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Borno: sopralluogo sulla strada che porta al lago di Lova

Il sindaco Matteo Rivadossi e il consigliere delegato Luca Re illustrano gli interventi

Borno (Brescia) - Sopralluogo sulla strada che porta al lago di Lova, gli scenari futuri dopo la chiusura dello scorso autunno.
Il Comune di Borno lo scorso 19 ottobre ha emesso l’ordinanza per la chiusura totale del tratto finale di strada Vasp che porta al lago di Lova, nella giornata odierna il sindaco Matteo Rivadossi e il consigliere delegato a Territorio e Montagna Luca Re, a quattro mesi dall’ordinanza, hanno fatto il punto della situazione sia per capire cosa sta accadendo dietro le quinte, sia per riflettere sugli scenari futuri di un versante delle montagne dell'Altopiano del Sole strategico tanto per le attività agricole estive quanto per il turismo della bella stagione.

La chiusura della strada - Il dato di partenza è la chiusura veicolare e pedonale del tratto di strada che dalla località “Put de’ Pacì” sale verso il lago di Lova. All’inizio dell’estate scorsa si era creato un evidente scalino di qualche centimetro di altezza tra due blocchi di cemento della sede stradale, inizialmente tamponato con l’installazione di due rampe. Il cedimento della carreggiata ha però continuato ad aumentare nei mesi successivi non consentendo interventi risolutivi di messa in sicurezza: al momento della chiusura della strada ad ottobre il cedimento della carreggiata misurava più di venti centimetri, allargandosi costantemente fino ad oggi e arrivando a misurare quasi un metro. In passato lo stesso tratto di strada era già stato oggetto di una serie di interventi di consolidamento del versante. Economicamente parlando, la somma totale spesa dal 2012 ad oggi per la sistemazione di quell’area supera il milione di euro. I due più importanti sono stati effettuati nel 2012, con la realizzazione di una serie di drenaggi in ingegneria naturalistica e la creazione di una paratia di sostegno alla strada per mezzo di micropali verticali (costo totale dell’intervento 540.000 euro) e nel 2022, con il rafforzamento del muro di sostegno e delle opere di drenaggio e l’installazione di palificazioni a consolidamento del piede del muro (costo totale dell’intervento 380.000 euro). Oltre a questi, il tratto ha visto interventi minori, sia riguardanti la strada sia legati al taglio piante e al ripristino della stabilità del versante nord, portati avanti rispettivamente dal comune e dal Consorzio Forestale Pizzo Camino (proprio il consorzio era intervenuto nel 2016 con lavori per un importo pari a 140.000 euro).
In termini di efficacia, è chiaro che nessuno di questi interventi è stato risolutivo.

L'intervento - A seguito della chiusura della strada, per capire in maniera approfondita quali possano essere gli ambiti di intervento, è stato candidato sul Bando Dissesti di Regione Lombardia un progetto di monitoraggio dell’intero versante per un lasso temporale di 6 mesi. Il progetto presentato ha la firma del geologo Luca Albertelli e ha un importo complessivo di 189.900 euro. I risultati del monitoraggio geologico serviranno a trarre valutazioni puntuali sulla possibilità e la tipologia di intervento - a tal proposito, nel tentativo di accelerare i tempi della pubblica amministrazione, è stato richiesto un contributo erariale sul Bando Progettazioni a copertura di una spesa progettuale stimata in 175.000 euro. È chiaro che sia il monitoraggio di medio periodo sia l’eventuale possibilità di intervento non danno soluzioni attuabili celermente prima della stagione estiva ormai alle porte. Sono state fatte considerazioni riguardo il possibile ripristino dell’antica strada che dal Put de Pacì sale fino alla località Cambrusì, dismessa circa un secolo fa con la realizzazione dell’attuale. Purtroppo la forte pendenza del percorso (più del 26% su uno sviluppo di circa 600 metri) non la rende idonea al transito veicolare e potrà eventualmente essere segnalata solo per pedoni e mountainbike. In questo momento dunque gli sforzi (portati avanti insieme alla Comunità Montana e al Consorzio Forestale Pizzo Camino) sono indirizzati verso la sistemazione e messa in sicurezza del sentiero alternativo che dalla località Navertino passa per il Socol e raggiunge il lago dal lato della diga.

Il ripristino - Sono previsti nelle prossime settimane due diversi interventi: il primo mira a facilitare il doppio senso di marcia sul tracciato tramite la realizzazione di 10 piazzole di scambio in snodi strategici del percorso; il secondo prevede il caricamento e consolidamento della pavimentazione nel tratto a bordo lago e sull’ultima salita prima della diga. In questo modo il percorso potrà essere più facilmente utilizzato dai veicoli: la percorrenza non sarà ovviamente consentita ai veicoli muniti di ticket giornaliero, ma sarà riservata ai conduttori di rifugi e ristoranti, malghe, baite e proprietari di fondi e terreni oltre che ai possessori di permesso di transito stagionale.

Gli amministratori - "Siamo consapevoli che sarà un’estate complicata su un versante delle nostre montagne altamente frequentato e molto apprezzato a livello turistico: tamponare nuovamente la strada oggi chiusa sarebbe non solo (senza dati oggettivi e approfonditi) uno spreco di risorse ma soprattutto un rischio per la sicurezza di chi la percorre", sottolineano il sindaco Matteo Rivadossi e il consigliere delegato a Territorio e Montagna Luca Re. "La priorità oggi è garantire che le attività economiche coinvolte possano lavorare - concludono - che chi ha una baita o un terreno possa raggiungere le sue proprietà, che i turisti possano continuare a godere della bellezza dei nostri monti".
Ultimo aggiornamento: 25/02/2025 12:16:09
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