misto) e
Luca Guglielmi (Fassa) che prevedono, rispettivamente, l’introduzione del
Consigliere delegato nell’ordinamento provinciale e alcune modifiche al Consiglio provinciale dei giovani. Il
ddl Cia sull’introduzione del Consigliere delegato ha mosso un dibattito parallelo sulla riforma elettorale. La votazione in aula è avvenuta a voto segreto su richiesta delle minoranze: il ddl è stato respinto con 1
6 voti favorevoli e
17 astenuti. Il Consiglio Provinciale riprenderà domani, mercoledì 15 gennaio, alle 10.
Il dibattito in aula sul Disegno di legge n. 8/XVII, "Integrazione dell'articolo 2 della legge elettorale provinciale 2003" In mattinata, dopo la presentazione del ddl, da parte del consigliere proponente Claudio Cia (Gruppo Misto), Francesco Valduga (Campo Base) ha ricordato ciò che era successo nei giorni scorsi in Conferenza dei capigruppo. Le opposizioni (per primo Filippo Degasperi) avevano chiesto al capogruppo della Lega Mirko Bisesti e all'assessore Mario Tonina rassicurazioni sul fatto che sul ddl non venissero depositati emendamenti mirati a introdurre il tema del terzo mandato per il presidente della Provincia. Anche per Paola Demagri le possibilità di usare il testo del ddl per modificare la legge elettorale hanno rafforzato la sua contrarietà iniziale al ddl. La consigliera di Casa autonomia ha quindi suggerito la sospensione dell’esame della proposta e l’avvio di una riflessione più ampia che vada a coinvolgere in modo collaborativo una revisione totale della legge elettorale provinciale (qui il comunicato della mattina). Ecco in sintesi la discussione pomeridiana sul ddl Cia e sul dibattito alla riforma elettorale. Paolo Zanella (Pd) - Non facciamo gli autonomisti a fasi alterne Per Zanella una figura che verrebbe delegata dalla Giunta ad occuparsi di competenze fuori dalla Giunta andrebbe a complicare la macchina politica e di governo. “Sembra una cassa di compensazione e non crediamo ce ne sia bisogno”, ha liquidato la questione Zanella che, tornando sulla riforma elettorale, ha messo in evidenza il ruolo dell’Autonomia. “Non facciamo gli autonomisti a fasi alterne - ha detto il consigliere - 38122 TRENTO - Via Manci, 27 - Tel. 0461 213111 - Fax 0461 984331 Pec: segreteria.generale@pec.consiglio.provincia.tn.it www.consiglio.provincia.tn.it - email: ufficiostampa@consiglio.provincia.tn.it 2. Il tema è politico e di merito. Anche se a livello nazionale prevalesse la decisione di fare tre mandati, non dovremmo comunque rimanere sui due. Non si tratta di prendere decisione diverse, ma prendere decisioni politiche”. Roberto Paccher – È mancanza di democrazia la non possibilità di scegliere Il Consigliere ha voluto ribattere a Zanella nel riscontrare che il ddl Cia non vuole essere un cavallo di troia sul terzo mandato a Fugatti. “Il dibattito sul terzo mandato c’è e lo state facendo in maniera pretestuosa – ha detto Paccher rivolgendosi alla minoranza. - Sono i cittadini che devono esprimersi dando la fiducia a chi ha governato. Non veniteci a dare lezioni di Autonomia, è una questione di responsabilità del territorio”. Paccher ha poi aggiunto che “non c’è nessun pericolo di colpo di Stato. La mancanza di democrazia la si riscontra quando c’è la non possibilità di scegliere. Auspico che arrivi un ddl che ci permetta di affrontare il tema della riforma elettorale e del terzo mandato, e che si vada avanti. I cittadini decideranno”. Lucia Maestri (Pd) - Tra assessore competente e consigliere, c’è il rischio di conflitti sui ruoli La consigliera ha affrontato il tema del Consigliere delegato portando la sua esperienza in Comune a Trento. “E’ una figura che può entrare in conflitto di attribuzioni con l’assessore competente – ha detto Maestri - Il consigliere può avere un’idea migliore dell’assessore preposto, ma se l’idea non entra nella capacità di bilancio rimane morta”. Maestri ha poi espresso cautela anche alla luce di una figura che può diventare “camera di compensazione per qualche scontento”. In merito alla conferenza dei capigruppo: “C’è stata una dinamica sufficientemente chiara rispetto al tentativo della maggioranza che stava per inserire un emendamento nel ddl per chiedere il terzo mandato del presidente. Usare in questo dibattito il ddl Cia per tornare sulla questione è svilente, ma rende chiaro che l’emendamento sarebbe stato posto”. Roberto Stanchina (Campobase) - Rafforzare il ruolo delle Commissioni Il consigliere ha ricordato i tre mandati di Lorenzo Dellai alla presidenza avvenuti su leggi diverse. “L'Autonomia – ha osservato Stanchina - vorrei che venisse richiamata anche su altri temi, ad esempio sulla questione dei grandi carnivori. Vedo uno scontro tra Provincia e Nazionale. Nella risposta, andremo a debito o credito su altre questioni? Facciamo molto attenzione”. Stanchina ha concluso con l’invito alla maggioranza di fare chiarezza al proprio interno “viste le posizioni differenti”. Venendo al tema del ddl, il consigliere ha proposto di rafforzare il ruolo delle Commissioni. “Abbiamo Commissioni permanenti, ma possiamo fare anche commissioni provvisorie”, ha puntualizzato il consigliere. Mirko Bisesti (Lega) - Esercitiamo l’Autonomia “Coloro che dicono che è svilente che si parli di terzo mandato invece di concentrarsi sul ddl, sono gli stessi che ne stanno parlando. Allora rimaniamo su quello che ha proposto il consigliere Cia” ha osservato Bisesti. In merito al ruolo dell’Autonomia, il . 3. consigliere ha richiamato alla responsabilità. “Anche con vedute differenti, confrontiamoci sul tema attraverso un percorso. La difesa dell’Autonomia la facciamo riconoscendo che spetta a noi esercitarla”. Lucia Coppola (Verdi) - Consigliere delegato: “ruolo contentino” La consigliera ha ricordato il suo ruolo di Consigliera delegata del Comune di Trento per le energie rinnovabili.
“Non sono contraria a questo ruolo, ma ha dei grossi limiti. Di fatto dipendevo dal sindaco che mi aveva dato l’incarico, ma ho avuto difficoltà a confrontarmi con l'assessorato di riferimento, difficoltà che non dipendevano dall’assessore, ma dall'applicazione pratica di azioni concrete”. Coppola ha richiamato il rischio che il Consigliere delegato diventi un ruolo “assegnato per dare un contentino al partito che rimane fuori dalla Giunta, cosa che a me è successa”. Filippo Degasperi (Onda) - Serve dare più autorevolezza e indipendenza dell’assemblea Filippo Degasperi è tornato sulle preoccupazioni definite dal consigliere Cia “senza fondamento” . “Sono stato tacciato di fare il processo alle intenzioni. – ha esordito Degasperi - . Non credo che la preoccupazione non fosse fondata. Durante la Conferenza dei capigruppo è stato chiesto il tempo non contingentato della discussione in aula perché non è arrivato nessun chiarimento”. Degasperi ha osservato che l’azione poteva essere inibita con un impegno da parte della maggioranza di non presentare un emendamento sul terzo mandato a Fugatti o con la rassicurazione del Presidente del Consiglio, Claudio Soini, sulla sua non ammissibilità. Degasperi ha rilevato anche il potere assoluto del presidente della Provincia. “Per questo servono i limiti di mandato. Abbiamo un’assemblea che supporta ancora di più l’ ampio potere del presidente della Provincia. Dobbiamo ritrovare un equilibrio, abbiamo un’assemblea che non è più sovrana. Venendo al ddl Cia, Degasperi ha concordato sui limiti di questa figura. Walter Kaswalder – Una delega anche per i consiglieri di minoranza Il consigliere ha ricordato la sua esperienza da sindaco e ha invitato il Presidente del Consiglio Provinciale a dare il via libera ai ragionamenti sulle modifiche alla legge elettorale. “Posso dire che ci vuole tempo per ideare i progetti, recuperare i fondi e mettere a terra i piani sviluppati negli anni precedenti” ha puntualizzato Kaswalder. Antonella Brunet - Nel mio Comune esperienze positive con i consiglieri delegati La consigliera ha portato le proprie esperienze positive con i Consiglieri delegati del suo comune (Primiero, ndr). “Il consigliere delegato deve avere competenze adeguate, attitudine e fiducia con l’assessore di riferimento. I due consiglieri delegati del nostro comune ci hanno messo amore e passione. Questa la base di partenza”. Stefania Segnana (Lega) – In Trentino una Giunta a 8 con tante deleghe. A Bolzano sono 11 . 4. La consigliera si è soffermata sulle deleghe in capo agli assessori trentini e sul loro numero. “I componenti della giunta provinciale sono 8 con il presidente. Ciò prevede un alto impegno di tutta la giunta. A Bolzano sono 11. Una disparità di distribuzione di competenze”. Ecco perché, per Segnana, il Consigliere delegato darebbe un appoggio aggiuntivo. Sul terzo mandato, Segnana ha ricordato che in Consiglio regionale è stato dato il via libera come Lega al terzo mandato per i Comuni sotto i 15 mila abitanti. “Il terzo mandato è un’opportunità per dare continuità a progetti e impegni, come ha ricordato anche Kaswalder”. Christian Girardi (Fdi) – Il Consigliere delegato non è la medicina. Meglio prevedere un assessore provinciale in più Per Girardi il consigliere Cia ha il merito di aver posto un tema sulle difficoltà del carico burocratico e normativo di Governo. “ Servono approfondimenti, studi e competenze su diversi ambiti – ha osservato Girardi - .Abbiamo un numero limitato di assessorati e un numero di materie ampio. Abbiamo bravi assessori, ma sono tante le materie su cui si devono confrontare”. Per Girardi però: “la medicina non risolve la problematica. Il Consigliere delegato non fa venir meno le difficoltà rilevate. Sarebbe stato bello aprire un dibattito per capire come e se ci potevano essere delle convergenze per rendere più efficace l’azione dell’esecutivo. Magari con un assessore in più. C'è un ragionamento che deve proseguire, senza perdere di vista l’azione concreta della politica”. Prima della votazione al ddl, il presidente del Consiglio Provinciale, Claudio Soini, ha posto alcune riflessioni sulla Conferenza dei Capigruppo che ha acceso il dibattito sull’emendamento al terzo mandato a Fugatti. “In quell’occasione mi era stato chiesto se un eventuale emendamento fosse o meno ammissibile. Risposi che non avevo sentito parlare di emendamenti e mi sembrava poco corretto esprimermi in quel momento. Guardando a oggi il ddl Cia con il terzo mandato non c’entra”. A concludere la replica del consigliere Cia che però non è bastata a convincere tutta l’aula. “Il consigliere delegato è certo una figura che ha dei limiti ma può essere di concreto aiuto per l’esecutivo in attesa di una riforma elettorale che va fatta assieme”.
Il ddl nei dettagli Introduzione del Consigliere delegato nell’ordinamento provinciale . 5. Disegno di legge n. 8/XVII, "Integrazione dell'articolo 2 della legge elettorale provinciale 2003", proponente consigliere Claudio Cia (Gruppo Misto). Il disegno di legge è volto a introdurre nell'ordinamento provinciale, modificando la legge provinciale 5 marzo 2003, n. 2 (Norme per l'elezione diretta del Consiglio provinciale di Trento e del Presidente della Provincia), la figura del consigliere delegato, a cui il Presidente della Provincia può attribuire specifiche attività, per seguire con maggiore incisività materie di particolare interesse. Ciò, analogamente a quanto già presente in alcuni statuti regionali. In particolare l'articolo 1 del ddl prevede che il Presidente della Provincia possa delegare a singoli consiglieri provinciali alcune specifiche attività, che non implichino l'assunzione di atti a rilevanza esterna né atti di gestione; precisa che, per l'esercizio di tale delega, non è prevista alcuna indennità né l'istituzione di una struttura speciale di collaborazione, dovendo il consigliere delegato avvalersi degli uffici della struttura organizzativa provinciale cui la delega afferisce. Il consigliere delegato potrà inoltre partecipare alle sedute di Giunta, ove si discuta di questioni attinenti alle attività delegate, ma senza diritto di voto. Con il ddl in oggetto si intende riconoscere e promuovere il ruolo centrale del Consiglio provinciale e dei suoi componenti, valorizzandone le competenze in esso presenti, a prescindere dall'appartenenza politica. La presente proposta di legge provinciale non comporta alcuna spesa aggiuntiva a carico d