Riva del Garda (Trento) - Una città sotto choc. L'
arresto del
sindaco Cristina Santi, di un
dirigente comunale, di imprenditori e professionisti, oltre a decine di indagini, tra cui amministratori locali, dirigenti e professionisti ha grande clamore. Pochi i commenti tra i cittadini, la maggior parte prima di esprimersi vuole avere un quadro chiaro sui reati che vengono contestati. Oltre al sindaco di Riva
Cristina Santi, sono stati adottati
otto provvedimenti cautelari nei confronti degli imprenditori
René Benko, Heinz Peter Hager e
Paolo Signoretti, dell’ex senatore
Vittorio Fravezzi e dirigenti pubblici. Indagati professionisti e amministratori.
L'indagine è alle battute iniziali e potrebbe avere sviluppi importanti nelle prossime settimane. Al centro dell’inchiesta ci sarebbero gli affari immobiliari del
gruppo austriaco del magnate Benko, e delle sue società consociate dell
'Alto Garda. L'attenzione della Procura, guidata dal Procuratore
Sandro Raimondi, sarebbe partita dall’area ex Cattoi, l’ultimo pezzo di lungolago “libero” sulla sponda di Riva del Garda e dalla “variante 13 bis” del piano urbanistico di Riva, affidato ad un commissario straordinario.
Da lì gli inquirenti hanno ricostruito il puzzle e i presunti reati commessi da 77 persone fisiche, tra cui 11 amministratori pubblici, 20 dirigenti e funzionari di enti locali e società partecipate, membri delle forze dell’ordine, professionisti e imprenditori.
Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trento su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Trento, è scaturito dall'attività investigativa di polizia giudiziaria e tributaria, svolta da appartenenti all’Arma dei carabinieri e dal Corpo della Guardia di Finanza.
Le indagini hanno ipotizzato l’esistenza di una sorta di gruppo affaristico in grado di influenzare e controllare le principali iniziative della pubblica amministrazione, soprattutto nel settore della speculazione edilizia in Trentino- Alto Adige. Gli imprenditori coinvolti si sarebbero resi disponibili a finanziare le campagne elettorali di amministratori pubblici, ottenendo poi agevolazioni, procedure semplificate e concessioni per iniziative immobiliari.
Le accuse contestate: associazione per delinquere, turbativa d’asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite, truffa, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, oltre a diversi reati contro la pubblica amministrazione, tra cui corruzione, induzione indebita, rivelazione di segreti d’ufficio e omissione di atti d’ufficio, nonché violazioni delle norme tributarie legate all’emissione di fatture per operazioni inesistenti.