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Trento, il Consiglio provinciale ha approvato il ddl Failoni sull'orso

Trento - Approvato in tarda serata, con due no (Coppola e Degasperi), 11 astenuti, 19 sì, il ddl dell’assessore Failoni sull’orso, dopo una lunga giornata di discussione. Approvati gli emendamenti di Degasperi (Onda) sull’istituzione del Tavolo grandi carnivori e quello che riserva al solo Corpo Forestale gli abbattimenti degli orsi problematici. In dichiarazione di voto Francesco Valduga capogruppo di Campobase, annunciando l’astensione del suo gruppo, ha detto che la discussione è stata lunga perché si è voluto approfondire e il testo è stato migliorato dalle proposte delle minoranze. Valduga ha però auspicato che si arrivi a un confronto senza dover ricorrere alla minaccia dell’ostruzionismo. Si arrivati alla condivisione sul fatto che si può arrivare anche agli abbattimenti, ma, prima di tutto, serve un percorso di prevenzione. Perché prevenire è meglio che curare e i processi vanno governati.


Roberto Paccher della Lega ha ringraziato Failoni per la mediazione ma ha ribattuto a Valduga che comunque l’ostruzionismo è stato fatto, nonostante le dichiarazioni fatte nella Conferenza dei capigruppo.


Lucia Coppola (Verdi – Sinistra) ha annunciato il suo no al ddl. Mentre Alessio Manica, capogruppo Pd, affermando il voto di astensione, ha affermato che il ddl non aggiunge nulla a quello di Rossi, ma è passato all’esterno come il ddl ammazza orsi. Un danno, anche perché c’è una parte di popolazione che pensa che sia iniziata la mattanza. Comunque, secondo Manica, si sono fatti piccoli passi avanti e la volontà del Consiglio di lavorare su questo tema.


Filippo Degasperi (Onda), il suo è stato un voto contrario al ddl, ha detto che il deposito degli odg è stato reso necessario dalla chiusura della maggioranza nei confronti del dialogo. Comunque, ha aggiunto, si vedrà se qualcosa verrà fatto dopo tanti anni di inerzia e la popolazione vedrà anche che la legge è diversa dalla narrazione che è stata fatta negli ultimi mesi. Delusi, per Degasperi, saranno anche gli elettori della vicepresidente Gerosa che ha smentito nei fatti il documento di FdI.


Paola Demagri (Casa autonomia), astenuta, ha chiesto il perché del ddl che rispetto a quello della Giunta Rossi riduce l’autonomia del Trentino


Vanessa Masè (La Civica), Spray anti orso per chi lavora nei boschi (approvato)
L’odg di Vanessa Masè, approvato con 28 sì e 2 astenuti, impegna la Giunta a chiedere la modifica della normativa statale per consentire a chi frequenta il bosco per motivi professionali di dotarsi dello spray anti orso. Una possibilità che dovrebbe essere concessa anche a chi detiene il porto d’armi e ai membri della Protezione civile impegnate nella ricerca di persone disperse e ferite.


Lucia Coppola (Verdi – Sinistra), Ampliare il centro del Casteler (bocciato)
L’odg di Lucia Coppola, bocciato con 20 no, 12 sì e una astensione, voleva impegnare la giunta a prevedere un progetto di ampliamento del centro del Casteler per garantire una maggiore qualità della vita agli orsi M49 e JJ4. Coppola ha aggiunto di aver preso atto, come affermato da Failoni, che il centro verrà chiuso, nella speranza che gli orsi ospitati non facciano una brutta fine.


Lucia Coppola (Verdi – Sinistra) Odg Sostituire i bidoni delle immondizie con quelli anti orso (approvato)
Con questo odg Coppola, approvato all’unanimità così come emendato, impegna la Giunta a predisporre entro maggio un cronoprogramma che partendo dall’organico preveda l’implementazione di gusci anti orso e campane interrate sostituendo quelli attuali nelle aree ecologiche, per le aree ecologiche pubbliche e private. Ad aumentare i controlli sul deposito scorretto dei rifiuti. Christian Girardi (FdI) ha chiesto l’impegno della Pat a sostenere i costi dei cassonetti che non possono pesare solo sulle tasche dei cittadini. Failoni ha detto che c’è la conferma di Tonina e dell’assessora Zanotelli che sarà la Pat a sostenere i costi. Degasperi (Onda) ha preso atto che la Giunta ha cambiato idea sul tema dei bidoni anti orso. Dopo 24 anni siamo arrivati a capire che sono utili. Però, ha ricordato, in val di Sole solo 6 cassonetti anti orso sono stati collocati e solo nel 2020.


Filippo Degasperi (Onda) Uno studio sui corridori faunistici (respinto)
L’odg di Degasperi, respinto con 20 no e 13 sì , voleva impegnare la Giunta a predisporre uno studio sulla dislocazione dei corridoi faunistici esistenti; a individuare misure adeguate per limitare la velocità delle auto nelle zone dove è probabile l’attraversamento dei selvatici. Degasperi ha ricordato che gli incidenti, soprattutto con gli ungulati, sono in aumento enorme: sono arrivati a 293 nel 2023, raddoppiati rispetto a quelli del 2014. Il no della Giunta, ha detto ancora, sui corridoi faunistici previsti dal piano faunistico Pat del 2002 e ancora in vigore. Lucia Coppola ha sostenuto l’odg e ha detto che i corridoi sono indispensabili affinché i selvatici possano muoversi in sicurezza garantendo anche quella degli umani.


Paola Demagri (Casa Autonomia) Ripristinare la cadenza annuale del monitoraggio di orsi e lupi (Respinto)
L’odg di Paola Demagri (Casa autonomia), bocciato con 20 no e 13 sì, chiedeva alla Giunta di ripristinare il monitoraggio intensivo della specie lupo e orso con cadenza annuale.


Paola Demagri (Casa Autonomia) Azioni per migliorare il rapporto uomo – lupo (respinto)
L’odg di Demagri, bocciato con 20 no e 13 sì, intendeva impegnare la Giunta di dare diffusione mediatica e politica di quanto sta concretamente mettendo in campo per migliorare l’inevitabile processo di convivenza uomo – lupo. Ad attivare misure di protezione straordinaria delle produzioni zootecniche per migliorare il rapporto allevatori – lupo. Ad attivare misure di informazione straordinaria della cittadinanza sul lupo; ad attivare un rapporto col governo per far diventare il Trentino la provincia pilota per l’applicazione del Piano gestionale del lupo.


Filippo Degasperi (Onda) Ripristinare il contingente di custodi forestali (approvato)
L’ordine del giorno di Degasperi, approvato nel dispositivo all’unanimità, impegna la Giunta a arrivare a un contingente di custodi forestali almeno pari a quello pre esistente alla modifica del regolamento del 9 maggio del 1016. Lucia Coppola, ha ricordato di aver presentato un emendamento quasi identico all’odg di Degasperi che però non ha ricevuto l’ok della Giunta. L’assessore Failoni ha detto no alla premessa (respita con 20 no e 12 sì) e il via libera al dispositivo.


Filippo Degasperi (Onda) Ripristinare le funzioni del Comitato faunistico (respinto)
L’odg di Degasperi, bocciato con 20 no e 13 sì, chiedeva l’impegno dell’esecutivo a ripristinare l’operatività e le funzioni del Comitato faunistico provinciale (azzerato da Fugatti nel febbraio del 2019) previsto dalla legge provinciale 24 del 1991. Lucia Coppola ha detto che i “tavoli” non servono a nulla e comunque si potrebbe rompere un tabù e al posto del termine “portatori di interesse” si parli chiaramente di associazioni.


Carlo Daldoss (FdI) Un piano annuale per l’abbattimento selettivo degli orso (approvato)
L’odg di Daldoss, approvato con 21 sì e 13 astenuti, impegna la Giunta a mettere in campo tutte le azioni necessarie per la modifica dell’impianto normativo provinciale, nazionale e europeo per contenere gli orsi mediante un piano annuale di abbattimento selettivo che permetta di conciliare la sicurezza con la salvaguardia della specie. Una specie che ha raggiunto il centinaio e cresce del 10% all’anno. Paolo Zanella (Pd) ha detto che serve coerenza perché nella scorsa legislatura la Giunta approvò le linee guida sull’orso nel quale si trova scritto che il problema non è il numero di orsi, ma lo sono gli individui problematici. Quindi, una riduzione generalizzata, con la caccia di selezione, potrebbe non avere risultati.


Filippo Degasperi (Onda) Dall’11 al 119 I comuni approfondiscano il tema del rischio per i custodi forestali
Con il suo odg, accolto all’unanimità, Degasperi chiede alla Giunta di promuovere un confronto con il Consorzio dei comuni finalizzato ad approfondire il tema sul luogo di lavoro dei dipendenti che operano nei boschi e in territori aperti.


Chiara MauleRoberto Stanchina (Campobase) Applicare l’intelligenza artificiali per gestire gli orsi (approvato)
L’odg di Chiara Maule e Roberto Stanchina, votato all’unanimità come emendato, impegna la Giunta a produrre uno studio di fattibilità sull’applicazione dell’intelligenza artificiale nella dissuasione degli orsi confidenti; a commissionare e un ente di ricerca uno studio di sperimentale per la realizzazione di strumenti innovativi per il rilevamento degli orsi.


Luca Guglielmi (Lista Fassa) Togliere la specie protetta al lupo
L’odg, approvato con 32 sì e 2 astenuti, impegna la Giunta a comunicate alla Commissione europea il disagio del mondo degli allevatori e degli operatori turistici inerenti alla convivenza uomo – lupo; a indicare alla Commissione la necessità della Pat di declassamento dello status di specie protetta del lupo che è aumentato esponenzialmente in tutta Europa, in Italia e in Trentino dove hanno raggiunto i 200 esemplari.


Michela Calzà (Pd) Un tavolo per i grandi carnivori (respinto)
L’odg, respinto con 20 no e 14 sì, impegna la Giunta a istituire un tavolo per la gestione dei carnivori quale organo consultivo e di proposta per la Giunta.


Filippo Degasperi Razionalizzare il foraggiamento degli ungulati (approvato)
L’ultimo l’odg di Degasperi concordato con Failoni, è stato approvato all’unanimità, impegna la Giunta ad elaborare, nel contesto della revisione del Piano Faunistico previsto nel dicembre 2024, una proposta di razionalizzazione dell’attività di foraggiamento degli ungulati. Coppola ha ricordato che su questo ha presentato un odg che non è stato accolto.


LA GIORNATA E IL DIBATTITO
?????Il presidente Claudio Soini ha aperto poco fa i lavori consiliari sul testo di legge in materia di plantigradi, mentre fuori dal palazzo si è formato un rumoroso picchetto di protesta degli animalisti.
Soini ha premesso un messaggio importante. Grande soddisfazione per l'annuncio del ritorno in Italia di Chico Forti, naturalmente aspettando che diventi realtà.
Condoglianze vivissime a Matteo Borzaga, consigliere di parità nel lavoro, per la perdita del padre, il professor Carlo Borzaga (che fece parte anche della Consulta per la riforma dello Statuto formata proprio dal Consiglio provinciale).
Vicinanza anche al nuovo assessore Simone Marchiori, per l'improvvisa, dolorosissima perdita del giovane fratello Nicola.
Consiglio provinciale: aperta la discussione generale sul ddl Failoni
Si è aperta stamane alle ore 9.30 la seduta straordinaria del Consiglio provinciale riservata all’esame del disegno di legge 11 dell’assessore Roberto Failoni che modifica la legge relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche e fissa nel numero massimo di 8 gli orsi annualmente sopprimibili perché dannosi o pericolosi. La discussione si svolge con tempi non contingentati, su richiesta delle minoranze, accordata dai Capigruppo. Nel corso della mattina sono intervenuti diversi consiglieri in discussione generale. Il testo, composto di un unico articolo è gravato da centinaia di ordini del giorno di natura ostruzionistica, in particolare di Degasperi e Coppola che hanno lasciato intendere di essere disponibili a ritirare se interverrà un confronto con la Giunta utile ad accogliere alcuni spunti. Alle ore 14.30 i lavori riprenderanno con l’intervento del consigliere Claudio Cia.
L’assessore Roberto Failoni ha ringraziato in apertura i colleghi per l’iter ampio e allargato percorso dal disegno di legge in Commissione, che ha previsto l’ascolto attento e rispettoso di tutti i soggetti coinvolti, oltre che per la conferenza d’informazione della scorsa settimana che ha offerto ulteriori argomenti e approfondimenti rispetto al tema oggetto della discussione odierna. Per questo, ha aggiunto amareggiato, non mi attendevo il deposito di oltre 100 ordini del giorno presentati dall’opposizione con un atteggiamento che appare obiettivamente ostruzionistico. Credo che questo ddl sia l’ennesima opportunità di avvicinare le valli alla città, ha detto fuori dalla retorica. Sicurezza per i propri figli, ma anche per coloro che lavorano nei boschi e nei paesi: questo ci chiedono i cittadini, ha dichiarato con enfasi. Vi diamo fiducia, ha concluso, per il rispetto del Consiglio e del suo ruolo, ma alla fine occorrerà dare una risposta precisa e decisa ai trentini.
Ognuno fa la sua parte, ha esordito Lucia Coppola (Alleanza Verdi Sinistra italiana), ma il tema è complesso e lo è diventato ancora di più a seguito della morte del giovane Andrea Papi. Coppola ha percorso la vicenda e le tappe dell’introduzione dell’orso sul territorio trentino. L’orso è protetto dalla legge, dalla convenzione di Berna e dalla direttiva europea Habitat che inserisce questo grande carnivoro tra le specie protette, ha ricordato. Le deroghe previste fin qui riguardavano gravi danni alla sicurezza pubblica, ma potevano diventare effettive solo in mancanza di alternative e previa autorizzazione sulla base di una valutazione tecnica di Ispra. Un grave vulnus fu a suo avviso, nella scorsa legislatura, la soppressione del Comitato faunistico con l’esclusione del dialogo con le associazioni ambientaliste che sarebbe stato utile ad evitare attriti e scontri, aprendo un dialogo che avrebbe creato inevitabilmente maggiore accettazione e coesione sociale. La montagna è un luogo potenzialmente pericoloso in cui si deve sapere come comportarsi. Caccia, punture di vespa, incidenti escursionistici, morti sul lavoro nei boschi: la montagna non è un luogo addomesticato e le insidie devono essere tenute in conto e relativamente alla convivenza con gli orsi occorre fare molto più di quanto sia stato fatto. Coppola ha elencato tutte le misure che si possono adottare per rendere più accettabile e governabile una convivenza che allo stato attuale non è reversibile. Tra questi, l’eliminazione della disponibilità delle fonti di cibo che sono la causa unica della confidenzialità di questi animali selvatici, ha suggerito, eliminando la pasturazione degli ungulati da parte dei cacciatori che inevitabilmente presenta forme di attrattività anche per gli orsi. Il numero di abbattimenti possibile e per non compromettere lo stato di conservazione della popolazione ursina, stabilito in un massimo di 8, non significa a suo avviso che quello è il numero di orsi da sopprimere annualmente. Il numero va commisurato allo stato e alle condizioni di salute, tenendo conto delle fragilità della popolazione. Insomma, vanno messe in atto, prima dell’abbattimento, tutte le misure preventive necessario anche allargando (questo l’oggetto di un suo ordine del giorno) la zona del Casteller per permettere di custodire gli orsi eventualmente ritenuti pericolosi, scongiurandone l’abbattimento a priori. Il voto al ddl sarà naturalmente negativo, ha anticipato Coppola concludendo l’intervento.
Roberto Paccher (Lega nord) ha preso la parola sull’ordine dei lavori per ricordare che il garante delle minoranze Francesco Valduga aveva pattuito con la maggioranza tempi non contingentati a questo disegno di legge, in cambio di una discussione laica e corretta su un tema così delicato e che sta a cuore dei trentini. Per avere dato fiducia alle minoranze, ora ci troviamo con oltre 100 ordini del giorno, ha dichiarato amareggiato e la prospettiva di restare in aula dieci ore a discutere. Mi sarei atteso maggiore convergenza e il rispetto degli accordi, non certo la strumentalizzazione di un argomento tanto sensibile, ha concluso, suggerendo alle minoranze di andare nelle valli a raccontare di aver ostacolato l’approvazione di un provvedimento tanto atteso.
Paola Demagri (Casa autonomia) ha definito l’intervento di Paccher “un po’ troppo precipitoso”. Venendo al tema in discussione una legge attuale e attuabile per la gestione degli orsi problematici in Trentino c’è già e la domanda spontanea è che bisogno ci sia di modificarla, ha osservato. Solitamente le leggi si cambiano quando non funzionano, oppure quando non rispecchiano il pensiero politico, ha osservato, ma sembra che non sia questo il caso perché la legge vigente consente entrambe. Allora forse c’è qualche ente o qualche istituzione che sprona a modificare la legge e le mie domande in tal senso credo siano legittime, ha aggiunto. L’unico articolo del ddl in discussione intacca l’autonomia perché in quell’articolo si indica un ente, il numero 8 di capi e uno spazio temporale blindando di fatto l’applicazione del ddl rispetto al numero, quando la precedente legge lasciava una maggiore discrezionalità alla Provincia, previo parere di Ispra. Detto questo, Demagri ha annunciato di volere offrire un contributo migliorativo con alcune modifiche e suggerimenti. Ha annunciato un ordine del giorno in cui chiede il ritorno al monitoraggio annuale, argomento trasversale nella conferenza d’informazione. Altri elementi su cui fissare l’attenzione a suo avviso, quello dell’informazione dal punto di vista turistico e quello dell’incremento delle guardie forestali sul territorio. Dovremmo trovare il modo di ridurre l’atteggiamento terroristico verso la cittadinanza, ha aggiunto, trattando la questione orso come una questione sociale che coinvolge le valli, ma anche le città. Infine, un cenno alle professioni: non dimentichiamoci, ha ammonito, gli allevatori costantemente esposti a rischio assieme ai loro animali, i rifugisti, i proprietari delle baite, i sindaci, ha detto tornando a chiedersi in conclusione quale sia la necessità di modificare la legge.
Carlo Daldoss (Fratelli d’Italia) ha fatto una piccola cronistoria di un progetto che ha definito indubbiamente “sbagliato per il Trentino” perché il nostro è un territorio troppo antropizzato e la biodiversità molto cresciuta e presente. Se noi non ci poniamo il tema della sostenibilità sociale e ambientale di questo inserimento facciamo solo chiacchiere. Le femmine restano sul territorio e non si spostano (non sarebbero dunque efficaci i corridoi faunistici) e in un siffatto contesto le popolazioni continueranno a crescere in un areale abbastanza definito. La gente ha paura, addirittura ad andare sulle ciclabili e occorre chiedersi come ci si deve porre davanti a questo tema: c’è un’accettabilità sociale che è stata ampiamente superata. Fintanto che gli orsi erano in un numero contenuto e fino alla tragedia di Andrea Papi si pensava di potere fare i conti con il problema, seppure ritenuto grave. Oggi il limite è stato superato: più gli orsi sono e più c’è la possibilità di incontrarli e se noi vogliamo salvaguardare l’agricoltura di montagna, il turismo e le valli che negli anni e con duro sacrificio si sono costruite un riscatto sociale, occorre affrontare l’argomento con regole certe e questa legge è un passo in avanti in questo senso. Infine l’appello al Consiglio: vengo da una valle che questo problema lo sente sulla propria pelle ogni giorno, è primavera, diamo un segnale ai trentini che aldilà delle diverse sensibilità, ci vogliamo impegnare con un unico obiettivo.
Filippo Degasperi (Onda) ha esordito ricordando al consigliere Daldoss che dal 2018 il centrodestra, a parte l’abbattimento di M49, non ha fatto proprio niente. Chi ha voluto gli orsi in Trentino, si è chiesto? La coalizione che ha immaginato e realizzato questo progetto è stata sostenuta nel corso degli anni dagli elettori “forse distratti”, compresi quelli delle valli, ha notato. Un progetto che, ha convenuto, si è rivelato un totale fallimento. Qui continuiamo ad aggiungere norme continuando a perpetrare errori, con la conclusione che ora ci troviamo da soli a gestire un problema che si è ingigantito con gli anni, complice l’assenza di presidio del territorio con l’aumento delle zone di custodia, il corpo forestale non integrato e una serie di comportamenti scorretti tutti avvallati senza battere ciglio. Tra questi il foraggiamento indiscriminato con finalità venatorie nei pressi degli abitati, che incoraggia atteggiamenti confidenti da parte degli orsi che vengono automaticamente individuati come dannosi e pericolosi, un sistema di adescamento e una trappola per l’orso. Ascoltiamo i suggerimenti della scienza ed eliminiamo in primo luogo il foraggiamento, ha suggerito, anticipando il tema di un suo ordine del giorno, una proposta di merito presentata accanto alle numerose proposte ostruzionistiche finalizzate ad incoraggiare quel dialogo che, a suo parere, altrimenti non ci sarebbe. Degasperi ha svolto poi una riflessione sugli aspetti giuridici richiamando fatti e verbali riferiti ad episodi di incontri con l’orso dal 2009 al 2019, anni in cui la compensazione dei danni ammonta ad un milione di euro, mentre nello stesso periodo, ha dichiarato, ci sono dirigenti provinciali che ce ne hanno fatti perdere 31 di milioni, senza nessuna conseguenza. Sulla questione del numero massimo di capi abbattibili fissata dal disegno di legge, orsi che devono essere dannosi o pericolosi, ha ricordato che sulla base dei dati forniti da Ispra sono 6 dal 2009 al 2019 gli orsi ritenuti tali. Uno dei motivi per cui ho chiesto il tempo non contingentato, ha chiarito in conclusione d’intervento, è perché la vicepresidente della Giunta aveva promesso una serie di emendamenti a seguito di precisi impegni assunti con le associazioni ambientaliste sulla base di un documento che contiene suggerimenti condivisi.

La produzione legislativa collegata a quegli impegni tuttavia, non è arrivata, ha detto, annunciando comunque ottimismo sulla prosecuzione dei lavori.
Mirko Bisesti (Lega nord) ha richiamato la ragionevolezza e il buonsenso facendo eco in tal senso al presidente Soini intervenuto prima di lui ad osservare che il dubbio sulla volontà di ostacolare il dibattito ben si comprende, se su 110 ordini del giorno presentati solo una decina sono di merito.
Francesco Valduga (Campobase) è intervenuto a chiarire di aver appoggiato la richiesta di non contingentamento dei tempi del collega Degasperi perché si considerava il ddl importante e degno di un approfondimento accurato, nonostante sia costituito da un unico articolo. Avevamo anche detto che la fiducia era ben riposta, però con l’auspicio di un dialogo entro oggi con chi aveva proposto emendamenti. Un dialogo che però è mancato e il consigliere Degasperi, per farsi ascoltare, ha dovuto ricorrere allo strumento ostruzionistico. Se si fosse capaci di pianificare i rapporti con le minoranze i problemi si risolverebbero in fretta, ha concluso.
Vanessa Masè (Civica) ha ringraziato i colleghi per il lavoro serio ed attento svolto in Commissione e ha richiamato il parere secco del Consiglio delle autonomie locali che nelle audizioni ha espresso una posizione granitica sul tema del contenimento per l’impatto limitante nell’utilizzo del territorio da parte dei cittadini, operatori del bosco e turisti conseguenza di questo progetto. Gianmoena ha parlato dell’abbattimento come soluzione inevitabile per dare sicurezza alla gente che vive in montagna e anche per la selezione della specie, chiedendo certezza e velocità, ha riferito ancora la consigliera che ha definito responsabile la proposta della Giunta in discussione e quanto agli attacchi al mondo venatorio ha richiamato le parole di Giorgio Postal che difende la categoria dei cacciatori, il lor senso di serietà e responsabilità. Ha poi riferito i resoconti di chi notte e giorno sta in alpeggio, dei pastori, dei gestori, degli allevatori che salgono in malga a fine maggio e rientrano a inizio settembre: non vi rendete conto di cosa significhi vivere con l’angoscia per se stessi e per il proprio bestiame, ha detto. Rinunciando a tutelare queste realtà perderemmo il pascolo, perderemmo la tutela e il presidio del paesaggio, la biodiversità del nostro territorio, perderemmo i nostri valori, ha concluso.
La vicepresidente Francesca Gerosa ha dichiarato di intervenire stimolata dal consigliere Degasperi per evitare strumentalizzazioni e chiarire alcune posizioni. Intanto ha precisato la necessità di distinguere il mondo di ambientalisti che lavorano con equilibrio e passione rispetto ai violenti che usano le proprie posizioni contro la Giunta dai quali ha detto di dissociarsi convintamente. Ha rivendicato l’importanza del Tavolo richiamato da Degasperi che aveva coinvolto anche le realtà economiche a vario titolo. Il documento uscito da quell’organismo traccia alcuni punti riguardo la gestione del fenomeno, aldilà delle norme. Ha sostenuto il disegno di legge in discussione che si aggancia in maniera marcata al mondo della scienza e l’ordine del giorno presentato dal suo gruppo. Se da un lato occorre vigilare sulle normative, ha detto, il fenomeno va indubbiamente gestito, magari assieme alle regioni dell’arco alpino che avevano condiviso il progetto. Quanto al foraggiamento è importante avviare una riflessione perché la verità in tasca non ce l’ha nessuno, ma un ordine del giorno non sembra a suo avviso essere necessario. La sicurezza delle persone deve venire prima di tutto, all’interno del rispetto dell’ambiente e in un contesto di sostenibilità
Lucia Coppola ha ammesso le sostanziali diversità che emergono anche all’interno delle stesse minoranze ed ha poi illustrato l’ordine del giorno che prevede l’ampliamento dell’area del Casteller e quello della diffusione capillare dei bidoni anti orso sul territorio interessato dalla presenza dell’orso alpino: un passaggio preventivo per scongiurare la confidenzialità degli orsi. Un altro odg riguarda la reintroduzione del comitato faunistico provinciale, un organismo di confronto e dialogo prezioso che aveva competenze molto importanti e includeva tutti i soggetti con uno sguardo privilegiato sul territorio di cui si dovrebbe tenere conto. Infine un altro documento chiede l’introduzione di areali dedicati e recintati per i soggetti più pericolosi per mettere in atto tutte le azioni preventive possibili prima di arrivare agli abbattimenti, come fa tra gli altri il parco degli Abruzzi. Sul tema del foraggiamento, ha osservato, riflettiamo se non sia il caso di impedirlo almeno nei luoghi vicini all’abitato. Andrebbe poi aumentato il numero di guardie forestali che occorrerebbe anche formare nella gestione dei grandi carnivori. Infine, ciascuno fa sforzi di riflessione e studio, ha osservato e in ragione di questo dovrebbe essere ascoltato e trovare una disponibilità al dialogo e alla condivisione. Non si pretende su tutto, ma almeno su alcune proposte, ha dichiarato facendo intendere di essere disposta a ritirare i documenti ostruzionistici a fronte dell’accoglimento di alcuni suoi spunti.
Il consigliere Christian Girardi (FdI) ha dato voce alle preoccupazioni e alle istanze raccolte sul territorio e dunque apprezzato la proposta in discussione che offre risposte in tal senso. Oggi ci troviamo a doverci confrontare con la paura dei cittadini, non alimentata dalla narrazione dei consiglieri, quanto dall’esperienza quotidiana vissuta sul territorio e dalle decine di avvistamenti che generano timori e limitano la libertà di circolazione dei cittadini nelle proprie valli. Quali numeri può sopportare il Trentino, qual è la sostenibilità di questo progetto, si è chiesto: rispetto a questo dobbiamo interrogarci, chiedendoci se vogliamo proseguire e conseguentemente arretrare rispetto alle nostre tradizioni e alla frequentazione dei nostri luoghi e delle nostre valli. Se vogliamo mantenere la presenza dell’orso sul territorio dobbiamo gestire il surplus, comprendendo quale sia il numero massimo ammissibile. Questo ddl non sarà risolutivo, ma è certamente un primo passo, una prima risposta affinché i cittadini recuperino fiducia sulla possibilità di risolvere il problema sul territorio.
"Oggi si è consumata una brutta pagina a Trento per colpa di 4 pazzi esaltati animalisti.Si fingono democratici e pacifisti, ma hanno dimostrato solo di saper imbrattare il palazzo della Regione, insultare e provocare le forze dell’ordine con il solo intento di creare caos e disordine durante la seduta del consiglio provinciale. Basta con questo ‘estremismo animalista’ che si traduce soltanto in sterile provocazione. Ringraziamo le forze dell’ordine che hanno saputo gestire con grande professionalità i momenti di tensione nonostante le ripetute provocazioni”, lo dichiara in una nota il capogruppo della Lega in consiglio provinciale Mirko Bisesti
Prosegue la trattazione del ddl 11 di iniziativa giuntale. Nel pomeriggio i lavori sono continuati con gli interventi dei consiglieri Cia, Calzà, Stanchina, Guglielmi, Angeli, Bosin, Valduga, Kaswalder. Filippo Degasperi ha chiesto quindi una sospensione dei lavori per un confronto con i colleghi delle minoranze consiliari.
All’apertura dei lavori del pomeriggio Roberto Paccher (Lega) ha stigmatizzato le proteste degli animalisti avvenute questa mattina e dichiarato che, in virtù del suo ruolo in Regione, intende presentare un esposto nei confronti dei responsabili: non è accettabile che non si rispetti il palazzo delle istituzioni, che è il monumento dell’autonomia. Ciò che è accaduto non resterà per noi impunito, ha aggiunto. Parole con cui il presidente Soini ha detto di concordare in pieno.
Cia: ddl importante. Obiettivo: proteggere e contenere
Anche Claudio Cia (Misto) ha concordato con le parole di Paccher. Sui lavori della mattinata ha detto di aver riscontrato un linguaggio comune negli interventi di Girardi e Daldoss: hanno, ha detto, parlato il linguaggio usato dalla lui stesso nella scorsa legislatura. Cia ha parlato delle proteste degli animalisti e delle minacce rivolte nei confronti del presidente Fugatti per sottolineare la difficoltà di gestione di questa partita per lo stesso Fugatti, ma anche per gli assessori Failoni e Zanotelli. Oggi si è qui, ha aggiunto, ma il percorso per arrivarci è stato davvero faticoso. A più riprese alla Giunta è stato contestato di non fare nulla per gestire l’orso, ha ricordato Cia. Il Trentino ha la responsabilità di garantire la sicurezza ai propri cittadini, ha fatto notare il consigliere, e da parte della scorsa Giunta Fugatti questa volontà c’è stata, ha sempre cercato di porre al primo posto la sicurezza dei cittadini e il territorio lo ha riconosciuto con il voto. A chi dice che per la morte di Andrea Papi ci sono responsabilità istituzionali Cia ha risposto che è vero, ma che non sono della Provincia. Orso e lupo, ha proseguito il consigliere, erano spariti dal Trentino perché erano stati abbattuti perché considerati incompatibili con la sicurezza della popolazione; chi li ha introdotti non aveva memoria di ciò. In una provincia di 6.200 chilometri quadrati, dove il 63% del territorio è coperto di boschi anche di proprietà delle Asuc, ha aggiunto Cia, sono stati introdotti gli orsi con Life Ursus senza chiedere il consenso ai privati. Normative nazionali e direttive europee hanno impedito alla Provincia di poter intervenire con efficacia, ha rilevato Cia, e il presidente e gli assessori hanno avuto sempre presente il fatto che i cittadini sono spaventati, non sono più disposti a condividere il territorio con l’orso. Un’incompatibilità percepita dalle persone in Trentino. Cia ha citato la propria presenza in tv a Mi manda Rai3 e ha detto di aver avuto la percezione che sotto Borghetto non ci si renda conto di cosa si vive in Trentino: i nostri paesi sono nel bosco e parte del bosco, altrove però non c’è la percezione di cosa si sta vivendo in Trentino. E la popolazione degli orsi cresce del 12% ogni anno, ha aggiunto: nel 2002 ci sono state 14 cucciolate, 25 i cuccioli messi al mondo. Nel 2021 invece 9 cucciolate con 13 piccoli. Cia ha parlato di un ddl, quello di Failoni, come un disegno di legge importante: dopo 3 anni bisogna verificare se questo intervento sarà sufficiente, in ogni caso un primo passo si sarà fatto. Il ddl corrisponde all’impegno che la popolazione chiedeva dopo i drammatici fatti del 2023, ha aggiunto, che si è trasformato in una mozione poi stata tradotta nel programma di governo. Ha ricordato di aver avuto sempre un’unica faccia in Aula sul tema, di non aver una scatola di facce da indossare all’occorrenza, di aver sempre sostenuto la linea della Giunta Fugatti anche se bullizzato dall’ex segretario del suo precedente partito.
Calzà: la norma non si dota di strumenti per la gestione dell’orso
Michela Calzà (Pd) ha parlato della necessità di garantire sicurezza, una necessità che passa per gli investimenti in monitoraggio e ricerca e poi per un’attività informativa ed educativa. La presenza dell’orso costringe a variare le abitudini umane, dalla gestione dei rifiuti, al foraggio. Qualora queste buone pratiche non bastassero bisognerebbe poi intervenire sugli esemplari problematici. Un organismo tecnico qualificato che oggi non esiste potrebbe dichiarare la pericolosità di un dato orso, ha aggiunto Calzà e una gestione non dovrebbe prescindere da un tavolo tra i diversi portatori di interesse e anche di comunicazione. La legge non considera un ambito di gestione più complesso, ha aggiunto. Il parere di Ispra di poter abbattere fino a 8 orsi problematici all’anno non fa altro che confusione: se si avessero 15 orsi problematici in un anno se ne potrebbero abbattere solo 8. E gli altri? ha chiesto Calzà. La consigliera dem ha fatto poi un passo indietro sulla gestione degli orsi tra il 2018 e il 2023: respingendo il ricorso del Governo la Consulta fece chiarezza in un dibattito gravato da estremismi strumentali, non aveva dato licenza di uccidere, ma riconosceva alla Pat il diritto dovere di contemperare le esigenze la salvaguardia dell’ambiente naturale e del paesaggio, dei quali sono parte gli animali con gli orsi (del primo) e gli uomini. Su orsi e lupi per Calzà la discussione è degenerata (il riferimento è stato alla protesta di questa mattina), le posizioni si sono polarizzate. La consigliera ha parlato di un accanimento legislativo perché gli strumenti per rimuovere gli orsi problematici c’erano già nel 2018. La norma decreta la morte di 8 orsi problematici all’anno ma non si dota degli strumenti necessari per gestire gli animali e tutelare gli abitanti anche dagli orsi confidenti. Si devono però modificare le abitudini umane per la prevenzione, perché non vi siano orsi confidenti. Dopo anni di inerzia rispetto alle azioni che dovevano essere fatte il rischio che gli orsi diventino confidenti è altissimo, ha aggiunto. La norma cristallizza un carattere di provvisorietà, tra un anno per Calzà si tornerà inevitabilmente a ridiscutere il contingente di orsi problematici prelevabili. Calzà ha auspicato prenda vita una nuova fase della politica rispetto alle specie protette, ciò a partire dalla proposta di un tavolo scientifico di esperti, rappresentanti di associazioni, portatori di interesse e amministrazioni.
Stanchina: non una legge, ma un’errata corrige
Roberto Stanchina (Campobase) ha parlato di un’emergenza per gestire la quale serve un’unità di intenti. L’augurio è di una volontà di mediazione da parte della Giunta che capisca che 193 odg non sono gestibili: ha auspicato che oggi si possa concludere una prima fase per dare risposte al territorio. Si sta discutendo non di un ddl, ma di un errata corrige, ha aggiunto, di uno strumento che già oggi permette di attivarsi per fare ciò che è stato fatto con l’ultimo abbattimento. Un’errata corrige temporanea perché parla di due annualità, che significa che entro l’anno prossimo richiederà un’ulteriore decisione. Ci si sta perdendo nel gioco delle colpe, ha aggiunto Stanchina, intanto il popolo è distratto, degli altri temi quali sanità, istruzione e ricerca non si parla. Si è focalizzati su una cosa sola, senza un nulla di fatto dallo scorso aprile. Stanchina ha invitato a superare la becera contrapposizione tra valli e città: anche in città la preoccupazione si sente, è di tutti, anche se i fatti gravi sono avvenuti in val di Sole. La preoccupazione è anche di chi viene dal di fuori del territorio. Si chiede la gestione della tematica. Anche il traffico se non gestito è potenzialmente mortale, ha detto: è un errore grossolano continuare a parlare del tema senza gestire. Per Stanchina è giunto il tempo di guardare avanti, smetterla di puntare il dito: la responsabilità oggi è di 35 persone votate dai trentini e chiamate a risolvere i problemi. Ha fatto appello all’onestà intellettuale di tutti per trovare soluzioni. Ha ricordato l’intervento di Cerne alla conferenza d’informazione dicendo che nessuno si è scandalizzato a sentir parlare di selezione. Per il consigliere di Campobase il bracconaggio, la mala gestione della caccia vanno combattuti, non la caccia stessa. Ancora: deve arrivare un grido forte oggi, un insieme di 5 azioni concrete per fare un passo avanti sul tema. Ne ha elencate alcune possibili: un tavolo per i grandi carnivori, un intervento sulla raccolta differenziata, il coinvolgimento dei centri di ricerca per andare oltre il radiocollare (in questa emergenza bisogna sfruttare le eccellenze che ci sono senza rimanere autoreferenziali). Si stanno spendendo 500.000 euro all’anno per la gestione dell’orso: quanti sono in tecnologie, ricerca, forestali? Il dato per Stanchina vuol dire tutto o niente, ha dichiarato che è ora di cominciare a dirsi la verità. Ha lanciato nuovamente un appello alla mediazione e all’approvazione del ddl con 5/3/6/8 odg condivisi che possano portare a una vera gestione anche del lupo (che ha definito un problema silente che avanza).
Guglielmi: animali che erano stati debellati, non è il loro territorio
Luca Guglielmi (Fassa) ha parlato di metodo: nella Capigruppo si è deciso di posticipare a oggi il dibattito sul ddl 11, ma già il 7 febbraio scorso si è discussa una proposta di mozione che ha anticipato il tema in oggetto di oggi quando questa poteva divenire un odg per oggi. Nel merito Guglielmi ha poi affermato che la contrapposizione tra valli e città sembra quasi più sentita in città da chi si affanna a dire che il tema è condiviso. Trovare un orso a Trento è diverso per densità di popolazione di orsi diverso che trovarlo a Canazei davanti all’asilo dei bambini. Guglielmi ha detto di aver sentito un sacco di cose che non si riescono a inquadrare: si è qui a fare ideologia e barricate o a trovare soluzioni? Il consigliere di Fassa ha ricordato che una volta i bambini andavano nei pascoli dopo la scuola, senza alcun pericolo: si parla di specie che da anni non esistevano sul territorio. Non è il territorio di questi animali perché dal territorio erano stati debellati. Sulle cifre: 8 orsi problematici sono pochi? Possono esserlo, ma questa non è una proposta temporanea che diventa significativa. Guglielmi ha ricordato il proprio emendamento riguardante il lupo e anticipato il proprio appoggio al ddl.
Angeli: non è vero che per chi vive in città l’orso non è un problema
Eleonora Angeli (Noi Trentino per Fugatti presidente) ha fatto riferimento ai dati emersi nella conferenza d’informazione. L’orso vede un 10% di crescita. Da residente di Trento ha ricordato che ci sono 12 circoscrizioni che sono abitate da persone che vivono anche a contatto con il lupo: ad esempio Vigo Meano, Mattarello, Vigolo Baselga. Non è vero che per chi vive in città l’orso non è un problema, ha rimarcato Angeli. E c’è anche il problema lupo, ha aggiunto. Ha voluto ricordare Andrea Papi e la sua famiglia. Uccidere fino a 8 orsi problematici è un obiettivo importante per Angeli, secondo la quale se dovessero essere di più si potrà tornare in Aula. Ha parlato della posizione del sindaco di Mezzana Redolfi: tutti i sindaci chiedono certezze e concretezza rispetto ai casi problematici. Angeli ha ringraziato l’assessore Failoni e ha ricordato che il focus deve essere sulla sicurezza delle famiglie e di coloro che lavorano e vivono nei boschi e nei paesi.
Bosin: puntare sulla comunicazione dei territori anche sull’esterno
Quando si parla di non abbandonare rifiuti in montagna, ha affermato Maria Bosin (Patt), si parla di situazioni minimali che vengono seguite e sanzionate: non sono queste le cose che possono fare la differenza. Una riflessione, ha continuato, va invece fatta sul foraggiamento. Ha ricordato poi che nella conferenza di informazione si è parlato tanto di informazione e comunicazione. Bisogna, ha detto la consigliera del Patt, tenere separati orso e lupo e dedicare spazio alla comunicazione dei territori sull’esterno. È vero che non c’è contrapposizione tra territori di montagna e città, ma è anche vero che le esperienze sono diverse. Se si vive ancora in montagna, ha aggiunto, è perché i nostri avi hanno adottato un approccio assolutamente rispettoso della conservazione della natura in virtù delle future generazioni (l’esempio sono i prelievi boschivi e faunistici contingentati): l’abitazione della montagna non ha depauperato la stessa, l’approccio nei confronti della natura è sempre stato virtuoso. Bosin ha espresso solidarietà ai territori che hanno il problema dell’orso. Quando si dice che è necessaria una convivenza, ha dichiarato, ci si ricordi che si calano queste affermazioni e la responsabilità su persone che la vivono in modo diverso da noi, in prima persona (il riferimento è al Trentino occidentale). La consigliera ha voluto smentire poi l’affermazione che vuole che non ci sia custodia degli animali che vengono aggrediti dagli orsi: lasciar andare le bestie e controllarle a distanza era un motivo di maggior professionalità del pastore, invece oggi si dice di tenerle assieme e recintarle. Ci si adegua ai tempi, ma il benessere della montagna non passa per animali recintati che rimangono fermi per tutta la notte con l’orso che gira attorno. Tutte affermazioni, ha detto, che devono fare parte di un sistema di comunicazione. Case e baite sono frutto di sacrifici di generazioni: c’è chi ha un rifugio non sia tranquillo nel portare avanti la propria attività, bisogna affrontare anche questo aspetto con sensibilità. Infine il numero di 8 orsi problematici fissato dal ddl: è frutto di uno studio scientifico, ha sottolineato Bosin, non mette nella condizione di far pensare che stiamo abbattendo orsi tanto per fare, ma che si ha un occhio di riguardo sia per gli animali che per la popolazione.
Valduga: montagna, va vissuta in sicurezza. Tutto il Trentino è montagna
Francesco Valduga (Campobase) ha espresso la speranza che ci sia una mediazione in corso. Non c’è dubbio, ha voluto precisare, del fatto che la montagna debba essere vissuta in sicurezza: è prima di tutto di chi la abita. E non ci sono dubbi sul fatto che tutto il Trentino sia montagna: fastidioso continuare a contrapporre città e montagna. Da ex sindaco di Rovereto ha ricordato che anche Rovereto vive ed è fatta da territori di montagna, come tanti altri comuni. In tanti, poi, anche se vivono in città vengono dalla montagna e la portano dentro, ha ricordato Valduga; il Trentino è tutto turistico anche perché è tutto montagna. Per Valduga non ci sono nemmeno dubbi su ciò che va fatto per gestire l’urgenza. Il consigliere ha citato l’articolo 52 dello Statuto di autonomia che dà già delle possibilità di intervento al presidente della Provincia, possibilità aumentate dalla legge 9 del 2018. Una legge come ulteriore protezione nelle sue azioni del presidente come ha suggerito nel suo discorso questa mattina il consigliere Daldoss? Il consigliere di Campobase ha detto di poter accogliere anche quest’interpretazione, ma ha invitato a stare attenti a non incorrere nel rischio di porre dei limiti. Il riferimento è alla volontà di porre un numero, che per Valduga si è deciso di mettere tenendo il focus sempre sull’abbattimento. Bisogna a suo parere invece sottolineare ciò che c’è già a disposizione e cercare di capire cosa si può fare per gestire la convivenza e concentrarsi sulla prevenzione. Se ci si concentra solo sull’abbattimento, ha concluso, si corre il rischio di essere superficiali e malintesi: senza voglia di ostruzionismo si esprime voglia di compartecipazione al ddl della minoranza con proposte di buonsenso.
Kaswalder: non è possibile una convivenza in un terreno antropizzato
Walter Kaswalder (Patt) ha detto di essere convinto che lupi e orsi non possono convivere con un territorio così antropizzato. È poi partito dalla storia e dalle cifre: già nel 1600 nelle carte di regola si parlava di “animali nocivi” e premi e taglie promesse in fiorini per l’uccisione di “animali di rapina”. Tutto ciò per dire, ha chiarito, che su un terreno così fortemente antropizzato fanno fatica a convivere con le persone che lavorano e vivono sul territorio. Ha ricordato la fine degli anni Novanta, nel 1998, di aver avuto l’opportunità di andare in Slovenia dove gli è stato chiesto se in Trentino si era matti a reintrodurre l’orso. Ha ricordato uno dei suoi motivi di espulsione dal Partito autonomista furono le critiche al progetto orsi e lupi. C’è un problema e bisogna risolverlo, ha esortato: il progetto di reintroduzione degli orsi è stato calato dall’alto senza sentire i territori, ma l’autonomia significa lasciar decidere i territori se vogliono andare avanti con il progetto o dar mandato al Consiglio e alla Giunta di far finire questo problema. Il contingente di 8 orsi problematici: per Kaswalder può essere un buon inizio, bisogna però per il consigliere avere il coraggio di dire che il progetto è fallito e sbagliato e bisogna avere il coraggio di affrontare il tema.
In serata la votazione e l'approvazione.

Ultimo aggiornamento: 04/03/2024 22:38:35
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