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Trento: in Seconda commissione le consultazioni sul ddl Maestri

Infortuni sul lavoro

Trento - Infortuni sul lavoro: in Seconda commissione le consultazioni sul ddl Maestri.

Si sono svolte nel pomeriggio di oggi presso la Seconda commissione, presieduta da Antonella Brunet (Lista Fugatti), le consultazioni in merito al disegno di legge 31 di Lucia Maestri (sottoscritto anche dai colleghi del Pd, Campobase, AVS e Casa autonomia) in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Numerosi i soggetti intervenuti che hanno in vario modo espresso il parere su un ddl che, in quattro articoli, interviene con alcune proposte a modifica della legge provinciale 19 del 1983.

Apss: ddl pleonastico, quanto previsto già si fa
Dario Uber, intervenuto nel suo ruolo di direttore dell’UOPSAL per l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, ha detto che quanto proposto dal ddl è sostanzialmente già previsto: i programmi di alta formazione sarebbero già inseriti nel programma di sviluppo, la relazione annuale al Consiglio può essere un valore aggiunto, benché obiettivamente i dati vengano già ampiamente raccolti e documentati. Anche il fondo è già istituito e possiamo già giovare di contributi dedicati che ci permettono di sviluppare azioni di prevenzione ed una programmazione migliorativa della nostra attività, ha concluso.
Lucia Maestri (PD) ha replicato che il ddl ha una valenza di tipo politico soprattutto quando si chiede l’impegno ad una riflessione annuale in Consiglio provinciale sul tema degli infortuni, un tema cruciale della cui importanza la politica è poco consapevole.

Rete delle professioni tecniche: bene con alcune precisazioni
Per la rete delle professioni tecniche è intervenuto Claudio Compagni (ingegneri) che non ha espresso alcun rilievo sostanziale chiedendo solo alcune precisazioni sulle disposizione finanziarie di cui all’articolo 4. Gabriele Cassietti (periti industriali) ha proposto un’integrazione alla legge provinciale sul lavoro che qui si vuole modificare, laddove viene costituito un comitato di coordinamento sulla vigilanza con l’inserimento dei rappresentanti delle professioni tecniche. Il riferimento andrebbe anche precisato all’articolo 3 della proposta in discussione nel punto in cui si prevede il coinvolgimento delle associazioni di categoria e degli uffici competenti nel regolamento del fondo. Quanto al fondo, uno stanziamento risulta già essere stato disposto con delibera del 2022 secondo un piano esistente che ha messo a disposizione 3,6 milioni di euro. Maestri ha accolto con favore le precisazioni. Per quanto riguarda il fondo, i finanziamenti attualmente vengono accantonati, mentre l’articolo 4 prevede che siano destinate risorse da rendere disponibili, in autotutela del fondo. Flavio Zanetti (geometri) ha salutato con favore il fondo che a suo avviso dovrebbe essere rivolto alla formazione, offrendo un approccio molto più pragmatico e attento con interventi sui lavoratori e in particolare sulle nuove generazioni in ambito di prevenzione.

Ordine dei medici: norma molto apprezzata
Per Giuseppe Parolari, delegato dall’Ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri, il ddl si muove su un argomento di massima importanza, vista l’epidemia di infortuni, da sempre all’attenzione dell’ordine dei professionisti medici. L’Ordine apprezza qualsiasi iniziativa che normativamente cerchi di apportare miglioramenti in questo campo a tutti i livelli. Bene che se ne parli in Consiglio provinciale perché è qui che nascono le idee più forti ed efficaci per migliorare il contesto trentino, in questo campo piuttosto sofferente. La relazione annuale prevista dalla proposta all’articolo 2, dovrebbe a suo avviso anche essere resa pubblica. I fondi e le entrate delle sanzioni dovrebbero essere meglio finalizzate, sostanzialmente in due direzioni: al miglioramento della quantità dei controlli e alla creazione della figura dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. La norma va dunque assolutamente sostenuta.
Maestri ha precisato che l’impegno a prescindere dalle sanzioni, previsto all’articolo 4, potrebbe essere indirizzato, come suggerito anche da alcuni interventi precedenti, ad attività di prevenzione. Si potrebbero inserire degli emendamenti per destinare almeno in quota parte le risorse.
Servirebbe un cambiamento, ha osservato Carlo Daldoss (FDI) facendo crescere la cultura della prevenzione, accentuando aspetti di formazione sulla sicurezza.
Parolari ha replicato che proprio per questo è importante discuterne: i cambi culturali avvengono solo se c’è un confronto e un dibattito collettivo. La discussione annuale pubblica prevista dal ddl diventa un momento fondamentale proprio per prendere in mano l’argomento in maniera sostanziale, indirizzata su un percorso di consapevolezza.

Agricoltori: se migliorativo ben venga il ddl
Intervenuta per Coldiretti, Barbara Battistello, rappresentante del Comitato in materia sicurezza della Pat, ha osservato che se questo ddl è una modalità per rendere maggiormente formale il percorso in essere non può che essere benvenuto. Tutto si può migliorare, ha aggiunto, mentre sono state espresse delle perplessità sull’articolo 3 che riguarda i fondi: vorremmo capire se queste risorse esulano da quelle racimolate dalle sanzioni, ha chiesto. Maestri ha precisato che quando si fa un ddl si fa per migliorare il contesto e questa è la finalità di queste norme. Nessuno vuole depotenziare nulla. L’esigenza è quella di riportare alla discussione e all’analisi politica una materia che è gestita solo tecnicamente e sfugge di mano, mentre il tema degli infortuni sul lavoro è assolutamente e squisitamente politico. Sulla questione del fondo, finalizzato alla prevenzione degli infortuni sul lavoro, l’ulteriore finanziamento è a scopo preventivo perché la speranza è che sanzioni ce ne siano sempre meno. Matteo Trentinaglia e Luca Facchinelli per ACLI Terra sono intervenuti riconoscendosi pienamente nel dibattito esaustivo svolto.

Coordinamento imprenditori: sicurezza, servono interventi incisivi
Roberto Pallanch ha fatto riferimento alla relazione inviata (in allegato sul sito) e affermato che nel corso degli anni sono stati fatti sforzi normativi e previste misure di prevenzione, che rimangono però su livelli troppo alti. Servono interventi più incisivi rispetto a quelli ad oggi adottati, ha auspicato: fondamentale è la promozione della cultura della sicurezza con una riflessione sulle buone pratiche per sensibilizzare i lavoratori. Pallanch ha fatto riferimento al ddl analogo trattato nella scorsa legislatura (il 119): anche allora, ha detto, si era insistito sulla questione perché chi non applica le regole in questo senso esercita concorrenza sleale nei confronti delle altre imprese nel sistema economico. Ha dato parere favorevole al ddl e ha sottolineato la maggior esposizione agli incidenti sul lavoro delle categorie di anziani e stranieri: bisogna intervenire in merito, è stato l’invito che ha rivolto. L’attenzione di tutti al tema della sicurezza sul lavoro è doverosa, ha aggiunto ricordando l’impegno che da sempre le categorie economiche mostrano in questo senso.
Da azienda a azienda i rischi sono diversi e servono adempimenti proporzionati, ha sottolineato e ricordato, nell’ottica di evitare la duplicazione di interventi, la presenza del Comitato provinciale di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Ance: sicurezza, tema di tutti
Il direttore di Ance Lorenzo Garbari ha ricordato lo strumento della patente a crediti nazionale che valorizza le imprese strutturate. Ha ricordato le fasce più soggette a infortuni e affermato che la cultura della sicurezza deve adattarsi alle realtà. Ci sono gli strumenti bilaterali sulla sicurezza che è un tema culturale, di tutti, non solo sindacale o datoriale, ha aggiunto. La sicurezza per Garbari deve entrare nella testa delle persone fin da piccole. Ancora: bene la cultura, ma servono azioni amministrative conseguenti concrete perché questa entri nei contratti e nei cantieri. Uno degli esempi che ha portato in merito è quello delle problematiche collegate alle tempistiche inferiori considerate nelle aggiudicazioni degli appalti.

Confcommercio: sì a fondo e relazione annuale. Timore di nuovi adempimenti
Il vicepresidente di Confcommercio Mauro Bonvicin ha parlato del timore dei nuovi adempimenti. Le aziende, ha detto, sono più che controllate, manca però la salvaguardia, la promozione della cultura della sicurezza. Ciò va fatto con la formazione, ma non sempre in capo al datore di lavoro. Benvenga per Bonvicin la previsione di una relazione annuale sul lavoro provinciale che può portare ad analizzare nuovi dati e capire con quali strumenti si possa fare maggior prevenzione e benvenga anche il Fondo.

Federazione della cooperazione: formare le nuove generazioni
Paolo Pettinella ha posto l’accento sul tema della cultura della sicurezza che si fa a partire dalla scuola: bene sarebbe che le risorse messe in campo dal ddl potessero intercettare la scuola nel senso della formazione. Ha ricordato la frequenza degli infortuni domestici ed evidenziato che anche in ciò il coinvolgimento delle nuove generazioni può avere un effetto di osmosi sulle famiglie.

Il direttore di Confesercenti Aldi Cekrezi si è associato all’intervento di Pallanch, Andrea Marsonet (Confindustria) ha ribadito parere favorevole, come anche hanno fatto Claudio Filippi (Confartigianato) e la vicedirettrice di Asat Laura Licati.
Lucia Maestri si è detta consapevole del fatto che purtroppo, nonostante gli sforzi prodotti dalle categorie e dal Tavolo, il Trentino non è messo bene per quanto riguarda il confronto a livello nazionale degli infortuni sul lavoro. Forse con questi dati c’è qualcosa da migliorare, ha affermato. Per la prima firmataria del ddl c’è poi da mettere mano al tema degli infortuni sul lavoro nelle strutture aziendali meno robuste, perché in quelle più robuste c’è già una struttura abbastanza forte. Ha risposto a Bonvicin spiegando che con il testo non si vuole portare un ulteriore appesantimento per i datori di lavoro, ma che con esso si vuole far sì che la discussione sul tema avvenga anche in Consiglio provinciale.

Il sì di Cgil, Cisl, Uil
Manuela Faggioni (Cgil) ha parlato di un ddl positivo. Ha sottolineato in particolare il parere favorevole al primo articolo e al secondo (quello che prevede una relazione annuale alla Commissione consiliare competente). Infine ha ricordato la necessità di dare risposta all’aggravarsi delle malattie professionali: servono risorse per mettere in campo qualsiasi strumento di prevenzione. Ha quindi detto percorribile l’introduzione del fondo prevista all’articolo 3. Ha poi sottolineato l’assoluta necessità di un coinvolgimento delle parti sociali nella definizione dei progetti da mettere in atto con le risorse. Il Tavolo del coordinamento, ha sottolineato ancora, è stato coinvolto nel Piano di prevenzione in maniera pressoché formale finora, non reale. La rappresentanza deve essere reale e non formale, ha auspicato, dicendo che se nascerà il nuovo fondo è bene che le segnalazioni di chi si occupa di sicurezza per lavoratori e imprese vengano tenute in considerazione. Walter Alotti (Uil) ha parlato dell’attività intensa del Comitato per la sicurezza sul lavoro durante il periodo del Covid e ha ricordato di come poi però le occasioni di incontro sono andate a rarefarsi nonostante permanga un confronto tra le parti e le istituzioni. Molto bene, ha detto, la previsione di una relazione annuale del Presidente perché in Trentino si è riorganizzata la filiera della sicurezza dall’Assessorato alla Salute a quello del Lavoro. Bene all’istituzione di un appuntamento preciso. Sulla previsione di finanziamento Alotti ha segnalato che sarebbe importante specificare che sia integrativa (e non sostitutiva) rispetto al Fondo finanziato con i proventi finanziati dai proventi delle contravvenzioni. L’intervento, ha dichiarato infine, vede favorevole la Uil, potrebbe essere l’occasione per mettere mano all’organizzazione della materia riguardo a enti e istituzioni a cui essa fa capo. Per il segretario della Cisl Michele Bezzi l’iniziativa legislativa muove nel senso giusto. Bene il coinvolgimento di associazioni sindacali e datoriali, servirebbe anche quello degli enti che si occupano di sicurezza sul lavoro: più si crea sinergia più si creano percorsi e si riescono a mettere in campo azioni nel senso della prevenzione e del miglioramento dei dati. Importante per Bezzi un’attenzione particolare alle malattie professionali. Bene il finanziamento, l’importante è riuscire a finalizzare bene le azioni: serve anche molta azione formativa anche nelle scuole e per lavoratori e datori di lavoro, un lavoro sinergico.

Lucia Maestri ha precisato che è necessario emendare l’articolo relativo alle disposizioni finanziarie: è scontato che i 500.000 euro sono aggiuntivi, ma si emenderà. Impossibile mettere in legge la distribuzione delle deleghe, ha aggiunto. Alotti ha rimarcato il nuovo assetto che vede responsabile il presidente della Giunta con come braccio destro non più l’assessore alla Salute, ma quello al Lavoro e ha indicato problemi di coordinamento e di comunicazione tra i sistemi. Faggioni ha ricordato che il Tavolo di coordinamento era stato portato avanti sotto l’area della Salute, ma poi c’è stato uno spostamento sull’area del Lavoro: all’epoca dello spostamento i sindacati avevano espresso dubbi. I dubbi riguardavano coordinamento e comunicazione: molte delle preoccupazioni sono risultate nodi al pettine e oggi non hanno soluzione.
Alessio Manica (Pd), intervenuto sull’ordine dei lavori e facendo riferimento alla presenza online di consiglieri con la telecamera spenta, ha chiesto chiarimenti sulla possibilità di certificare il collegamento telematico. Luca Guglielmi (Fassa) ha risposto ricordando che per collegarsi online è necessaria una motivazione valida e ha detto di ritenere non sia necessario un intervento sull’ordine dei lavori. Antonella Brunet ha ricordato che a tutti è stato chiesto all’inizio della riunione di palesarsi.

Inail: massima condivisione a qualsiasi iniziativa elevi il livello di sicurezza
Silvio Bertoldi ha detto di condividere qualsiasi iniziativa venga posta in essere per elevare il livello di sicurezza, in termini di incentivi alla formazione, all’acquisizione di sistemi per la gestione per la sicurezza. Si presume gli interventi saranno migliorativi rispetto agli obblighi di legge attuali. Massima condivisione per questo tipo di interventi, dunque. Ha quindi fatto riferimento ai dati presentati nelle slide (in allegato sul sito). Da rilevare, ha notato tra l’altro scorrendo le cifre, che, tra le malattie professionali denunciate, cominciano ad affacciarsi i disturbi psichici, conseguenza di mobbing sul lavoro.
Ultimo aggiornamento: 30/10/2024 00:11:44
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