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Prosegue il restyling del museo e del Parco di Luine a Darfo

Interni completamente riallestiti, un quarto percorso aggiunto e altre novità

Darfo Boario Terme (Brescia) - A poco più di un anno e mezzo dalla riapertura del Parco Archeologico di Luine a Darfo Boario Terme (Brescia) a opera di Zamenhof Art e associati, la nuova gestione conclude l’anno portando a compimento la terza fase di riallestimento di parco e museo con molte novità, a partire dalla risistemazione degli spazi museali, dall’aggiunta di un quarto percorso di visita dedicato all’arte contemporanea, e da un rinnovo radicale della fruizione dei percorsi dell’importante sito archeologico parte del primo sito Unesco italiano.

GLI INTERVENTI
Restyling degli spazi interni: il museo diventa un bosco
Il piccolo museo è stato letteralmente trasformato in un bosco di notte. Un bosco di betulle immerso nel blu. Nella prima saletta biglietteria, piccolo bar, book shop e zona gadget sono tra alberi di betulla e pareti di roccia coperte a tratti da muschio. Nella seconda sala immersa nel buio e con tronchi biancastri qua e là, affiorano alle pareti immagini dalla preistoria, fisse e in movimento: scene di vita arcaica e figure incise.

Un nuovo percorso: AAA Arte Ambiente e Archeologia
Grazie a un ingente lavoro di pulizia di spazi prima invasi da rovi e sterpaglie, le zone a disposizione dei visitatori del parco sono letteralmente raddoppiate rispetto ad un anno fa: due di queste aree, di fianco e dietro il belvedere che sovrasta l’abitato di Darfo Boario Terme, sono state adibite ad un percorso dedicato all’arte contemporanea con sculture e installazioni ispirate e in dialogo con temi della natura o dell’archeologia. Coinvolti artisti di caratura nazionale come Carlo Fontanella, Rinaldo Degradi, Paolo Lo Giudice, Alessandro Zanni, Angela Bettineschi, Maurizio Del Piano. Il percorso era stato inaugurato il 12 ottobre scorso nell’ambito della “Giornata del Contemporaneo” organizzata dall’AMACI (Associazione Musei Arte Contemporanea Italiani) con la partecipazione, tra gli altri, dell’artista newyorkese Bill Claps che aveva appositamente realizzato ed esposto alcune sue opere.

Altre novità lungo i tre percorsi di visita a incisioni e ritrovamenti archeologici
Una terza area è stata sottratta ai rovi, accanto allo stagno effimero che caratterizza il punto di intersezione tra il percorso rosso e quello verde, un’area interessata nel 1999 da scavi condotti dalla Sovrintendenza che hanno portato alla luce importanti reperti ora custoditi al MUPRE (Museo della Preistoria) di Capo Di Ponte. Per renderla fruibile ai visitatori è stata realizzata una deviazione dal percorso consueto, ripristinando un vecchio sentiero, realizzando una scaletta e un ponticello in legno. Qui è in fase avanzata di realizzazione una nuova area che caratterizzerà la quarta e ultima fase di ristrutturazione del parco e dalla duplice destinazione: zona relax (con panchine e giochi per i più piccoli, tutto realizzato con legni e corde) e inizio del percorso archeologico (con un documentario sulle scoperte fatte a Luine –in una capanna di legno- ed esposizione di reperti in archeologia sperimentale). In fase avanzata di realizzazione anche altre strutture d’ispirazione preistorica che ospiteranno altri video (tra cui un film sul fiume Oglio di Graziano Filippini) e che segneranno nel marzo 2025 l’ultimo atto della riorganizzazione del Museo e del Parco di Luine ad opera di Zamenhof Art in collaborazione con ArchExperience.

Più che un restyling, una rivoluzione copernicana.
Forse potremmo riassumere il lavoro fatto da Zamenhof Art (in collaborazione con Eliza Winkler e ArchExperience) al Museo e al Parco Archeologico di Luine, parafrasando Montale: Godi se il vento che entra nel santuario vi rimena l’ondata della vita, qui dove giace questo morto viluppo di memorie orto non era, ma reliquiario... In effetti, quando un anno e mezzo fa siamo entrati nelle salette del piccolo museo del Parco di Luine, abbiamo avuto la stessa impressione disarmante di tre anni fa al Museo di Nadro: pareti ricoperte da vecchi pannelli sbiaditi colmi di scritte che nessuno avrebbe letto e foto e disegni qua e là. Un museo didattico vecchio stile, di quelli che consistono nel trasferire un libro sulle pareti; un allestimento che trasmetteva solo noia, claustrofobia e voglia di scappare via, non certo curiosità. E anche i percorsi di visita alle incisioni rupestri, nel parco, denotavano un’impostazione Anni Ottanta, come gli altri parchi archeologici della Valle, con pannelli didattici ben fatti ma asettici, corredati di foto, rilievi e lunghi testi didascalici. Abbiamo provato a portare un po’ di vita. E a riattivare il rapporto magico tra presenza dell’uomo e natura che caratterizzava questo luogo “sacro” da migliaia e migliaia di anni.

IL COMMENTO
"E così la prima cosa che abbiamo fatto, in collaborazione con ArchExperience, è stata smantellare tutto quel vecchio armamentario e ripensare sia il Museo che i percorsi di visita del Parco, secondo una visione moderna, contemporanea, capace di attrarre e incuriosire, veicolando gli opportuni contenuti divulgativi con un linguaggio immediato, suggestivo, coinvolgente: non solo attraverso le parole, ma anche con associazioni di immagini. E dunque via i vetusti pannelli e spazio a monitor con brevi video girati ad hoc che raccontano il parco, il ciclo camuno, i percorsi di visita, la forza evocativa di quelle centinaia di figure incise sulla roccia.
E poi, dal momento che gli spazi al chiuso erano limitati, l’idea: monitor collocati anche all’esterno, lungo i percorsi. E un restyling degli spazi del museo, creando un dialogo tra interno ed esterno, trasformando la prima saletta, quella col bar, la biglietteria e il book shop, in un piccolo bosco di betulle con inclusa una parete rocciosa ricoperta di muschio. E poi via a ridisegnare anche i percorsi di visita, con l’aggiunta di un quarto percorso, oltre ai tre dedicati a incisioni e archeologia: un quarto percorso con le sculture e le installazioni del Progetto “AAA Arte Ambiente e Archeologia” in cui il Contemporaneo dialoga con i due aspetti peculiari del parco: la Preistoria e la Natura", spiegano a Zamenhof Art e associati che aggiungono: "E' un modo per aiutare la fruizione, per indirizzarla nella giusta direzione, più attraverso associazioni di idee e suggestioni visive che non attraverso lunghi discorsi scritti o detti. E se l’obiettivo dev’essere quello di valorizzare, esaltare l’aspetto naturalistico e quello archeologico del Parco, sottolineandone la stretta reciproca correlazione, perché non spiazzare il visitatore con un rovesciamento dei concetti di interno ed esterno, portando all’interno del museo gli alberi e all’esterno i monitor?"

"C’è da dire, per onestà intellettuale - sostengono da Zamenhof Art e associati, la nuova gestione, che questa autentica “rivoluzione” non sarebbe stata possibile, considerando la mancanza di risorse economiche disponibili (quelle che mette a disposizione il Comune di Darfo Boario Terme sono destinate alla gestione e ordinaria manutenzione del parco), se non fosse stato per l’abnegazione e le capacità di alcuni degli associati Zamenhof Art che annovera tra i suoi componenti registi, autori, attori, fotografi, curatori di mostre, e pure falegnami ed elettricisti, e vanta un’esperienza più che ventennale in allestimenti museali in tutta Italia. E dunque tutti i lavori sono stati ideati e realizzati internamente, da una serie di video e documentari agli impianti elettrici, dall’allestimento degli interni alla costruzione delle strutture all’esterno, spesso con la preziosa collaborazione di ArchExperience."

Le competenze nel campo del teatro, degli audiovisivi e degli allestimenti di mostre, ad esempio, non solo hanno consentito di organizzare nel parco rassegne di spettacoli, eventi e mostre, ma anche di ripensare il parco stesso come un grande palcoscenico, con una narrazione strutturata come un “dramma a stazioni” di medievale memoria, sfruttandone al meglio i “palcoscenici rupestri”, con uno stile, un linguaggio “arcaico contemporaneo” sempre focalizzato sulla natura e sulla rievocazione della preistoria. Di qui la scelta ecologica ed arcaicizzante di utilizzare materiale di recupero o legname da alberi caduti o abbattuti perché pericolanti per realizzare le strutture esterne, sulla falsariga di capanne preistoriche. Il tutto senza un euro di finanziamento, per questa ristrutturazione radicale, da parte di nessuno. Acquistando con fondi propri monitor, faretti, suppellettili varie, ma soprattutto investendo centinaia di ore di lavoro, professionalità, idee, entusiasmo e creatività.

Perché per “valorizzare” lo straordinario patrimonio di un Parco che fa parte del primo sito Unesco italiano, che ospita le incisioni rupestri più antiche della Valle Camonica (fine del Paleolitico, 13 mila anni fa), e custodisce ritrovamenti archeologici, scritte dell’età del Ferro, rose camune, labirinti, idoli e 20 mila incisioni su più di 100 rocce istoriate, non servono grandi risorse economiche: serve soprattutto una visione generale, le idee chiare e le professionalità necessarie per realizzare ciò che occorre.

"Il nostro scopo dichiarato poi non è solo di valorizzare al meglio un luogo straordinario come “la collina sacra” di Luine (così l’ha definita Anati 50 anni fa) ma anche tracciare una rotta, indicare un modello esportabile anche negli altri parchi e musei del primo sito Unesco italiano, mostrare concretamente come fare per valorizzare un patrimonio come quello delle Incisioni Rupestri della Valcamonica, partendo da una visione chiara di che cosa debba essere oggi un parco archeologico e un museo, a chi e come si debba rivolgere e poi individuando modalità d’azione concrete e replicabili", affermano a Zamenhof Art e associati, la nuova gestione

Riserva delle Incisioni di Ceto, Cimbergo e Paspardo, appoggiando ArchExperience in un lavoro ciclopico di restyling del Museo, ha incontrato ostacoli e il lavoro è rimasto a metà. "Qui a Darfo Boario Terme abbiamo trovato condizioni decisamente meno ostili, così entro tre mesi avremo portato a compimento l’intera riprogettazione di Parco e Museo. In meno di due anni e senza un euro in più del finanziamento per l’ordinaria amministrazione. Se poi arriveranno investimenti, potremo fare ancora di più e meglio", concludono a Zamenhof Art e associati.
Ultimo aggiornamento: 27/12/2024 07:32:12
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