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La storia di Margherita de Cles nel libro "Le radici costruiscono il futuro"

Cles (A. Pa.) - Un pomeriggio speciale nello spazio eventi Fame Space di Palazzo dal Lago a Cles (Trento), dove la baronessa Margherita de Cles, direttrice creativa del marchio La Cles e ambasciatrice della moda sostenibile nel mondo, ha presentato "Le radici costruiscono il futuro", libro autobiografico che entrerà nel progetto editoriale "Experience Woman Enterprise".
Erano presenti il sindaco di Cles, Ruggero Mucchi, l'assessore regionale agli Enti locali, noneso doc, Lorenzo Ossana, l'assessore provinciale alla Cultura, Mirko Bisesti, quindi Franco Panizza, esponenti del mondo imprenditoriale e culturale della Val di Non e i vertici di Unimpresa, Unione Nazionale di Imprese, promotrice del progetto collana "Experience Woman Enterprise" con Paolo Longobardi e Maria Grazia Lupo Albore, rispettivamente presidente onorario e vicepresidente e Ceo di Unimpresa. Sponsor dell'iniziativa Banca Mediolanum e il Comune di Cles e Radio Italia Anni 60 patrocinano. I proventi dei libri sono stati devoluti al Cif, associazione che per per la promozione sociale e culturale della donna attraverso corsi di formazione.


IL LIBRO - Durante la presentazione del libro "Le radici costruiscono il futuro" la vice presidente Unimpresa (Unione Nazionale di Imprese), Maria Grazia Lupo Albore, promotrice del progetto collana “Experience Woman Enterprise”, ha invitato a raccontare di se´ a Margherita de Cles, direttore creativo del marchio La Cles e ambasciatrice della moda sostenibile nel mondo. Il progetto al femminile di Unimpresa e` dedicato a venti donne imprenditrici italiane che raccontano delle loro esperienze lavorative e di come sono arrivate al loro successo.
“Le radici costruiscono il futuro” e` il secondo volume della collana, scritto da Margherita de Cles. Nella sua autobiografia racconta la storia di famiglia, i suoi viaggi, la passione per la musica e la moda, e tutti i momenti salienti che hanno determinato la nascita del suo marchio La Cles e del suo impegno verso l’inclusione e l’ambiente.
La cantante Elisa Maitea ha accompagnato la serata con musica, mentre Chiara Limelli, giornalista di Radio Italia anni '60 ha moderato la presentazione. Tra gli interventi quello del sindaco Ruggero Mucchi, che ha rimarcato: "Margherita de Cles dopo i viaggi nel mondo è sempre tornata a Cles e ha avviato iniziative per valorizzato arti e mestieri e questo è un segnale importante che ci ha dato a tutti noi".
Invece l'assessore regionale Lorenzo Ossanna ha ricordato gli anni giovanili, quando da studente di architettura ha scelto con un compagno di università una tesi sui palazzi storici della località nonesa ed hanno chiesto alla famiglia di Cles di visitare e studiare il palazzo.

"Lì - ha spiegato Lorenzo Ossanna - ho conosciuto Margherita, che era giovanissima, poi è cresciuta e il legame si è intensificato e oggi è un riferimento per tutti noi, nelle iniziative che ha avviato a Cles e per la ventata di novità che ha introdotto", mentre l'assessore provinciale Mirko Bisesti ha sottolineato "il valore e la capacità di Margherita che è il fulcro di attività culturali e imprenditoriali". Franco Panizza ha rimarcato l'animo e la sensibilità di Margherita de Cles che si trova anche nel suo secondo libro e Paolo Longobardi ha invitato "a guardare e puntare su persone che hanno valori e tra questi c'è sicuramente Margherita de Cles".


MARGHERITA DE CLES - Poi la baronessa Margherita de Cles ha presentato il libro "Le radici costruiscono il futuro", un triangolo femminile adatto al contenuto di un libro destinato a essere inserito in un progetto dedicato a venti donne imprenditrici italiane che raccontano le loro esperienze lavorative che le hanno portate al successo.
Il libro si apre con "Le radici di una pianta sono ciò che ne determinano resistenza e stabilità nel tempo...». La storia inizia nel 1982, poco prima che l’Italia diventasse campione del Mondo di calcio in Spagna. Erano le 18 del 22 marzo, orario da gin tonic, lo stesso giorno della nascita del pittore Van Dick e di Massimiliano I d’Asburgo, personaggio spesso ricordato da mio padre per i suoi legami con l’antenato Bernardo Clesio, principe-vescovo di Trento e cardinale. Il 22, numero che nella simbologia cabalistica indica l’universo, le idee spirituali e il servizio disinteressato, è correlato alla pace e all’armonia. A quel tempo, non potevo pensare che nascere femmina potesse creare tanto scompiglio, ma ben presto mi fu chiaro che ogni cosa ha la sua ragione di essere...
Il primario all’ospedale di Trento aveva rassicurato mio padre, Leonardo Beniamino Maria, tanto voglioso di diventare padre alla veneranda età di 49 anni, del fatto che avrebbe avuto il suo erede, e maschio.
La mia famiglia è sempre stata molto legata al clero e alla cultura cattolica. In merito, mi sono sempre fatta molte domande, alle quali non ho avuto risposta, forse sbagliavo a chiedere agli altri, solo col tempo la mia curiosità e i miei dubbi sono stati messi a bada...
Questo bisogno di capire mi ha allontanato dagli altri, che cominciarono a temere il mio bisogno di dibattere.
Capii allora che talvolta è meglio tacere che esprimere la propria opinione, per questo motivo spesso preferivo isolarmi leggendo e disegnando.
Altre culture parlano molto di famiglia carnale e famiglia spirituale, la prima è quella di coloro che ci hanno dato i natali, l’altra è fatta delle persone incontrate e scelte.
Mi sono sempre sentita estranea agli ambienti che mi facevano frequentare, il mio pensiero e il mio cuore mi portavano lontano rispetto all’educazione familiare rigida e distaccata; io ero attratta dal dialogo e dagli altri.
Per alcuni, dal di fuori, potevo essere una privilegiata e invidiata, «nascendo bene», ma la maggior parte delle persone si fermavano alle apparenze, senza sapere che in ogni realtà ci sono segreti e difficoltà.
La mia famiglia, di sicuro, è stata «perfetta» per le sfide che ho dovuto affrontare e, soprattutto, per le prove da superare, nelle vesti di una donna nata in un ambiente da medioevo ma costretta a vivere nel Ventesimo secolo.
Un detto popolare recita: «Beata la famiglia che ha per prima una figlia»...
La conquista della libertà è stata una prova continua che, ancora oggi, donna di 40 anni matura e realizzata, mi vede caparbiamente impegnata in nuove sfide".
E al termine della presentazione Margherita de Cles ha ricordato i prossimi obiettivi: "Sono su base decennale - ha concluso - e guardano a progetti sostenibili e creativi".

Ultimo aggiornamento: 02/09/2022 21:32:01
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