Trento - Approvata la richiesta di procedura d'urgenza per il ddl 52 di modifica della legge elettorale
La proposta di modifica interviene sulla legge elettorale provinciale 2003, precisamente sulla disciplina dell’eleggibilità a Presidente della Provincia autonoma di Trento. Il disegno di legge si compone di un articolo. L’articolo prevede che il Presidente della Provincia autonoma di Trento non sia più eleggibile dopo essere stato eletto alla carica nelle ultime tre consultazioni elettorali (al posto dei due mandati previsti dalla disciplina vigente) ed abbia esercitato le funzioni per almeno 72 mesi, anche non continuativi.
Il testo è stato approvato con 17 sì (maggioranza), 14 no (minoranza) e 4 astenuti (Fratelli d’Italia).
Mirko Bisesti (Lega) ha illustrato la richiesta di urgenza, argomentando che pur a larga distanza di tempo dalle prossime elezioni provinciali e politiche, ciononostante va tenuto in conto che la norma sui tre mandati potrà subire un vaglio di carattere costituzionale e potenzialmente anche la sottoponibilità a referendum. Ergo: potrebbero occorrere dai 18 ai 26 mesi per renderla effettivamente vigente.
“L’esigenza, sentita da tutti, è quella di affrontare le elezioni provinciali del 2028 in un contesto chiaro e nella massima trasparenza – ha detto Bisesti. – Non ci sono blitz nè sotterfugi. Nel 2017 è stata modificata la legge elettorale a pochi giorni dal voto. Oggi la modifica è proposta per tempo. Il Consiglio Provinciale è il parlamento del Trentino e ha competenza in materia elettorale, chi siede in quest’aula ha dunque la responsabilità delle regole della democrazia del territorio. La responsabilità è nostra”.
Per la minoranza, in posizione contraria, è intervenuto
Francesco Valduga (Campobase).
“I temi caldi sono altri, non certo il destino di Fugatti. Il nostro no al terzo mandato non è per preoccupazione nei confronti di un ‘presidente imbattibile’. Qui vediamo il destino di una parte, non di una comunità. Dobbiamo essere trasversali, serve tempo per un approfondimento e confronto”. Per la minoranza non può essere tutto ridotto a “terzo mandato sì o terzo mandato no”. “Ci sono tanti aspetti che nella legge elettorale vanno discussi – ha proseguito Valduga - dalle modalità di voto al premio di maggioranza o l'elezione diretta del presidente della Provincia. Serve una discussione più ampia, circostanziata e approfondita e non certo con un d.d.l. ‘si-no terzo mandato, arrivederci e grazie’ ”.
Alessio Manica (Pd) - Questo sarà il ddl ‘Salvafugatti’
: “E’ stata votata una norma ad personam, questo sarà il ddl ‘Salvafugatti’. Il voto che ha dichiarato l’urgenza di modifica alla legge elettorale ricorda quando il centrodestra in Parlamento votò che Ruby Rubacuori fosse la nipote di Mubarak. Al voto si è allineato il presidente del Consiglio provinciale, Claudio Soini con il mandato di consigliere di maggioranza. Nel votare un sì a un’urgenza che non c’è, è saltata la sua terzietà”.
Il presidente
Claudio Soini - Chiedermi di non esprimere il mio diritto di votare è cosa grave e inaudita:
"È stata prospettata una mancanza di fiducia nei miei confronti, sono esterrefatto e amareggiato. A tutto c’è un limite. Mi è stato chiesto di non esprimere il mio diritto di votare ed è cosa grave e inaudita. Il mio ruolo è garantire l’interesse di tutti i consiglieri, tutelando la minoranza, ma anche la maggioranza. Oggi abbiamo votato una procedura che legittimamente e da regolamento un consigliere ha richiesto, sul merito del disegno di legge si parlerà in aula quando ci arriverà. Anche nel passato sono arrivate del resto svariate uguali richieste anche su altre questioni. La procedura d’urgenza è prevista dal regolamento e non solo per calamità naturali”.
Claudio Cia (Gruppo Misto) - Il presidente è membro del Consiglio provinciale:
“C’è stato un attacco gratuito nei confronti del presidente del Consiglio, che ha tutta la mia solidarietà. La minoranza confonde il campo sportivo, dove l’arbitro non gioca, con l’Aula dove il Presidente è a tutti gli effetti un componente del Consiglio provinciale. Non mi risultano presidenti che di fronte a temi divisivi si siano astenuti”.
Francesco Valduga (Campobase) - Avremo la possibilità di confrontarci sui tempi di discussione del ddl:
“Il ruolo del presidente Soini non è un ruolo da semplice consigliere. Il suo ruolo non è solo finalizzato al corretto funzionamento dell’aula, ma di equilibrio tra maggioranza e minoranza. Con il suo voto di oggi ha dimostrato di contravvenire al suo ruolo super partes. Ha però un’altra occasione: nella Conferenza dei Capigruppo ci confronteremo sull’ampiezza dei tempi di discussione del d.d.l. Bisesti”.
Filippo Degasperi (Onda) - Si poteva cercare un confronto:
“Tutti siamo legittimati a proporre modifiche della legge elettorale. Al di là dei codicilli che ci ha presentato Bisesti, si poteva cercare un confronto preventivo. C’è stato invece il colpo di mano, proprio perché non si è voluto il confronto. Quanto al voto del presidente, ha votato come consigliere in risposta ai suoi elettori e non all’Aula che dovrebbe rappresentare per intero”.
Lucia Coppola (Avs) - Si devono tutelare tutti, ma di più le minoranze:
“Soini con il suo voto ha messo in evidenza la differenza tra ruolo di consigliere e di presidente. Nessuno nega il suo diritto al voto, ma buonsenso e opportunità ci dicono che ci sono votazioni delicate. Stiamo parlando di legge elettorale. Andava esercitata prudenza e l’astensione avrebbe avuto un alto valore.