San Giovanni di Fassa - Digitalizzazione, cultura minoritaria, partecipazione. Queste le parole chiave dell’incontro tenutosi all’Istitut Cultural Ladin di San Giovanni di Fassa, nel quadro del progetto europeo Horizon DIGICHer. Circa venti rappresentanti della comunità fassana si sono incontrati per dare il via a un percorso di co-progettazione.
Foto di Istituto culturale ladino.
L’incontro alla Majon di Fascegn ha riguardato la partecipazione attiva della comunità nel processo di digitalizzazione della propria ricchezza culturale. Più di venti persone, rappresentanti di tutta la comunità, sono state invitate all’Istitut Cultural Ladin per partecipare al laboratorio di co-progettazione organizzato dai ricercatori dell’Università di Trento e dell’Istituto italiano di studi germanici, partner italiani del progetto. Nell’aula magna dell’Istitut si sono così confrontati rappresentanti di quella che, nel quadro del progetto DIGICHer, viene chiamata la “quadrupla elica”, ovvero dei quattro settori che compongono la società: il mondo della scuola e della ricerca, il mondo delle istituzioni e della politica, il mondo economico e delle aziende e infine quello della società civile, delle associazioni culturali e dei singoli cittadini interessati alla cultura, al suo rinnovamento e alla sua salvaguardia.
La discussione si è mossa dapprima su un piano più generale, andando a trattare le idee dei presenti riguardo ai processi di digitalizzazione e all’utilizzo dei materiali archiviati virtualmente, per poi divenire più specifica, trattando di sei lavori di digitalizzazione culturale già avviati dall’Istitut Cultural Ladin: la Mediateca Ladina, il grande portale virtuale di libri, audio e video in lingua ladina; la nuova ricerca sull’apiario storico di Ronch, il Bait da la èves; il progetto Tone per l’uso digitale del ladino attraverso l’intelligenza artificiale; Uteres, performance/video dell’artista Claus Soraperra; il film antropologico Talis mater; e il grande archivio fotografico Franz Dantone Pascalin.
Questo incontro ha rappresentato solo il primo passo: i risultati del workshop, elaborati dai ricercatori del progetto DIGICHer, verranno utilizzati nel proseguimento di un percorso ancora lungo. Infatti, nei prossimi mesi l’Istitut Cultural Ladin convocherà altri incontri, anche aperti al pubblico, a chiunque voglia prendere parte o conoscere meglio DIGICHer e i processi di digitalizzazione delle culture minoritarie.
DIGICHer è un progetto che si propone di lavorare sulla digitalizzazione delle culture minoritarie europee, finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma di ricerca e innovazione Horizon. Una serie di università, istituti, archivi, enti di ricerca e reti di minoranze si uniscono per condurre ricerche sulla condizione attuale della salvaguardia e dell’archiviazione delle diverse forme di cultura attraverso la digitalizzazione, per sostenere questi processi e per elaborare nuove pratiche che li possano migliorare. Più nello specifico, ciò verrà realizzato attraverso un lavoro su tre minoranze europee: quella dei Sami nella Finlandia, quella delle comunità ebraiche presenti in diverse zone del continente, e per l'appunto quella ladina della Val di Fassa. Come si possono utilizzare al meglio gli archivi culturali e come farli conoscere nella comunità? Quali possono essere i problemi giuridici, di privacy e copyright che si presentano a chi digitalizza e come possono essere risolti? Come fare per coinvolgere la comunità di minoranza nel progetto di digitalizzazione e salvaguardia della sua cultura, affinché questa possa avere una parte attiva? Il progetto DIGICHer si propone di rispondere a questa e altre domande.
Tutti i rappresentanti delle istituzioni europee coinvolte nel progetto DIGICHer si incontreranno in Val di Fassa alla fine di marzo per il terzo incontro plenario del progetto, al fine di proseguire con l’organizzazione delle numerose iniziative previste.