Tassullo (Trento) - Si è concluso nei giorni scorsi, presso la
Fondazione Edmund Mach, il meeting scientifico del progetto europeo RIPARIANET, finanziato dalla partnership BIODIVERSA+, con l’obiettivo di approfondire strategie innovative per la tutela delle zone riparie. Si tratta di aree di interfaccia tra l’ambiente terrestre e i corsi d'acqua che risultano fondamentali per la biodiversità e i servizi ecosistemici e sono spesso soggette a pressioni antropiche che ne compromettono la funzionalità ecologica.

Avviato nel 2023, il progetto RIPARIANET si concentra sullo studio delle reti riparie lungo i corsi d'acqua, riconoscendole come veri e propri "corridoi ecologici" in grado di connettere diversi habitat nonostante occupino una superficie relativamente ridotta all'interno dei bacini idrografici.
Attraverso l’integrazione di dati raccolti sul campo, immagini satellitari e modelli spaziali, il progetto intende individuare aree prioritarie per la conservazione basandosi su criteri di connettività e funzionalità ecologica.
Le ricerche si sviluppano in sei siti di studio distribuiti in Svezia, Germania, Portogallo, Spagna e Italia, dove il torrente Noce e i suoi affluenti in Trentino rappresentano un caso studio emblematico per la zona alpina.
La Fondazione Edmund Mach ha un ruolo chiave nel progetto, essendo co-coordinatore e principale ideatore, come evidenziato nella pubblicazione dell'idea progettuale disponibile su Research Ideas and Outcomes (https://riojournal.com/article/108807/).
In particolare, il team di ricerca guidato dai ricercatori Stefano Larsen dell'unità di Biologia Computazionale e da Maria Cristina Bruno dell’Unità di Idrobiologia del Centro Ricerca e Innovazione FEM, si occupa delle analisi relative alla biodiversità microbica tramite approcci di metagenomica (DNA ambientale), centralizzando l'elaborazione dei campioni provenienti da tutti i siti di studio europei. FEM ha coordinato, inoltre, l’analisi dei questionari somministrati a scala europea per comprendere la percezione delle aree fluviali e ripariali da parte di diversi stakeholder. Il meeting di San Michele rappresenta un'importante occasione per fare il punto sui risultati ottenuti nei primi due anni di progetto e discutere le prospettive future.