Malé (Trento) - Il comitato "
Insieme per Andrea Papi" fa sentire la voce e chiede un intervento concreto alla
Provincia di
Trento e non parole.
"La Provincia ritiene che la soluzione al problema orso sia l'istituzione di un tavolo?", spesso si dice che quando non si vuole affrontare un problema, si costituisce un tavolo.
"La delibera della giunta provinciale del 31 maggio scorso pare confermare questo vecchio adagio.
Le funzioni assegnate dalla legge al tavolo sono le seguenti: promuovere e favorire la condivisione delle informazioni relative alla presenza dei grandi carnivori sul territorio provinciale e alle strategie per il miglioramento della convivenza con i medesimi..", sottolineato i resoponsabili del "Comitato Insieme per Andrea Papi".
"La domanda che poniamo seriamente - come Comitato Insieme per Andrea Papi - è la seguente: la Provincia ritiene che oggi, in presenza di un rilevante problema di sicurezza che riguarda l’incolumità delle persone, la difesa dell’economia di montagna e dei diritti della popolazione residente, la soluzione sia quella della condivisione delle informazioni relative alla presenza dei grandi carnivori e alle strategie per il miglioramento delle convivenza?
La convivenza non può essere un fatto coercitivo e, oggi, parlare di convivenza a chi è espropriato a casa propria dei diritti e della libertà acquisiti nei secoli appare una vera e propria violenza.
Come Comitato riteniamo necessario che il problema sia affrontato da chi ha le redini del Governo provinciale e da chi rappresenta sul territorio provinciale il Governo nazionale con serietà e coraggio. Riteniamo poi che l’urgenza sia quella di attivare squadre di intervento immediato con un numero di emergenza dedicato che oltre a garantire un accurato monitoraggio sul territorio siano in grado di segnalare ogni possibile pericolo in maniera da salvaguardare l’incolumità pubblica".
Il "comitato" sostiene che l’articolo 16 della direttiva Habitat va attivato. ".. a condizione che non esista un'altra soluzione valida e che la deroga non pregiudichi il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, delle popolazioni della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale, gli stati membri possono derogare alle disposizioni previste dagli articoli 12, 13, 14 e 15, lettere a) e b): (a) per proteggere la fauna e la flora selvatiche e conservare gli habitat naturali; (b) per prevenire gravi danni, segnatamente alle colture, all'allevamento, ai boschi, al patrimonio ittico e alle acque e ad altre forme di proprietà; (c) nell'interesse della sanità e della sicurezza pubblica o per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale o economica, e motivi tali da comportare conseguenze positive di primaria importanza per l'ambiente".