Temù (Brescia) - In anteprima al
Cinema Alpi il
film "Vermiglio" di
Mara Delpero. Ieri sera la prima uscita del film che ha conquistato la critica, vincitore del Leone d'argento al Festival del Cinema di Venezia. Oggi - venerdì 20 settembre, alle 21- si replica con una novità: saranno presenti
Luis,
Simone, Enrico e
Anna, i piccoli attori residenti nel paese solandro.
Il film "Vermiglio" sarà in sala al Cinema Alpi: oggi,venerdi 20 ore 21, domani sabato 21 ore 18 e ore 21 e domenica 22 ore 18 e ore 21. Prevendite aperte: https://www.webtic.it/#/shopping?action=loadLocal&localId=5212 o www.cinemaalpi.it
Maura Delpero racconta nel film la storia una famiglia nel paesino montano di Vermiglio, in Val di Sole, dove era originario suo nonno, e ha vissuto suo papà. Siamo sul finire della guerra, i soldati ancora muoiono, i lumi vanno ancora spenti quando passano gli aerei, ma i tedeschi, i tedeschi non verranno più qua. La famiglia nasconde un disertore. Il disertore ha salvato un cugino, il figlio della sorella del capofamiglia.
Il disertore siciliano lo ha portato sulle spalle, altrimenti sarebbe morto. La famiglia lo accoglie perché come dice il capofamiglia, maestro elementare, la vigliaccheria è difficile da definire. La vigliaccheria dipende. La vigliaccheria, racconta il film, o così mi pare, è il non saper dire le cose a quelli che si amano, si dicono di amare o ci si trova ad amare. Vermiglio è un film sulla reticenza, sulla vergogna, sui segreti che crescono, come figli - e come figli qualcuno muore, perché c’è la guerra, perché guarire non è sempre possibile e talvolta nemmeno curare, solo consolare - all’interno di una famiglia che ha delle aspirazioni. Bisogna eccellere, possiamo farne studiare solo una. Vermiglio è un film sulle insidie dell’amore che, in tempi di pace hanno una forma e in tempi di guerra l’obiettivo di farti sopravvivere. Le donne di questo film sono avventurose, rispondono ai mariti anche se portano il pane a casa, partono e tornano per capire qualcosa che forse non capiranno, si fanno suore, studiano.
"Viva Maura Delpero, viva i dialoghi, viva le facce, viva le inquadrature che lente lente si muovono poi, inesorabili, come certi destini, viva la cultura che è quella cosa che ti consente di fare la differenza tra capire e giustificare", è il commento della critica.