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Funghi, Valle Camonica: consigli e informazioni dell'esperto Dario Dogali per ricerche sicure

Pian Camuno - La passione per i funghi coinvolge migliaia di camuni e bresciani fondamentale è la loro conoscenza. Dario Dogali, nato a Pian Camuno (Brescia) 71 anni fa e da decenni risiede a Lodetto di Rovato (Brescia), è tra i massimi esperti di funghi in Valle Camonica, Franciacorta e provincia di Brescia e Lombardia. E' socio del circolo micologico "G. Carini" di Brescia, con cui partecipa attivamente, organizzando mostre micologiche. Ha scritto quattro libri dedicati ai funghi, tre sui funghi della Franciacorta, in collaborazione con la figlia Alessandra e della fedele compagna Anita, meticcia nera, incrocio tra una dalmata e un bracco, che ha addestrato ancor piccola alla ricerca dei funghi ipogei (i tartufi - in senso lato).


I FUNGHI DELLA MIA VALLE, LA VALLE CAMONICA, racconto di Dario Dogali
Marzo 2022, è mattino…inizia a farsi chiaro e la sveglia segna le 6,27.
Dalla finestra del mio “piccolo studio” guardo su verso la mia Valle…a fatica la vedo in lontananza, ma scorgo le ombre scure delle montagne, sopra di esse la fascia bianco-rosata dell’alba e salendo più su con lo sguardo l’azzurro opaco del cielo sgombro da nuvole…dovrei essere contento ma in verità non lo sono perché speravo di vedere qualche nuvola come auspicio della tanto desiderata pioggia. Quand’ero bambino in questo periodo dell’anno spiazzi di neve ricoprivano ancora i prati del mio paese, Pian Camuno e salendo ancora più su verso Solato e Vissone la sua presenza era ancora abbondante e copriva con il suo manto i boschi. Ricordo che la prima cosa che facevo quando uscivo da casa era guardare il cielo e questa abitudine mi viene ancora spontanea, guardo il cielo per vedere se la giornata sarà con sole o piovosa, adesso invece si tende a guardare le APP delle previsioni meteo che in fondo, non lo nego, sono anch’esse utili perché spesso “c’azzeccano”…e allora provo a guardare… se tutto va come previsto qui a Rovato solo ieri si è visto il cielo nuvoloso con qualche pioggia e con qualche fiocco di neve (sic) in quota. La pioggia che scende piano piano e inzuppa e disseta la terra e che, per noi “fungaioli”, ci fa sperare in una stagione buona di funghi...già…di funghi, ed è proprio di questi che vi parlerò in questa rubrica che ho il piacere di curare in collaborazione con la redazione della Gazzetta delle Valli e che avrà cadenza mensile e per i prossimi 12 mesi (fino a febbraio 2023) dove verranno trattate una quarantina di specie fungine reperibili nel mese proposto (molte commestibili e tra queste talune sicuramente da voi già conosciute e raccolte) con consigli, informazioni e curiosità per fare ricerche sicure e per proteggersi da potenziali rischi di intossicazioni o peggio ancora da gravi avvelenamenti.


MISTO DI FUNGHI EDULI - Conoscere per apprezzare questi meravigliosi doni che nostra madre Terra ci offre. Per i cercatori di funghi per motivi di studio ma anche per quelli che li ricercano a scopo gastronomico questo di fine inverno inizio primavera è il tempo di rimettersi gli stivali o gli scarponi per risalire su verso la media-alta montagna o addentrarsi lungo le sponde golenali del fiume Oglio alla ricerca dei primi funghi dell’anno; tra questi l’Hygrophorus marzuolus, lo Strobilurus esculentus, la Morchella semilibera e il Panus tigrinus.


Hygrophorus marzuolus - Conosciuto con il nome italiano (volgare) di “Marzuolo” o “Dormiente” (in riferimento al mese di marzo quando inizia la sua comparsa) non è tra i più facili a ritrovare a causa della crescita spesso quasi totalmente interrata e, se non si conoscono le famose “macchie”, bisogna inoltrarsi nel bosco con cautela e pazienza, affinando ancor di più l’attenzione ai piccoli “segnali” che possono essere presenti sul terreno perché spesso è ricoperto da aghi o foglie secche e ci vuole un occhio allenato (da veri “fonser”) per notare un’anomala gibbosità o notare frammenti di funghi lasciati dagli animali del bosco che se ne cibano per capire di essere di fronte ad una possibile fungaia. Questo fungo ha inoltre un importante carattere intrinseco, il mimetismo del cappello, del tutto simile alle pietre basaltiche del bosco e non è infrequente abbassarsi con gioia convinti di raccogliere un bel Marzuolo e ritrovarsi tra le mani, tra lo stupore e il dispiaciuto, un bel sasso camuno. L’habitat di crescita preferenziale di questo prelibato fungo sono i boschi di conifere con Abete bianco, Abete rosso e Pino ma spesso lo si ritrova nei boschi misti con presenza di querce, castagni ma specialmente faggi e già dalla fine dell'inverno (non di rado a fine febbraio) quando inizia lo scioglimento della neve, ciò indica che la crescita dei primordi era già in atto sotto la neve e talora prosegue fino ai primi di maggio. È specie non abbondante ma quasi sempre presente negli abituali luoghi di crescita.


A giudizio di chi lo consuma è un buon commestibile e lo si utilizza specialmente per la preparazione di primi piatti nei quali la fragranza e la compattezza della carne ne viene esaltata.


Hygrophorus marzuolus (Fr. : Fr.) Bres. Nome italiano (volgare): Marzuolo - Dormiente


Spore ellissoidali-ovoidali
Scheda descrittiva - Cappello: 40-100 mm di diametro, sodo, carnoso, inizialmente emisferico, poi appianato e alla fine anche debolmente depresso e sovente irregolare e gibboso ciò a causa della crescita di in più esemplari uniti e appressati gli uni agli altri; cuticola liscia, asciutta con tempo secco, vischiosetta con tempo umido, non igrofana, di colore grigio e fino al plumbeo-nerastro, spesso con chiazze più chiare, biancastre; margine lungamente involuto poi un poco più disteso con la maturità, sovente ondulato.


Lamelle: mediamente fitte nei giovani poi più spaziate, ventricose, da attenuate a leggermente decorrenti sul gambo, biancastre poi grigiastre, intercalate da alcune lamellule.


Gambo: 50-80 x 10-30 mm, carnoso, pieno, cilindrico, spesso ricurvo e irregolare, bianco, pruinoso verso l'apice, con striature e fibrille grigiastre altrove.


Carne: spessa ma tenera, igrofana, bianca, con sfumature grigiastre sotto la cuticola e verso il margine del cappello, odore e sapore deboli, gradevoli.


Nella ricerca del Marzuolo molto spesso ci può imbattere in numerosi piccoli funghetti crescenti in prossimità di strobili di Abete rosso; con molta probabilità si tratta di Strobilurus esculentus. Se già lo conoscete sapete che bisogna “armarsi” di una buona dose di pazienza per raccoglierne a sufficienza per un buon pasto, ma tale pazienza verrà poi ricompensata dalla gradevolezza di tale fungo. È considerato un buon commestibile (si usufruisce del solo cappello mentre si scarta il gambo perché fibrosetto); la crescita presso strobili, l’odore e il sapore gradevoli, fungini, sono elementi utili per la sua corretta identificazione. Non di rado ci si potrebbe imbattere in un suo sosia, lo Strobilurus tenacellus, specie pressoché identica ma dal sapore che da inizialmente gradevole diviene presto amarognolo; è comunque considerato anch’esso commestibile anche se meno pregiato; cresce nello stesso periodo in gruppi di più esemplari, ma su strobili di Pino.
Strobilurus esculentus (Wulfen. : Fr.) Singer


Spore ellissoidali (o a semi di mela)
Scheda descrittiva - Cappello: 15-30 mm di diametro, carnosetto, inizialmente emisferico-convesso poi più o meno appianato con la maturità, raramente depresso e, a volte, leggermente umbonato; cuticola opaca, liscia, glabra, da bruno-rossastra a bruno-ocracea; margine ricurvo.
Lamelle: fitte, larghe, da adnate a quasi libere, intercalate da lamellule di varia lunghezza, da bianche a crema-biancastre.
Gambo: 30-50 (80) mm x 1,5-2,5 mm, cilindrico, elastico, un poco flessuoso, da liscio a leggermente pruinoso, sericeo, opaco, fibrilloso, bruno-ocraceo arancione, più chiaro e un poco allargato verso l’apice, spesso ricurvo verso la base che sovente è radicante e con presenza di feltro miceliare biancastro.
Carne: sottile, tenace, bianca, con odore debole, gradevole, fungino e sapore dolce, anch’esso fungino.


Dalla montagna torniamo verso quote più basse iniziando la ricerca delle spugnole. I luoghi preferenziali di crescita sono le zone umide lungo i fossi o le rive boschive del fiume Oglio.


Con questi nomi sono intesi i funghi del genere Morchella (in senso lato); funghi “simbionti e saprotrofi”, assommano sia la capacità di instaurare un’unione (simbiosi) con determinate specie arboree quali frassini, olmi, alberi da frutto (meli, peri, ciliegi), ma anche vitigni e conifere (abeti e pini) ma sovente senza nessun evidente legame con specie arboree e di crescere presso corsi d’acqua in terreni sia sabbiosi che ricchi di sostanze organiche e detriti in decomposizione, ciò conferma che alcune specie hanno sicuramente una componente di saprotrofismo più importante di altre. Sono quasi esclusivamente primaverili, da febbraio nelle zone di pianura e collinari e fino a giugno nelle abetaie di montagna e se l’habitat non subisce alterazione o danneggiamenti sono fedeli al luogo di crescita. Di struttura media, sono di consistenza ceracea, abbastanza fragili, caratterizzate da un cappello, detto mitra, di colore variabile da specie a specie, dall’ocra al brunastro ma anche grigio-nerastro; la forma varia da tondeggiante a fusiforme e fino a conica-campanulata, tipicamente costolata-alveolata; il cappello è sostenuto da un gambo crema-biancastro, di consistenza più rigida, cilindraceo, internamente cavo, sovente ingrossato verso la base e percorso da rugosità più o meno marcate specialmente nei soggetti giovani. Il modo con il quale s’inserisce il cappello (la mitra) al gambo è un carattere utile per la differenziazione da specie a specie e, in particolare, per distinguere il genere Morchella dal genere Verpa. La carne è più o meno tenace, elastica ma fragile, ceracea, di colore bianco crema, con odore spermatico e sapore dolce. Tutte le “spugnole” sono funghi di buona commestibilità e ricercate come primizie. La commestibilità va intesa allo stato di fungo cotto, poiché se consumate crude o mal cotte possono provocare disturbi. Si prestano per la preparazione di ottimi primi e secondi piatti. Attenzione a non confondere le Morchella con Gyromitra esculenta o G. gigas (funghi di montagna) che hanno causato gravi avvelenamenti. Oggi vi presento una delle specie solitamente più comune, la Morchella semilibera (un tempo conosciuta come Mitrophora semilibera), che cresce in gruppi di più individui nei luoghi umidi e sabbiosi, specialmente presso pioppi, olmi e frassini, ma anche presso altre latifoglie.
Morchella semilibera De Cand. : Fr. Nome italiano: Spugnola minore
Nome dialettale: Spongiöle negre – Sponziöle – Sponziöl – Mèngoi


Spore ellissoidali
Scheda descrittiva - Mitra (Cappello): 30-50 mm di diametro, conica-appuntita, con alveoli irregolari formati da costolature longitudinali e trasversali non molto in rilievo.
Imenoforo: localizzato negli alveoli dove si formano le spore, è liscio, bruno-marrone grigiastro, nerastro ai bordi delle costolature (l’inserzione sul gambo avviene a circa la metà della sua altezza come ben si vede nella foto sul fungo sezionato; tale carattere la rende di facile distinzione dalle altre Morchella o dai funghi del genere Verpa). Gambo: 40-100 x 10-20 mm, slanciato, cilindraceo, cavo, ruvido, biancastro, a volte leggermente ingrossato alla base, con alcune lievi costolature longitudinali presenti specialmente nei soggetti giovani.
Carne: elastica, fragile, ceracea, biancastra-crema, con odore spermatico e sapore dolce.
Nello stesso habitat di ricerca delle Morchella ci si può imbattere in numerosi funghi spesso crescenti in più esemplari fascicolati ai piedi di alberi morti, tronchi e ceppaie marcescenti di latifoglie, soprattutto salici e pioppi, nei luoghi molto umidi e acquitrinosi; sono funghi facilmente individuabili già a distanza per il colore crema-biancastro tigrato che contrasta con i colori variegati del sottobosco; quasi sicuramente si tratta di Panus tigrinus, fungo ritenuto di commestibilità mediocre (se utilizzati scegliere solo esemplari giovani e freschi e aggiungere in cottura qualche fetta di porcino essiccato per arricchirne il sapore, scartare invece quelli fibrosi perché scadenti e probabilmente indigesti (per questo da alcuni autori è ritenuto non commestibile). È molto bello e appariscente e ti fa capire che i nostri “amati miceti” si stanno risvegliando dal sonno invernale e presto…...
Panus tigrinus (Bull. : Fr.) Singer


Spore ellissoidali
Scheda descrittiva - Cappello: 30-70 (100) mm di diametro, poco carnoso, inizialmente emisferico-convesso, poi più o meno appianato e ombelicato e infine imbutiforme; cuticola crema-biancastra nei giovani poi nocciola chiaro, ornata da squamule bruno-nerastre, minute, più fitte verso il centro, più rade verso il margine che si presenta a lungo incurvato poi tendente a distendersi e spesso lacerato con la maturità. Lamelle: fitte, sottili, decorrenti sul gambo, intercalate da numerose lamellule, prima biancastre poi crema-ocracee a maturità e con tagliente finemente seghettato.
Gambo: 30-60 x 3-6 mm, sovente eccentrico, cilindraceo, spesso incurvato e anche flessuoso, crema-biancastro verso l’apice dove a volte è presente un velo cortiniforme biancastro, presto evanescente e con squamule brune-grigie nerastre verso la base. Carne: biancastra, poco consistente, sottile e tenace nel cappello, fibrosa nel gambo poi coriacea in modo uniforme con la maturità, odore leggero, vagamente di latte bollito e sapore dolciastro.


Concludo con l’invito ad aderire al Circolo Micologico G. Carini di Brescia o al Circolo Micologico di Lovere - Sezione del Circolo Micologico G. Carini di Brescia insieme proseguiremo questo cammino di conoscenze e sarebbe auspicabile la nascita di un Gruppo Micologico Camuno-


I termini descrittivi dei funghi presentati, seppur accurati e dettagliati, sono probabilmente poco comprensibili (e forse anche noiosi) se non da chi ha almeno qualche conoscenza della micologia. Per questo ho pensato di inserire questo Glossario essenziale perché possiate meglio capire il significato dei termini utilizzati.
GLOSSARIO MICOLOGICO ESSENZIALE
? ACRE. (Sapore) piccante o mediamente pepato (da non confondere con amaro).
? ACULEO. Sporgenze mediamente corte e sottili di forma appuntita presenti sulla superficie del cappello, imenoforo
? ACUTO. (Cappello) di forma appuntita, aguzzo; (Orlo) sottile, tagliente.
? ADNATO. (Lamella) inserita al gambo per la maggior parte della sua larghezza.
? ALVEOLATO. Formato da alveoli, come la mitra delle Morchella.
? ANASTOMIZZATA. (Lamella, costolatura ecc.) parzialmente unita con altro elemento simile per anastomosi.
? ANASTOMOSI. (Lamelle, costolature ecc.) Disposizione mediante la quale certi elementi allungati risultano parzialmente e per brevi tratti riuniti da ingrossamenti laterali.
? ANELLO. Residuo del velo universale o parziale che rimane sul gambo in forma anulare.
? ANNESSO. (Lamella) riferito al modo di inserzione della lamella sul gambo.
? ANNULATO. Con presenza di anello.
? ANNULIFORME. Residuo del velo che rimane sul gambo sotto forma di anello.
? APPENDICOLATO. (Orlo del cappello) Prolungamenti o brandelli residui del velo.
? APPLANATO. Di forma piatta, orizzontale di carpoforo pileato (provvisto di cappello).
? AREOLA. (Cappello) caratteristiche zone pelviche formate da evidenti piccole fratture sub-circolari.
? AREOLATO. Con superficie provvista di areole.
? ARMILLA. Anello formato, nella parte superiore del gambo di un fungo, dal lembo superiore del velo che più in basso circonda il gambo stesso come una calza.
? ARROSSANTE. Che per effetto di taglio, sfregamento, ossidazione all’aria ecc. assume tonalità rossastre.
? ASCENDENTE. (Lamella o orlo del cappello) Rivolta verso l’alto; (Anello) che si sviluppa dal basso verso l’alto e perciò staccabile in senso inverso (detto anche infero).
? ASCIUTTO. (Superficie) Priva di umidità.
? ASPORTABILE. Detersibile, separabile.
? ASTRINGENTE. (Sapore) acerbo, un poco asprigno come di frutta immatura.
? ATTENUATO. (Gambo, lamella ecc.) Che si riduce di larghezza a una sua estremità.
? BAIO. (Colore) Rosso-brunastro marrone, tendente al fulvastro.
? BIANCASTRO. (Colore) Non propriamente bianco ma con tonalità suffuse di giallo-grigiastro.
? BINOMIO. L’insieme di due parole latine (o latinizzate) costituenti il nome scientifico di un essere vivente. Il nome del genere (iniziale maiuscola) seguito dal nome della specie (iniziale minuscola).
? BIOTOPO. Circondario, globalmente inteso, ove vivono dei vegetali o dei animali. Luogo che presenta un certo numero di particolarità ecologiche.
? BISTRO. Colore tendente al bruno scuro.
? BULBO. Rigonfiamento dell’estremità inferiore del gambo.
? BULBOSO. Con presenza di bulbo.
? CADUCO. (Anello, squama ecc.) che presto si stacca e sparisce, fugace, evanescente.
? CALZA. Residuo del velo universale che avvolge la parte inferiore del gambo.
? CAMPANULATO. (Cappello) A forma di fiore di campanula, cioè altamente convesso.
? CAPPELLO. E’l’elemento superiore di molte specie di funghi che, come nei Basidiomiceti, contiene la parte fertile detta imenoforo,
? CARNE. (o Trama) Tessuto di cui è formata la maggior parte del carpoforo fungino.
? CARNICINO. Del colore della carne.
? CARNOSO. (Carpoforo) Consistente.
? CARPOFORO. Corpo fruttifero, generalmente esposto all’aria e che porta gli organi della riproduzione. Nei funghi superiori è la parte volgarmente chiamata “fungo”.
? CASSANTE.

Fragile, che si spezza in modo netto.
? CASTAGNETO. Formazione vegetale dominata dal castagno.
? CAVERNOSO. (Gambo) Che presenta al suo interno cavità irregolarmente disposte.
? CAVO. (Gambo) Quasi completamente privo, al suo interno, della polpa.
? CERACEA. (Consistenza) Simile a quella della cera.
? CERCINE. Piccolo anello residuo del velo, stretto e aderente intorno al gambo, a sezione quasi anulare.
? CEREBRIFORME. (Cappello) Che presenta circonvulsioni simili a quelle di un cervello.
? CESPITOSO. (Carpoforo) crescente con altri individui consimili riuniti alla base del gambo.
? CIGLIATO. (Orlo del cappello o di lamella) Provvisto di fioccosità o peli sottilissimi.
? CILINDRICO. Riferito alla forma del gambo.
? CIRCELLATO. (Gambo) Riferito all’estremità inferiore del gambo munita di velo anuliforme, simile a cercini (es. Amanita pantherina).
? CIRCONCISO. (Volva) Il cui bordo si presenta aderente e adnato alla parte bulbosa del gambo.
? CLAVATO. (Gambo ecc.) A forma di clava.
? COLLARIUM. Piccolo cèrcine posto alla sommità del gambo sul quale si innestano le lamelle (es. su alcuni Marasmius e Lepiota).
? COMPATTA. Riferito alla consistenza della carne (o trama).
? CONCAVO. Riferito alla forma del cappello.
? CONCOLORE. Riferito ad altro oggetto dello stesso colore.
? CONGLOBATO. (Gambi ecc.) Riuniti in un unico corpo di origine.
? CONICO. Riferito alla forma del cappello.
? CONNATO. Forma di sviluppo di individui simili concresciuti insieme fin dalla nascita.
? CONSISTENZA. (Carpoforo) Compattezza, resistenza al taglio o altra azione meccanica.
? CONVESSO. Riferito alla forma arcuata del cappello.
? CORIACEO. Con la stessa consistenza del cuoio.
? CORRALLOIDE. A forma ramificata come il corallo.
? CORRUGATO. Che presenta rughe o arricciature più o meno evidenti.
? CORTINA. Sottili filamenti posizionati tra il gambo e il cappello a difesa dell’imenio.
? COSTOLATURA. (Cappello, gambo ecc.) Risalto lineare o nervatura evidente su una superficie.
? CREMA. Di colore giallo ocraceo tendente al grigio.
? CUTICOLA PILEICA. Rivestimento del cappello, pellicola.
? DECOLORATO. Che ha perso il colore originale.
? DECORRENTE. (Lamella) Che prosegue per un tratto sul gambo, rastremandosi.
? DELIQUESCENTE. (Lamella) Che maturando si dissolve in liquido, senza sgocciolare.
? DEPRESSO. (Cappello) Un po’ concavo nella parte centrale.
? DESQUAMATO. (Pellicola) Dissociata in squame.
? DETERSILE. (Squama, verruca ecc.) Asportabile facilmente con semplice azione.
? DICOTOMO. (Gambo, ramificazione ecc.) Che si divide in modo progressivo in due rami.
? DISCENDENTE. (Anello) Che si sviluppa dall’alto verso il basso e asportabile in senso inverso. E’detto anche supero.
? DISCO. Riferito alla parte centrale del cappello e corrisponde all’incirca alla zona in cui sull’altro lato è inserito il gambo.
? DISEGUALE. (Lamelle) Non aventi tutte la stessa lunghezza.
? DISSOCIATO. (Pellicola ecc.) rotta in frammenti irregolari, desquamata.
? DISTESO. (Cappello) Che a maturità si presenta appianato, disteso.
? ECCEDENTE. (Orlo del cappello, estremità dei tubuli o delle lamelle) nel primo caso l’orlo del cappello sporge rispetto ai tubuli o alle lamelle, nel secondo caso i tubuli o le lamelle sporgono rispetto all’orlo.
? ECCENTRICO. Che risulta in posizione non centrale rispetto a……
? EFFIMERO. (Carpoforo, anello) Di brevissima durata.
? EPIGEO. Carpoforo che vegeta alla superficie del terreno.
? ESCORIATO. Rotto in squame, scaglie ecc.
? EVANESCENTE. Presto caduco e che sparisce facilmente.
? FAGGETA. Luogo in cui sono presenti faggi.
? FARCITO. (Gambo) Inerente la struttura interna, meno compatta, midollosa.
? FARINOSO. Con odore o sapore di farina o cosparso di leggero pulviscolo “farinoso”.
? FASCICOLATO. (Gambo) Unito ad altri soggetti della stessa specie per una certa lunghezza.
? FESSURATO. Che presenta evidenti screpolature.
? FIBRILLA. Piccola fibra. (Adnata) quasi applicata alla superficie, ma distinta e separabile. (Innata) facente parte della superficie pileica e non separabile.
? FIBRILLOSO. Provvisto di fibrille.
? FIBROSO. Consistenza o struttura.
? FILAMENTOSO. (Struttura) Costituita da filamenti.
? FIMBRIATO. (Orlo del cappello ecc.) Frastagliato, sfilacciato, frangiato.
? FIOCCOSO. Con superficie provvista di fiocchi, feltrata.
? FISTOLOSO. (Gambo) Sottile e cavo su tutta la lunghezza ma con parete il cui spessore è superiore al diametro della cavità centrale.
? FITTO. (Lamella) Assai ravvicinata con le altre lamelle adiacenti.
? FLESSUOSO. (Cappello) Piegato in modo alternativo in un senso o nell’altro.
? FORCATO. (Lamella) La cui estremità posteriore si divide in due branche.
? FORFORACEO. Ricoperto da squame minute, mediamente appiattite e simili alla forfora (Residui del velo universale).
? FRIABILE. (Consistenza della carne) Che si sbriciola facilmente.
? FUGACE. (Anello, squama ecc.) Che presto si stacca e sparisce, caduco.
? FUSIFORME. (Gambo ecc.) A forma di fuso, rastremata alle estremità e ingrossata nella parte centrale.
? GAMBO. Componente del carpoforo con lo scopo, nei funghi superiori, di sostenere l’elemento superiore (cappello, mitra, ecc) che contiene la parte fertile.
? GELATINOSO. La cui consistenza è simile alla gelatina o che la sua superficie risulta ricoperta da stratificazione gelatinosa.
? GENERE. Unità tassonomica contenente da una a più specie.
? GIBBOSO. (Cappello ecc.) Con presenza di protuberanze più o meno irregolari.
? GLABRA. Superficie priva di fibrille, peli, polveri, rugosità, squame o altre ornamentazioni ma non necessariamente liscia e brillante.
? GLABRESCENTE. Quasi o presto glabro.
? GLANDIFORME. (Cappello) Caratterizzato dalla forma a ghianda, oliva ecc.
? GLEBA. Tessuto sporigeno (porzione fertile della carne) di Gasteromiceti, Phallacee, Tuberales ecc.
? GLOBOSO. (Cappello) forma caratteristica a uovo (anche ovoidale).
? GLUTINOSO. Ricoperto da una sostanza simile a un glutine, appiccicoso, mucoso, viscoso.
? GREGARIO. (Carpoforo) Crescente vicino con altri individui della stessa specie ma non unito.
? GUTTATO. Con chiazze simili a macchie di umidità.
? HABITAT. L’insieme delle condizioni ecologiche che caratterizzano l’ambiente o la stazione di crescita del fungo.
? HUMUS. Strato di suolo ricco di materia organica.
? IGROFANO. (Tessuto) La caratteristica di assumere un colore più scuro se esposto a umidità.
? IGROSCOPICO. Che assorbe umidità dall’atmosfera dell’ambiente.
? IMBRICATO. (Cappello, squame ecc.) Che si dispongono uno sull’altro nello stesso modo degli embrici.
? IMBRUNENTE. Che col tempo o per cause esterne immediate tende ad imbrunire.
? IMBUTIFORME. (Cappello) A forma di imbuto.
? IMENIO. Strato fertile di un carpoforo costituito dall’insieme dei basidi (nei Basidiomiceti) o degli aschi (negli Ascomiceti) che formano lo strato monocellulare fertile sull’imenoforo.
? IMENOFORO. Parte del carpoforo su cui è posizionato l’imenio (es. gli aculei nelle Hydnacee, le lamelle nelle Agaricacee o i tubuli nelle Boletacee).
? IMPUTRESCIBILE. (Carpoforo) Che essicca senza subire il processo di putrefazione (es. i Marasmius).
? INCLINATO. (Cappello; gambo).
? INCURVATO. (Vedi orlo del cappello).
? INFERO. (Anello) Situato nella parte bassa del gambo e che si sviluppa dal basso verso l’alto.
? INFUNDIBULIFORME. (Cappello) Come imbutiforme, a forma di imbuto.
? INGUAINANTE. (Volva) Che avvolge strettamente il gambo per un tratto relativamente lungo.
? INNATO. (Fibrilla, squama ecc.) Facente corpo unico e non separabile con la superficie su cui è presente.
? INSERZIONE. (Lamella, gambo ecc) Modo caratteristico di attacco del soggetto ad altro soggetto.
? INTERO. (Orlo del cappello, della lamella) Non intagliato ne fessurato ma che presenta un profilo intero.
? INVOLUTO. (Orlo del cappello) Rivolto verso il basso.
? IRSUTO. Provvisto di peli ravvicinati, lunghi, eretti e rigidi.
? ISABELLINO. (Colore) Indefinito, con tonalità tra il giallo-bruniccio e il grigio-giallino brunastro.
? JALINO. Incolore, trasparente o traslucido.
? LABIRINTIFORME. Di forma tortuosa, come in certe Polyporacee.
? LACCATO. Con superficie lucente, come verniciata.
? LACUNOSO. Cavernoso.
? LAMELLA. L’insieme delle lamelle formano, nelle Agaricacee, l’imenoforo, cioè la parte fertile.
? LAMELLATO. (Carpoforo) Fungo con imenoforo costituito da lamelle.
? LAMELLULA. Lamella di minore lunghezza interposta tra lamelle più lunghe e che partendo dal margine del cappello non arriva al gambo.
? LANUGINOSO. Superficie ricoperta da fine peluria, a peli radi, corti e morbidi.
? LATERALE. (Cappello e gambo) Che si inserisce lateralmente l’uno rispetto all’altro.
? LATTESCENTE. Che secerne un latice.
? LATICE. Succo incolore o bianco o colorato prodotto da alcuni funghi quali Lactarius e Mycena
? LIBERO. (Lamella) La cui inserzione posteriore non arriva al gambo.
? LOBATO. (Orlo del cappello) Munito di lobi.
? MACROMICETE. Termine improprio utilizzato per indicare funghi con carpofori di dimensioni relativamente grandi, generalmente Imenomiceti.
? MARGINATO. Con contorno delimitato da un orlo ben definito, per es. carpoforo, bulbo, ecc.
? MEMBRANOSO. Di una certa consistenza anche se tenera e sottile, come di una membrana.
? MICACEO. Con presenza di fini granulazioni brillanti (es. Coprinus micaceus).
? MICELIO. È la porzione vegetativa (tallo) del fungo, formata di solito da ife filamentose, più o meno strettamente intrecciate e che si sviluppa entro il substrato vegetativo.
? MICOFAGO. Persona che consuma i funghi.
? MICOFILO. Persona amante dei funghi, su un piano non gastronomico.
? MICOLOGO. Persona che studia i funghi con la speranza, un poco folle, di pervenire un giorno alla conoscenza e anche al riconoscimento.
? MICORIZZA. Stato di unione o simbiosi tra i funghi e le piante superiori che si instaura tra le ife miceliari del fungo con i peli radicali della pianta superiore.
? MIDOLLOSO. Che ha la consistenza e l’aspetto del midollo.
? MIDOLLOSO-FARCITO. (Gambo) In cui la zona centrale della carne è formata da un midollo.
? MITRA. Viene così definito il cappello delle Morchelle.
? MUCILLAGGINOSO. Ricoperto o formato da una sostanza mucosa, gelatinosa, mucillagginosa.
? NAPIFORME. (Bulbo basale) A forma di fittone (es. Amanita spissa).
? NOMENCLATURA. Sistema codificato e applicato in botanica e in zoologia per la determinazione delle specie. Le regole internazionali contenute nel codice sono assolutamente necessarie per evitare la proliferazione inutile dei nomi.
? OBCONICO. A forma di cono rovesciato.
? OBESO. (Gambo) Che a metà della sua altezza si allarga assumendo una forma tozza, ventricosa.
? OCRACEO. Con tonalità di colore giallo sporco, tendente al rossastro e al bruno-grigiastro.
? OMBELICATO. (Cappello) Con presenza, nella zona centrale del disco, di una evidente depressione a forma di ombelico.
? OMOGENEO. (Cappello e gambo) Di struttura uguale in ogni parte.
? ONDULATO. Cappello flessuoso a onde, alternativamente abbassato e sollevato (Gambo: vedi flessuoso).
? OPACO. Non lucido, non brillante.
? ORLO DI LAMELLA. Si riferisce al taglio della lamella.
? ORNAMENTAZIONE. (Cappello, gambo ecc.) Sono quegli elementi tipo verruche, striature, macchie ecc. che interrompono l’uniformità di una superficie.
? OTTUSO. (Cappello, umbone ecc.) Particolare con profilo esente da spigoli vivi cioè smussato o arrotondato.
? PALLIDESCENTE. Che con la maturità assume una tonalità più chiara.
? PAPILLA. (Cappello ecc.) Piccola sporgenza brusca e ben definita a forma di piccolo capezzolo.
? PAPILLATO. Provvisto o a forma di papilla.
? PARASSITA. (Organismo o fungo) Che vive a spese di altri organismi viventi quali animali o piante, danneggiandoli.
? PELLICOLA PILEICA. Rivestimento del cappello.
? PEPATO. Di sapore piccante.
? PETTINATO. (Orlo del cappello) Profonda striatura o scanalatura, a forma di pettine, presente all’orlo.
? PIANO. (Cappello) Di forma appiattita.
? PIANO-CONVESSO. (Cappello) Di forma da appianata a concava (comune nelle Agaricacee).
? PIEGHETTATO-PLISETTATO. (Orlo del cappello) Ornato da numerose pieghe radiali.
? PIRIFORME. (Carpoforo) Con caratteristica forma a pera (es. Lycoperdon pyriforme).
? PLICIFORME. (Lamella) A forma di costolatura o di grossa vena (es. Cantharellus cibarius)
? PORO. (nelle Boletacee e Polyporacee) Componente dell’imenoforo è l’orifizio terminale dei tubuli.
? PORPORA. Tonalità di colore violaceo tendente al rossastro.
? PRATERIA. Formazione vegetale generalmente stabile (copertura totale del suolo) a base di piante erbacee (sovente graminacee).
? PRATICOLO. (Carpoforo) Che cresce nei prati o tra l’erba.
? PRECOCE. Che si sviluppa presto nella stagione.
? PRIMORDIUM. Carpoforo nello stadio di primo sviluppo.
? PRUINA. (Cappello e gambo) Leggera polvere aderente alla superficie che ricorda la brina.
? PRUINOSO. Ricoperto da una pruina.
? PUBESCENTE. Munito di numerosi peli sottili e molli, abbastanza fitti.
? PULVERULENTO. (Rivestimento) Come coperto di polvere.
? PULVINATO o GUANCIALIFORME. A forma di cuscino.
? PUNTEGGIATO. Cosparso da piccoli punti.
? QUERCETO. Luogo con prominenza di querce.
? RADIALE. Disposto e orientato come i raggi di un cerchio.
? RADICANTE. (Gambo) Che si sviluppa alla base di una appendice radiciforme.
? RAFANOIDE. Con odore che ricorda quello della radice o del terriccio.
? RAMIFICATO. (nelle Ramaria) Che si suddivide in rami minori.
? RASTREMATO. Che si riduce di spessore, attenuato.
? RETICOLATO. (Cappello, gambo ecc.) Ornamentazione a forma di reticolo.
? RETICOLO. Insieme di linee disposte in modo da formare un disegno come a maglia di rete.
? REVIVESCENTE. (Carpoforo) Che essicca senza putrefare e ritorna allo stato fresco appena inumidito (es. Marasmius oreades).
? RIMOSO. (Cappello, orlo, pellicola pileica, ecc.) Le cui ife si staccano leggermente in senso radiale, mostrando il tessuto sottostante (anche fessurato, screpolato ecc.).
? RIVESTIMENTO PILEICO. Come pellicola pileica.
? RIVOLUSO. Ornato da fini screpolature irregolari, serpeggianti.
? ROTONDATA. (Lamella) Che si inserisce al gambo con netta curvatura.
? RUGOLOSO. Con rughe sottili e poco fitte (leggermente rugoso).
? SAPROFITA. Che si nutre di materiale organico animale o vegetale non vivente.
? SCABRO. Che si presenta ruvido al tocco.
? SCANALATO. (Orlo del cappello) Percorso radicalmente da solchi abbastanza profondi o evidenti.
? SCREPOLATO. Munito di screpolature.
? SCROBICOLATO. Cosparso di scrobicoli.
? SCROBICOLO. (es. nei Lactarius) Incavatura poco profonda e di piccolo diametro che con altre simili può essere presente sulla superficie di un gambo.
? SERICEO. Con aspetto simile alla seta.
? SINUOSO. (Orlo del cappello, lamella) Di forma sagomata.
? SMARGINATO. (Lamella) Che si attacca al gambo con l’estremità posteriore formando una piccola ansa concava.
? SOLCATO. Vedi: Scanalato.
? SOLITARIO. Crescente in singoli individui per ogni micelio.
? SPECIE. Unità tassonomica infragenerica.
? SPUGNOSO. Con aspetto o consistenza di una spugna o con proprietà analoghe. E avente la proprietà di ritenere una certa quantità d’acqua.
? SQUAMA. Porzione di tessuto, di velo ecc. che si dissocia in elementi più o meno piccoli e regolari.
? SQUAMOSO. Con presenza di squame.
? SQUAMULOSO. Con presenza di molte squame fitte e rare.
? SQUARROSO. Che si presenta fortemente squamoso e con squame erette o retroflesse.
? STIPITATO. Munito di gambo.
? STRIATO PER TRASPARENZA. (Orlo del cappello) In cui le lamelle appaiono per trasparenza, specialmente allo stato umido, per l’esiguo spessore della carne, dando effetto di striatura.
? STRIATO. Con presenza di striature.
? STRIATURA. Linee ben evidenti presenti su una superficie e disposte in modo più o meno parallelo o radiale.
? STROBILICOLA. Che vegeta sui coni di conifere (strobili) caduti a terra o interrati.
? SUB. Prefisso che sta a indicare approssimazione o diminuzione. Prefisso che significa “quasi” o “sotto”.
? SUBGLEBA. Presente in molte Lycoperdacee sta ad indicare la porzione sterile, formata da tessuto più o meno compatto per lo più celluloso, posizionato al di sotto della gleba.
? SUBSTRATO. Corpo sul quale o nel quale si sviluppa il fungo.
? SUPERO. (Anello) Che si sviluppa partendo dall’alto verso il basso.
? TAGLIO DELLA LAMELLA. Vedi Orlo.
? TENACE. Resistente alla rottura.
? TERMOFILO. Che preferisce i climi caldi.
? TERRICOLO. Che appare di preferenza sulla nuda terra.
? TOMENTOSO. Ornato di peli corti, fittissimi, flessuosi e un poco feltrati che danno un aspetto opaco e quasi liscio tale da ricordare il velluto.
? TORBIERA. Formazione vegetale nella quale la decomposizione dei vegetali è estremamente lenta e porta alla formazione di torba.
? TRAMA. Il tessuto che forma il carpoforo, ossia la carne. Il termine si usa specialmente per i funghi a struttura non carnosa. (Lamella) Il tessuto su cui è disteso l’imenio.
? TUBERCOLATO. Sulla cui superficie sono presenti dei tubercoli.
? TUBERCOLO. Piccola prominenza di forma ottusa presente su una superficie.
? TUBULI. Forma di imenoforo tipica dei Polipori e dei Boleti.
? TURBINATO. (Cappello) A forma di trottola.
? UBIQUITARIO. Crescente in luoghi molto vari sul piano geografico o ecologico.
? UMBONATO. (Cappello) Munito di umbone.
? UTRIFORME. Di forma tozza allungata, con capitulo (vedi Capitulato) rigonfio delimitato da un grosso collo, il cui diametro supera la metà di quella del collo del cistidio.
? VARIETA’. Taxon infraspecifico, caratterizzato da individui poco differenti dalla specie.
? VELLUTATO. Ornato da peli fini e cortissimi, disposti in modo parallelo e perpendicolare alla superficie e che al tatto conferiscono una morbidezza che ricorda il velluto.
? VELO PARZIALE. È il velo che protegge la parte imeniale del fungo.
? VELO UNIVERSALE O GENERALE. È il velo che avvolge l’intero carpoforo nella sua fase di primordio.
? VELO. Tessuto protettivo di varia consistenza, che avvolge il carpoforo o parti di esso nei primi stadi di sviluppo.
? VENTRICOSO. (Gambo) È la forma che assume allargandosi a metà circa della sua altezza. (Lamella) Profilo del taglio largamente convesso.
? VERRUCA. (Cappello) Protuberanza superficiale più o meno sferica facilmente detersibile.
? VERRUCOSO. Con presenza di verruche.
? VILLOSO. Con presenza di numerosi peli corti e ravvicinati
? VIRAGGIO. Variazione abbastanza rapida del colore naturale che avviene per effetto dell’azione dell’aria quando si procede al taglio di un carpoforo, oppure sfregandolo o sottoponendolo a reagenti chimici.
? VIRANTE. Che subisce viraggio.
? VISCHIOSO. Fortemente lubrificato, scivoloso entro le dita.
? VISCIDA. Superficie sulla quale il dito può scorrere come lubrificato; senza però aderirvi per appiccicosità.
? VISCOSITA’. Grado di fluidità, da fluido a collante.
? VOLVA. Residuo del velo generale (o universale), di struttura membranosa, che rimane unito e più o meno avvolto alla base del gambo.
? XEROFILO. Che ama climi e terreni asciutti
? ZONA. Ornamentazione circolare per lo più concentrica ad altre simili, che si distingue dalle altre per diversità di colore o di struttura. Reperibile sia sul cappello che sul gambo.
? ZONATO. Ornato di zone.
BIBLIOGRAFIA:
? LAZZARI G., 1980 – Glossario Micologico in cinque lingue – Rivista di Micologia dell’Associazione Micologica Bresadola – Gruppo Micologico G.Bresadola. Trento.
? GALLINARI A., 2001 – Piccolo Glossario Micologico – Brescia.
di Dario Dogali - Lodetto di Rovato

Ultimo aggiornamento: 31/03/2022 05:20:41
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