Informativa

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per le finalità di esperienza, misurazione e marketing (con annunci personalizzati) come specificato nella cookie policy. Il rifiuto del consenso può rendere non disponibili le relative funzioni.
Usa il pulsante “Accetta” per acconsentire. Usa il pulsante “Rifiuta” per continuare senza accettare.

-

Funghi in Valle Camonica, l'esperto Dario Dogali racconta i chiodini

Pian Camuno (Brescia) - Prosegue il viaggio e il racconto dei funghi da parte di Dario Dogali (nella foto), originario di Pian Camuno (Brescia) tra i massimi esperti di funghi in Valle Camonica, Franciacorta e provincia di Brescia e Lombardia. Dario Dogali è socio del circolo micologico “G. Carini” di Brescia, con cui partecipa attivamente.


di Dario Dogali
"Il mese di settembre appena trascorso doveva essere ricco di fruttificazioni fungine tra le quali i tanto ambiti porcini ma, e ora lo possiamo dire con una certa tristezza e anche se è stato sicuramente migliore del mese di agosto, non è stato certamente entusiasmante se non per il fatto che la tanto desiderata pioggia è ritornata e ha rinverdito i prati aridi e ha dissetare la terra ma il dire comune dei nostri migliori “fonser” è questo…in tanti anni che vado a funghi non ho mai visto un anno così scarso di porcini...entri in certi boschi e sembrano morti, c’è un silenzio cupo che mette tristezza…è proprio vero che la luna non incide sulla crescita dei funghi…ne sono passate di “lune nuove e di vecchie” ma i porcini se ne sono visti pochi…una cosa è certa, le nostre aspettative non sono state sicuramente appagate. Ora non ci resta che sperare che questo mese ci riservi qualche gradita sorpresa e mentre già arrivano notizie di importanti raccolte del chiodino di latifoglia (specialmente nei castagneti) in quelli di montagna (di conifere), l’Armillaria ostoyae, di cui vi avevo parlato lo scorso mese, sembra non essere così abbondante come gli scorsi anni (ma forse è anch’essa in ritardo). Intanto torniamo al nostro chiodino di latifoglie e di seguito vi presento le due specie più comuni.


Armillaria mellea (Vahl. : Fr.) Kummer
Nome italiano: Chiodino – Famigliola buona
Nome dialettale: Ciodèl – Ciodaröl – Ciodarì– Ciodèl dè rübì – Ciodèl dè mur
Spore
Scheda descrittiva:
Cappello: 30-70 (120) mm, abbastanza carnoso, inizialmente emisferico, poi convesso, infine appianato, talora con leggero umbone ottuso; cuticola da gialla, gialla-brunastra a bruno scura, ornata da sottili e irte squamette brunastre, localizzate in particolare nella parte discale; margine più chiaro, biancastro, incurvato, sottile, striato e spesso ondulato.
Lamelle: piuttosto fitte, da annesse a decorrenti con dentino, biancastre, con macchie bruno-rossastre, brunastre con la maturità.
Gambo: 50-120 x 8-15 mm, fibroso, tenace, pieno, poi farcito, cilindrico, spesso incurvato-flessuoso a causa della crescita cespitosa, a volte affusolato e talora anche subclavato, inizialmente di colore crema-carnicino poi brunastro negli esemplari adulti, fibrilloso-pruinoso all’apice, fioccoso nella parte sottostante l’anello che si presenta bianco-giallastro, striato superiormente.
Carne: soda e compatta nel cappello, fibrosa nel gambo, biancastra, con odore gradevole, fungino e sapore amarognolo, astringente.
Habitat: cresce abbondante e cespitosa su tronchi e radici anche interrate di latifoglie, in autunno.
Commestibilità: commestibile (ma tossico da crudo o mal cotto).
Note: specie tra le più ricercate e da sempre ritenuta commestibile è purtroppo la causa delle numerose intossicazioni che annualmente sono dovute sia ai luoghi di crescita spesso inquinati sia al non corretto trattamento a scopo alimentare.

In letteratura si segnalano altre cinque specie simili, tutte conosciute come “chiodini”; quattro sono di crescita presso svariate latifoglie, su ceppaie o legno interrato e sono: Armillaria borealis, (non ancora segnalata in Italia), Armillaria bulbosa (di seguito descritta), Armillaria cepistipes (molto simile alla mellea ma dalla quale si distingue per il cappello di colore giallo-ocraceo con margine leggermente striato per un breve tratto e ornato, nella zona discale, da fini squamule bruno-nerastre e con gambo un poco bulboso verso la base), Armillaria tabescens (specie priva di anello, cresce presso querce solitamente in agosto (è stata trattata in questa rubrica in tale mese) mentre Armillaria ostoyae (vedere articolo di settembre) è invece reperibile esclusivamente in prossimità o su ceppaie di conifere.


Armillaria gallica Marxmüller & Romagnesi
Nome italiano: Chiodino – Famigliola buona
Nome dialettale: Ciodèl – Ciodaröl – Ciodarì– Ciodèl dè rübì – Ciodèl dè mur
Spore
Scheda descrittiva:
Cappello: 30-70 (120) mm, inizialmente emisferico, poi convesso, infine appianato; cuticola ornata da sottili e irte squamette in rilievo e simili a peli, giallo-brunastre su colore di fondo ocra-brunastro; margine più chiaro, sottile, brevemente striato e sovente con presenza di residui giallastri del velo.
Lamelle: fitte, subdecorrenti, biancastre, poi giallastre, infine rugginose con la maturità.
Gambo: 50-120 x 10-25 mm, fibroso, tenace, pieno, poi farcito, cilindrico, bulboso-clavato alla base, di colore brunastro nella parte bassa, superiormente fibrilloso-fioccoso, giallo-grigiastro; anello fragile, fugace, giallastro.
Carne: più o meno soda e carnosa nel cappello, fibrosa nel gambo, biancastra, con odore gradevole, fungino e sapore amarognolo, astringente.
Habitat: cresce isolata o in più esemplari sovente appressati su terreno ma sempre con presenza di residui legnosi interrati, nel tardo autunno.
Commestibilità: commestibile (ma tossico da crudo o mal cotto).
Note: è simile ad Armillaria mellea, ma cresce isolata o in piccoli gruppi su terreno e residui legnosi interrati e non su ceppaie o tronchi. I residui del velo presenti al margine del cappello così come quelli dell’anello sono inoltre diffusamente gialli. Come Armillaria mellea condivide tutte le precauzioni necessarie per un corretto utilizzo a fini gastronomici.


MEMORANDUM SUL CHIODINO
Secondo molti la stagione di ricerca dei funghi termina con gli ultimi ritrovamenti di porcini, ma non è così, essa prosegue con altre interessanti specie (basta conoscerle, e non è poca cosa) che sono perlopiù specie “saprotrofe” (molto importanti in Natura) cioè che si sviluppano su sostanze organiche in decomposizione e di queste si nutrono (es. foglie cadute, rami morti, ceppaie o tronchi marcescenti) per cui nel mese di novembre vi presenterò 6 specie di queste, tutte solitamente abbastanza comuni e di cui tre sono di ottima e buona commestibilità e che sono: Coprinus comatus e Lyophyllum decastes e Lepista nuda, mentre le altre tre sono specie tossiche e delle quali bisogna prestare estrema attenzione; esse sono: Coprinus atramentarius, Clitocybe nebularis e Entoloma sinuatum.


Solo la conoscenza delle specie raccolte preserva da gravi rischi alla salute.
Concludo con l’invito ad aderire al Circolo Micologico G. Carini di Brescia o al
Circolo Micologico di Lovere - Sezione del Circolo Micologico G. Carini di Brescia insieme proseguiremo questo cammino di conoscenze".


© Riproduzione riservata

Ultimo aggiornamento: 13/10/2022 05:02:36
POTREBBE INTERESSARTI
ULTIME NOTIZIE