Si tratta quindi di un’operazione dal valore strategico nel quadro delle alleanze tra Case Rurali, sollecitate a strutturarsi per affrontare un contesto in costante evoluzione e garantire servizi qualificati e concorrenziali alla propria clientela (nella foto da sinistra Silvio Mucchi, Mauro Mendini, Paolo Segnana e Massimo Pinamonti).
I “numeri” della nuova Cassa Rurale - La nuova Rurale, che giocherà un ruolo fondamentale per le comunità servite (non solo relativamente all’attività bancaria ma anche a quella di supporto e sviluppo del terzo settore), avrà un patrimonio di 210 milioni, oltre 3 miliardi di euro di masse amministrate, 32 filiali, 200 collaboratori e 14 mila soci. Sarà quindi una delle banche più solide del panorama nazionale (Cet 1 Ratio superiore al 26 %) ed avrà come principale obiettivo quello di interpretare al meglio, anche in futuro, il ruolo di banca cooperativa locale, anche grazie all’appartenenza al Gruppo Cassa Centrale Banca.
La nuova governance - Sarà una fusione per incorporazione: due rappresentanti della Cassa Rurale Rotaliana e Giovo saranno cooptati nel Cda della nuova cassa, uno con il ruolo di Vicepresidente vicario, che sarà composto da n. 8 consiglieri più il Presidente. La sede resterà quindi a Cles, mentre la presenza delle filiali della Cassa Rurale Rotaliana e Giovo rimarrà immutata e rafforzata in termini di risorse e servizi.
La direzione è confermata a Massimo Pinamonti, attuale direttore della Cassa Rurale Val di Non, mentre la vicedirezione sarà affidata a Paolo Segnana, attuale direttore della Cassa Rurale Rotaliana e Giovo.
Dopo l’approvazione del progetto da parte della capogruppo e della Banca Centrale europea, la parola passerà ai soci tramite una assemblea straordinaria da tenersi nella prossima primavera, con il fine di rendere operativa la nuova Cassa dal 1° luglio 2022.