Capo di Ponte - Esperti a livello internazionale stanno partecipando al Valcamonica Symposium, giunto alla XXVIII edizione e organizzato dal Centro Camuno di Studi Preistorici a Capo di Ponte (Brescia). Le sessioni si svolgono sia in presenza che online ed ha visto interventi di studiosi e ricercatori di 24 Paesi.
LE PRESENZE - Durante il Symposium - che ha visto la presenza tra gli altri di Roberta Alberotanza, Federico Troletti e Sergio Bonomelli - è stato tracciato un quadro sui siti di arte rupestre a livello mondiale, le riflessioni sui metodi di ricerca, musei e divulgazione dell’arte rupestre anche alla luce delle nuove esigenze di fruizione che si sono prodotte. Studiosi, ricercatori, docenti e studenti, ma anche i cittadini hanno così potuto accedere a informazioni, documentari e video, interviste e seminari inerenti a tematiche legate all’arte rupestre e più in generale alle origini dell’espressività artistica, con possibilità di interfacciarsi con i ricercatori del CCSP (Centro Camuno di Studi Preistorici). Inoltre sono presentati alcuni siti rupestri egiziani, nuove ed importanti scoperte in Israele e nella penisola Arabica, siti rupestri brasiliani ed europei. L’obiettivo è avviare una nuova fase di confronto tra studiosi ed appassionati di arte rupestre.
Dopo gli anni straordinari della scoperta dell’arte rupestre della Valle Camonica, che hanno aperto la strada al riconoscimento, nel 1979, come primo sito Unesco italiano e primo di arte rupestre nel mondo, ora la Valle Camonica punta a un salto di qualità nella ricerca e nella conoscenza dell’arte rupestre.
Durante le sessioni del “XXVIII Valcamonica Symposium, Rock-Art, a Human Heritage" è stato riallacciato il dialogo tra i ricercatori, solo temporaneamente sospeso per la pandemia, alternando conferenze a tavoli di lavoro, seminari tematici, proiezioni di documentari inediti e presentazioni di siti rupestri. Dal 1968 i convegni sono stati un appuntamento fisso nel panorama scientifico internazionale, che hanno contribuito a fare della Vallecamonica un punto di riferimento. Il confronto è sui temi quali arte rupestre e museologia, arte rupestre e nuovi orizzonti della ricerca, arte preistorica e religioni, arte rupestre: vecchio e nuovo mondo, convergenze e divergenze, arte preistorica e tribale, arte preistorica e mito, sono state tramandate nel corso degli anni nell’ambito degli incontri internazionali che il Centro Camuno di Studi Preistorici propone.
IL MESSAGGIO - Ecco l'intervento di Emmanuel Anati, presidente fondatore del Centro Camuno di Studi Preistorici e presidente onorario del Valcamonica Symposium 2021: "È bello ritrovarci, anche se solo sullo schermo del computer! Un grazie di cuore e congratulazioni al team degli organizzatori. Da quando s’inaugurò il primo simposio, nel 1968, i tempi sono cambiati. I padri della ricerca preistorica che hanno frequentato i primi simposi, Paolo Graziosi, André Leroi Gourhan, Antonio Beltran ed altri, non sono più tra noi; la loro memoria, i loro insegnamenti, continuano ad ispirarci. Erano innovatori di metodi e di concetti, li ricordiamo con affetto.
Già i primi simposi hanno dato alla Valcamonica il ruolo di leader mondiale nel settore dell’arte rupestre e ci auguriamo che tale privilegio e tale responsabilità sia conservata e incentivata dalle nuove generazioni. Le finalità sono le stesse ma l’atmosfera è cambiata. Venivamo per riunirci, per pensare, parlare, vivere insieme le emozioni dell’incontro e della comunicazione, oltre che con le parole, anche guardandoci negli occhi, arricchendoci reciprocamente nel dialogo, nell’informale scambio d’idee. Oggi molti di noi sono ridotti ad immagini sullo schermo e alle parole che giungono via internet. Il virus Corona ha modificato i contatti umani e non sappiamo se, una volta superata la pandemia, questi potranno mai tornare come erano.
Resta vivo lo spirito, la passione per la ricerca, e quella di mantenere collaborazioni e amicizie: comunicare, si comunicare per ricevere e per dare. Il mondo è divenuto più piccolo se possiamo dialogare tra di noi a distanza di migliaia di kilometri. Ma nulla può sostituire il calore umano dell’incontro diretto. Restiamo tuttavia uniti nell’impegno per una ricerca favolosa, quella della riscoperta del passato, di una moltitudine di culture e di individui: tutti uguali ma ognuno diverso dall’altro.
Questo simposio è un ulteriore traguardo per il Centro Camuno. Ricordo che, quando fondammo il Centro nel 1964, amici e colleghi pensavano che fosse un’avventura senza futuro, che non potesse sopravvivere. Fu la Valcamonica a farlo nascere, contro il parere di enti ed autorità superiori. Ricordiamo l’impegno e il coraggio dell’allora sindaco di Capo di Ponte Giovanni Battista Belotti e dell’allora presidente della Comunità Montana, Giacomo Mazzoli.