Edolo (Brescia) - Dalla fine degli anni ’80, sia in Europa sia in Nord America, il mercato degli sport invernali ha mostrato segni di rallentamento che hanno portato alla chiusura di piccole stazioni. Diversi i fattori, in particolare economico: la diminuzione della crescita economica in Occidente è stata accompagnata da una riduzione della spesa per la ricreazione, dall’aumento della disuguaglianza economica che ha reso lo sci un’attività per privilegiati.
In secondo luogo il fattore ambientale: il cambiamento climatico, che ha portato a una diminuzione delle precipitazioni nevose, è diventato sempre più evidente nella strutturazione del sistema degli sport invernali, di cui ha rivelato le debolezze e messo in discussione la sostenibilità. Da ultimo il fattore culturale o sociale: nell’emisfero settentrionale, l’appeal dello sci ha iniziato a diminuire negli anni ’90.
A questi fattori si aggiungono il calo demografico, l’invecchiamento della popolazione e l’evoluzione del rapporto con la montagna che hanno contribuito a spostare l’attenzione dallo sci ad altre attività ricreative.
Per far fronte a questi cambiamenti globali, le stazioni sciistiche e le popolazioni locali che dipendono in larga misura dalle loro attività stanno sviluppando strategie di adattamento: il progetto europeo Alpine Space “TranStat” propone di accompagnare e documentare questi cambiamenti.
Il confronto è in programma giovedì 10 ottobre dalle 18.15 alle 19.45
INTRODUZIONE
Professoressa Anna Giorgi – Università degli Studi di Milano, polo Unimont
Relatore
Raffaella Balzarini – TranStat Project Manager and Research engineer PhD Geography & GIS, LESSEM-INRAE Grenoble (France)